Giuseppe Pino Daniele è nato nella città del sole: Napoli, il 19 Marzo del 1955. La sua tanto amata e cantata “Napulè” non poteva che essere il filo conduttore della sua lunga ed intensa carriera. Nasce in un sottoscala di “Vico foglie a Santa Chiara”, primo di sei figli trascorre la sua infanzia con due zie, viste le difficile condizioni economiche dei genitori. Completate le scuole decide di iscriversi all’Istituto Tecnico Commerciale Armando Diaz, seppur il suo istinto e la sua passione fossero indirizzate verso un’altra scelta: il Conservatorio. Fin da piccolo si avvicina al mondo della musica, complice anche l’amicizia con Salvatore Battaglia, che gli trasmetta la passione per le sette note e per la musica di Elvis Presley. A soli dodici anni comincia a strimpellare la prima chitarra, una ECO X27 e comincia a rompere il ghiaccio col pubblico, esibendosi alle feste di compleanno degli amici. Nei primi anni ’70 decide di fare sul serio ed entra a far parte di un gruppo jazz-rock, il “Batracomiomachia”. Il giovane Pino muove i suoi primi passi nel districato mondo delle note a cavallo di una rivoluzione storico – sociale importante come quella del ’68. Anni di proteste, speranze, lotte, rivendicazioni e tutto questo diventa argomento di dibattito e parole per le sue prime canzoni, che rincorrono molto la tradizione canora napoletana.
Collabora con Jamese Senese, sassofonista del gruppo “Napoli Centrale”; una collaborazione che in un certo senso gli cambia la vita e che lo stesso Pino ricorda come una tappa importantissima per la sua carriera musicale. ” Con James, c’era un continuo dialogo fatto di sguardi e di energie che ci trasmettevamo l’un l’altro. Era quello che si chiama feeling, o sintonia” affermò il cantante pochi anni dopo. Pino intanto inizia a comporre canzoni e a suonarle con la chitarra, nel 1976 a Radio Napoli City dove propone in diretta Tanta storie, un brano mai inciso
http://www.youtube.com/watch?v=h07eVltg0Gs
La sua vita cambia grazie all’incontro con Rosario Jermano, batterista e percussionista, con cui affinerà maggiormente le sue enormi potenzialità. Incide nel 1976 il suo primo singolo “Che calore”, che non raccolse molti consensi, ma che fu il suo biglietto da visita. Complice l’amicizia con Jermano e complici gli anni di una vita dura e contrastante, Pino scrive alcune delle canzoni che poco dopo si rivelarono i primi grandi successi. Così nasce il primo album “Terra mia” nel 1977, frutto di contaminazione tra tradizione popolare napoletana, musica blues e rock. L’album Terra mia riscuote un discreto successo ma Daniele non è ancora conosciuto a livello nazionale in televisione appare in video sull’emittente napoletana Canale 21 e sulla sarda Videolina, i brani di Terra mia spopolano nelle radio locali del Sud Italia. Pino è l’inventore di un nuovo sound, quel “sound napoletano”, di cui si fa precursore e creatore. La voce di Pino Daniele oramai si fa sempre più forte. Grida a squarciagola nel 1979 “Je so pazz'” convincendo pubblico e critica e la sua carriera prende il volo a livello nazionale. Nel 1980 arriva “Nero a metà” che lo consacra definitivamente, tanto che viene chiamato allo Stadio San Siro di Milano per aprire il concerto di Bob Marley.
L’anno dopo, il 1981, Pino Daniele realizza un progetto musicale assolutamente non facile : raccoglie in “Vai mò” il meglio dei musicisti napoletani di quegli anni tra cui James Senese, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, Joe Amoruso e Rino Zurzolo. Un mix unico che esplode durante un indimenticabile concerto live tenuto a Piazza Plebiscito a Napoli con più di 200.000 persone. Nel 1982 ritorna con “Bella ‘Mbriana” e importante è l’incontro con il sassofonista Gato Barbieri, che lo avvicina verso un nuovo stile, la world music, che gli permette di varcare i confini nazionali con tournée in Canada, Germania, Olympia di Parigi, Svizzera e al famosissimo Festival di Montreux.
La sua musica è espressione della sua anima napoletana, una denuncia sociale di quello che l’uomo Pino vede tutti i giorni nella sua città. “Napule è” è l’esempio pregevole di tutto ciò. Una vera poesia scritta dal cantautore per la sua città, un vero e proprio classico della musica italiana. Nel 1984 arriva la definitiva consacrazione mondiale: Pino duetta con Carlos Santana e Bob Dylan nuovamente in un San Siro gremito fino all’ultimo posto. Nel 1986 pubblica “Bonne Soirèe”, nel 1988 “Schizzichea with love”, mentre nel 1989 “Mascalzone Latino”. Una serie di album che deludono un pò le aspettative, mostrando un Pino Daniele meno incisivo rispetto alle precedenti produzioni. Sempre nel 1989 si esibisce al Premio Luigi Tenco, dopo di che si ritira dalla scene musicali per alcuni problemi legati alle corde vocali. Passano solo due anni e nel 1991 ritorna più agguerrito che mai sulle scene musicali con “Un uomo in blues” anticipato dal singolo “O scarrafone”. Alle fine del 1991 pubblica un nuovo album “Sotto ‘o sole” in cui presenta la bellissima ballata “Quando”, colonna sonora del film dell’amico Massimo Troisi “Pensavo fosse amore invece era un calesse”.
Nel 1993 conquista il pubblico italiano del Nord, un pò diffidente alla sua musica, con l’album “Che Dio ti benedica”, mentre un anno dopo arriva il momento di un cd live “E sona mò”, in cui raccoglie tutti i brani cantanti durante un concerto evento tenutosi a Cava dei Tirreni. Nel 1995 arriva il momento di “Non calpestare i fiori nel deserto” in cui la sua anima napoletana si fonde con quella più commerciale degli ultimi tempi. Nel 1997 ritorna con “Dimmi cosa succede nella terra” in cui duetta con l’amica Giorgia e gli Almamegretta. L’album arriva subito al primo posto delle classifiche diventando uno degli album più venduti della sua carriera. Nel 1998 arriva un best “Yes I Know My Way” in cui raccoglie molti dei suoi brani celebri, alcuni reinterpretati e due inediti. L’album arriva subito al primo posto delle classifiche vendendo oltre 350.000 mila copie. Nello stesso anno si esibisce in un concerto- evento al San Paolo, in cui la sua Napoli gli regala una delle serate più belle della sua vita. La musica continua a vivere imperterrita nelle sue vene. Nel 1999 esce “Come un gelato all’equatore” che mostra i primi segnali di cedimenti da parte del cantautore. L’album arriva primo in classifica grazie ad un singolo orecchiabile e commerciale al punto giusto, ma viene snobbato dopo poco tempo. Nel 2000 cerca di riprendere la propria strada musicale con l’album “Medina”; un lavoro in cui cerca di riappropriarsi della sua anima blues, nonostante i singoli di lancio continuino a mostrare solo quella commerciale.
Nel 2001 torna a calcare i palcoscenici italiani con un tour, “Medina” appunto, in cui il cantante cerca in tutti i modi di trovare una nuova identità musicale, senza però dimenticare il suo sound napoletano. “Concerto” è il cd-live che racconta questa lunga tournée, impreziosito da due inediti ” Bel orizzonte” e “Un cielo senza nuvole” Nel 2002 decide di organizzare una tournée con alcuni amici – colleghi : Francesco De Gregori, Ron e Fiorella Mannoia. Il concerto, da cui vengono estratti un cd live, un dvd e una videocassetta, raccoglie grandi consensi di pubblico e critica. E’ stato uno dei momenti musicali più belli per la musica italiana, che ha visto quattro generi diversi scontrarsi e fondersi insieme. Nel 2004 torna alla musica da solo con “Project – Passi D’Autore”. Quattordici nuove tracce in cui Pino Daniele raccoglie gli ultimi anni della sua vita e nuovi orizzonti musicali. Un album con cui festeggia i suoi 30 anni di carriera; una carriera mirata sempre e solo alla scoperta e al cambiamento. A volte sbagliando, altre volte riuscendo nella difficile impresa di lasciare un segno tangibile ed innovativo. Nel 2005 pubblica “Iguana Cafè” un album in cui fonde il latin blues alla melodia. Nel 2007
sorprende e ritorna con l’album “Il mio nome è Pino Daniele e vivo qui” anticipato dal singolo “Back Home”. Un lavoro in cui l’artista decide di riprendere in mano la propria vita artistica e personale e che lui stesso racconta così: ” Ricomincio da me, da quel poco che so ancora, da quel minimo di certezze che non ho ancora perso. Il mio primo Lp “Terra mia”, è uscito nel 1977, trenta anni fa. Il nuovo, in fondo, gli è fedele: dentro ci sono melodie, blues più o meno latini, radici napoletane. Ma io sono diverso da allora e intorno a me il mondo è cambiato, anzi è crollato e così campo alla giornata”. Sempre Pino Daniele racconta: “Faccio le cose che so fare, che amo fare – suonare e cantare – anche se a volte mi sento un pesce fuor d’acqua”. Riguardo al titolo del nuovo album sottolinea: ” Il nome e l’indirizzo sono ormai le mie uniche certezze, voglio ricominciare da cose sicure”. Un album in cui strizza l’occhio al pop americano, senza però dimenticare la melodia italiana e quella tipica alla “Pino”, che gli ha regalato grandi successi di critica e pubblico. Nell’album segnaliamo lo splendido duetto con Giorgia sulle note di “Vento di Passione”, uno dei brani più riusciti del disco. Sempre con Giorgia duetta sulle note de “Il giorno e la notte”. Il 23 Aprile 2007 parte il suo nuovo tour dalla città di Palermo, che si conclude a Roma il 29 Maggio prima di intraprendere la tournée estiva. La sua musica attraversa l’Italia tutta, ma anche la Svizzera e Zurigo. Nel 2008 esce un cofanetto con ben 45 brani dell’artista dal titolo “Ricomincio da 30”, che fa un pò il verso al film dell’amico Troisi, a cui dedica il disco. Nel cofanetto ci sono anche quattro inediti: Anema e Core primo singolo, “O munn va” colonna sonora del film di Alessandro Siani, “L’ironia di sempre” e “Acqua e rose”. Al disco segue un tour, “Vai mò 2008”, che parte dalla sua Napoli e da Piazza Plebiscito l’8 Luglio in compagnia di diversi amici. Seguono altre tappe e altre città, ma senza dubbio la serata napoletana è quella più importante per il cantautore. Nel 2009 esce con “Electric Jam” a cui segue un tour italiano ed europeo che lo impegna per tutto l’anno. A fine 2009 esce il progetto finale “Acoustic Jam”, un album meno aggressivo e più pacato rispetto al predecessore. Due stili che rappresentano a pieno l’anima turbolenta e romantica dell’artista, che spiega così questa scelta: ” Non potevo unire le mie due anime in un solo album. Così concentro le emozioni.” Durante la lunga tournée partecipa al Festival Crossroads nel 2010 in compagnia di Eric Clapton a Chicago. Nel 2010 pubblica “Boogie Boogie Man”, un lavoro in cui ricanta alcuni dei suoi classici accompagnato da voci importanti come quelle di Mina, Franco Battiato, Mario Biondi e J-Ax. L’anno 2011 Pino Daniele decide di dedicarlo solo alla dimensione live con un nuovo tour e con un concerto evento in cui è accompagnato dall’amico Eric Clapton.
Nel 2012 pubblica il suo nuovo lavoro indipendente dal titolo “La Grande Madre” che racchiude dodici nuove canzoni. Anticipa l’album il singolo “Melodramma” uscito il 20 Marzo 2012. Undici sono i brani inediti più la cover “Wonderful Tonight” di Eric Clapton. All’interno del disco vi è un brano, “Searching For The Water Of Life”, inciso per supportare l’associazione Save The Children. Lo scorso 24 Marzo da Cesena è partito “La Grande Mela Tour 2012”, che lo vede protagonista della dimensione live in diverse città italiane per poi fare scalo in Svizzera e con alcune tappe anche negli Stati Uniti. Nel 2013 esce un live con due inediti: Tutta n’ata storia – Vai mo’ – Live in Napoli. Nell’estate 2014 Daniele si esibisce alll’Arena di Verona, il 31 dicembre 2014 si esibisce a Courmayeur nell’ambito del programma televisivo L’anno che verrà. Pino Daniele ci lascia la notte del 5 gennaio 2015 stroncato da un infarto.
PINO DANIELE A 57 ANNI SI AUTOPRODUCE
Pino Daniele ricomincia dalla musica e torna a fare quello che gli viene meglio: il musicista puro. Ha infatti presentato alla libreria Fnac di Milano nel corso di un’affollata conferenza stampa La grande madre nei negozi dal 20 marzo 2012, un disco che lo raffigura così come lo vogliono i suoi ammiratori. E’ un’ulteriore svolta nell’ormai lunga carriera del cantante paternopeo che nell’estate 2011 si è esibito in concerto con Eric Clapton a Cava dei Tirreni: rottura con la casa discografica ed autoproduzione.
“Basta con le case discografiche, non mi ritrovo in questo mondo che pensa allo share” il cantautore napoletano ha scelto l’indipendenza totale: “Quando una casa discografica non crede più in un suo artista non investe più nei suoi dischi… io che ora sono il discografico di me stesso nel mio artista ci credo. Per chi se lo può permettere è una bella alternativa per riuscire a confezionare dei prodotti artistici senza dover discutere con gente che viene dal ramo commerciale e che magari di musica non capisce nulla. Non sono più in sintonia con i direttori artistici: confesso che mi sento un pesce fuor d’acqua e non mi ritrovo nei tanti cambiamenti del mondo dello spettacolo e dei media, adesso si è legati allo share, alle canzoni che devono funzionare in radio, dopo avere registrato tanti dischi, io non posso scrivere brani per telefonini”.
Pino ha presentato il suo nuovo cd nel giorno del cinquantasettesimo suo compleanno: “è stato il mio amico Renato Zero a suggerirmi l’autoproduzione e lo ringrazio perchè sono completamente libero, padrone del mio destino”. Daniele non ha proprio voglia di tradire l’arte: “è una cosa che trovo insopportabile. E ultimamente ci sono stati dei cambiamenti politici che non hanno certo aiutato la cultura.” Nonostante il suo pessimismo di fondo l’artista è tuttavia pronto a scommettere in un cambiamento in meglio: “se in Germania vince il film dei fratelli Taviani e se in usa trionfa The artist, vale forse la pena essere un pò ottimisti.”
Un paio di desideri per festeggiare nel migliore dei modi il tuo compleanno?
“Uno si è avverato, quando è arrivato il governo Monti. L’altro è che non finisca”
In La grande madre un solo pezzo napoletano ‘O fra (che suona più o meno come Ciao fratello), scrivere in inglese, in italiano, in dialetto napoletano, per me è una questione superata. Mi preoccupa una sola cosa, la nostalgia che a volte ti può fregare e ti fa fare cose non buone, ecco perchè non vado a cercare per forza il napoletano che usavo in passato”
Riuscirà l’album a vendere 35.000-40.000 copie necessarie a coprire i costi di una confezione sontuosa e di un grande cast artistico? Pino ci spera, grazie anche al tour al via sabato da Cesena, che in giugno lo porterà anche a New York: “io sono quel che sono e capita spesso di sentirmi un pesce fuor d’acqua, non mi ritrovo nei molti cambiamenti nel mondo dei media e dello spettacolo”
Pino saluta i giornalisti annunciando le tappe del suo tour: Cesena, Catania, Napoli, Roma, Firenze, Padova, Mantova, Reggio Emilia, Bologna, Torino, Bergamo, Milano, Zurigo, Brescia, Ginevra, Lugano, Genova, New York, Boston e Washington.
Un ritorno alle origini, libero, indipendente, autoprodotto, come ai tempi di Radio Napoli City quando, autoproducendosi propose in diretta la canzone Tanta storie, un brano mai inciso.
http://www.youtube.com/watch?v=h07eVltg0Gs
PINO DANIELE: IL SILENZIO DEL GUAGLIONE
di Gigi Vesigna
“RICOMINCIO DA 30”, TRIPLO CD DI PINO DANIELE
Un cofanetto con 45 canzoni tra nuove e altre già note ma riarrangiate, per celebrare i tre decenni di una carriera costellata di lunghe pause e moltissimi grandi successi.
Napule è mille culure, Napule è mille paure, Napule è a voce de’ criature che saglie chiano chiano…. Napule è nu sole amaro, Napule è addore ‘e mare, Napule è ‘na carta sporca e nisciuno se ne importa…
I versi di Napule è, canzone del 1977 di Pino Daniele, stupiscono perché sembrano scritti oggi. Il brano fa parte del primo dei tre dischi che il cantante napoletano ha curato minuziosamente, scrivendo canzoni nuove, e arrangiandone altre senza snaturarle. In tutto 45 canzoni che dicono molto sulla napoletanità. Ricomincio da 30, il titolo della raccolta tripla, vuole in qualche modo celebrare gli anni della carriera di un musicista straordinario. E su tutte colpisce proprio quella Napule è che è uno dei pezzi più pregiati di una carriera fatta di grandi successi e di lunghe pause, dovute a problemi al cuore. Riascoltandola non si può fare a meno di chiedergli se, scrivendola oggi, l’avrebbe mutata. «No, l’avrei lasciata tale e quale, perché non è cambiato niente. Ero un bambino quando sentivo parlare dei problemi del Mezzogiorno, ma non è successo niente. Abbiamo avuto tanti Governi e tutti quanti hanno promesso che il problema del Sud sarebbe stato al centro del loro pensiero… Adesso abbiamo un Governo nuovo, vediamo se cambia qualcosa».
Giuseppe – Pino – Daniele, cinque fratelli in una famiglia povera, ha assimilato sin dalla prima infanzia la città e il suo approdo di genti con lingue e culture diverse. Così, quando ha cominciato a esprimersi con la musica, ha mescolato blues e rock, le cui note arrivavano dalle Basi americane di stanza a Napoli, in una miscela fuori degli schemi abusati della canzone napoletana; quindi ha spruzzato tutto con il jazz cha abita a Napoli, grazie a Tullio De Piscopo e Tony Esposito e al sound magico di James Sanese. Il linguaggio è uno slang napolamericano che, senza cancellare la tradizione, la ripropone in chiave assolutamente moderna.
E arrivano i grandi successi, che vanno a farsi conoscere dal mondo. Carlos Santana segnala Pino a Bob Marley che, nel 1980, lo vuole con sé in un indimenticabile concerto allo stadio di San Siro, a Milano, davanti a 80 mila persone. Intanto Pino, amico fraterno di Massimo Troisi, scrive le colonne sonore dei suoi film. In Ricomincio da 30 c’è anche un duetto inedito tra loro, Saglie saglie.
Un problema cardiaco lo costringe a una lunga pausa, ma quando torna ritrova il successo: Non calpestate i fiori nel deserto vende 800 mila copie, il Festivalbar lo premia come vincitore, e con Dimmi cosa succede sulla terra si aggiudica nove dischi di platino. Nel 1998 “chiama” 90 mila persone in piazza Plebiscito e l’8 luglio prossimo, con i suoi vecchi compagni di viaggio, ha in programma al San Paolo un nuovo appuntamento, “Vai mo’ tour 2008”.
«A 53 anni, con l’obbligo di fare periodicamente un tagliando salvavita, mi sento come un giovane pieno di entusiasmo», dice Pino, «ma riesco a vivere sereno con la mia famiglia».
Ora Pino Daniele abita a Roma e con il mondo della musica mantiene un distacco ben preciso. «Oggi non si crea più la musica perché venga cantata e suonata, ma perché sia consumata il più in fretta possibile. Il marketing sta rovinando tutto, i cervelloni pensano solo a commissionare suonerie per i telefonini. Le nuove tecnologie imbrigliano le note, perciò io me ne sto ben lontano. Prendere o lasciare, la mia musica resta quella che mi sento dentro».
A giudicare dal triplo album – che vanta le partecipazioni preziose di Giorgia, Noa, Irene Grandi, Al Di Meola, Wayne Shorter – il messaggio è arrivato a destinazione. E alle sue più belle canzoni si aggiungono nuovi momenti musicali già destinati al futuro.
Come mai a Napoli sono nati e finiti i neomelodici ma rimane ancora vivo il grande Carosone, e si è perso un po’ per strada quel personaggio straordinario che era Nino D’Angelo, mentre imperversa Gigi D’Alessio?
«Io sono venuto dopo Carosone e, in un certo senso e con grande rispetto, ne ho mantenute le geniali anomalie, ma a Napoli di cantanti grandi ce ne sono stati tanti, penso soprattutto a Mario Merola, che era conosciuto in mezzo mondo, i neomelodici sono stati una meteora, Nino D’Angelo è un grande, e non mi sento di fare altri nomi».
Un silenzio assordante, ma Pino è fatto così: non bisogna leggere fra le righe per capire ciò che pensa. Per questo, probabilmente, dopo trent’anni di carriera, ci regala un bouquet di musica profumata di passato ma che ha sapore di futuro. Buon viaggio, e appuntamento l’8 luglio allo stadio San Paolo.
Che festa, guaglio’!