Paolo Conte basce ad Asti il 6 gennaio 1937, fin dall’infanzia si interessa alla musica, al jazz in particolare, spinto dal padre e dalla madre, appassionati di jazz in un periodo in cui tale musica è bandito dal fascismo. Nel dopoguerra Paolo e il fratello Giorgio sono accompagnati ad assistere ad un concerto di jazz. Con compagni di scuola prima, con semiprofessionisti della città forma vari gruppi: i Paolo Conte Quartet, di cui fa parte anche il fratello Giorgio. Con i Paolo Conte Quartet incide Why to swing, mini lp con quattro brani, nel 1960 partecipa ad un concorso per esperti jazz in Norvegia giungendo terzo. Tramite Rob Matano dei I Campioni entra in contatto con il gruppo Celentano, per cui scrive la musica del brano C’era lui. Inizia così la sua attività come autore di canzoni portate al successo da altri cantanti, la più famosa è Azzurro (successo del 1968 di Celentano), ma scrive anche per Carla Boni, Erminio Macario, ,Caterina Caselli, Carmen Villani, Gigliola Cinquetti, Joao Gilberto, Dalida, Shirley Bassey, Patty Pravo, Jonny Halliday, Gabriella Ferri e Milva. Fra le alte musiche scritte da Paolo Conte ricordiamo: Siamo la coppia più bella del mondo (Adriano Celentano e Claudia Mori, 1967), Quando io sarò partita (Gigliola Cinquetti, 1967), Green green green (Camerne Villani, 1967), Il dolce volo e Insieme a te non ci sto più (Caterina Caselli, 1968), Il fuoco brucia (Arthur Conely), Un milione un miliardo (Astrud Gilberto, 1968), Il grammofono (Rita Pavone 1968), Sleeping (Iva Zanicchi 1968), Come è piccolo il mondo e Yes (Shirley Bassey 1969), La speranza è una stanza (Dalida, 1969), Domani domani (Jonny Halliday 1969), Tripoli 1969 (Patty Pravo 1969), Messico e nuvole (Enzo Jannacci 1970), Il sapone, la chitarra e altre meraviglie e Pulmann (Equipe 84, 1970 e 1972), Santo Antonio, Santo Francisco (Mungo Jerry, 1971), Sanremo Sanremo (Erminio Macario 1976), Non piangere, non ridere, sola contro un record (Gabriella Ferri, 1981). Nel 1972, accorgendosi che è sempre più difficile trovare interpreti adatti alle sue canzoni si dedica per due anni alla sua attività di avvocato. Due anni dopo viene convinto da un dirigente discografico ad interpretare le sue canzoni. Nasce così nel 1974 Paolo Conte, il suo primo album, con il quale ottiene il premio della critica discografica. Da questo momento Conte inizia l’attività di cantautore scrivendo parecchi album nel quale è evidenziato il suo amore per il jazz e la sua passione per i favolosi esotismi. Dopo l’album Paolo Conte, premio nazionale della critica discografica, nel 1975 il secondo
album con il medesimo titolo, è però con Un gelato al limone (1979) che ottiene il primo grande successo. I brani più noti sono: Genova per noi, La topolino amaranto, Bartali, Angiolino, Dal loggione, La ricostruzione del Mocambo, e Onda su onda. Intanto Paolo Conte ha già effettuato diversi tour dal vivo con grande successo. Gli anni ’80, e quelli successivi, segnano l’affermazione internazionale di Conte: Paris Milonga (1981), Appunti di viaggio (1982), Paolo Conte (1984), Paolo Conte concerti (1985, un live dei suoi migliori successi che contiene una sua versione di Azzurrro), Aguaplano (album doppio del 1987, con il brano Max), Paolo Conte live (1988), Paolo Conte al cinema (1990), Conte ha conquistato l’Italia ma anche l’Europa, è fra i pochissimi cantautori italiani a vedere pubblicate le sue opere contemporaneamente in molti paesi. Conte mette in primo piano la musica e sottolinea l’amore per l’esotismo, molto piemontese, di chi ama viaggiare con la fantasia restando seduto ai tavolini di un bar. Diversi sono i riconoscimenti internazionali: diverse tournèe in Francia, dove è amatissimo e dove si è esibito più volte all’Olympia di Parigi, in Spagna, in Olanda, negli Stati Uniti, in Canada, e in altri paesi del mondo. Cantore della provincia, della società che vive nell’entroterra e che ha scarse possibilità di evasione al di là della colline, ma anche un esotismo, evocato attraverso il jazz, la rumba e il tango (le Americhe), evoca il passato delle Topolino amaranto, delle giarrettiere rosa, delle verdi Milonghe, e dei mocambi ricostruiti. Tra il naso di Bartali e la polvere sollevata da Gerbi il Diavolo Rosso, con le parole che si caricano di coloro, e la Parigi sognata da Josephine Baker, la Parigi del varietà. Conte sa evocare immagini, colori e suoni di un’epoca tramontata, o di un luogo lontano e mai visto, attraverso il perfetto connubbio di musica e parole. Il successo contiano prosegue negli anni ’
90: Parole d’amore scritte a macchina (1990), Novecento (1992), Tournèe (live del 1993), Una faccia in prestito (1995), E adesso Paolo Conte (1996), Tournèe 2 (1998), Razmataz (già titolo di un suo libro del 1988, album uscito nel 2000) con questo album Conte inaugura un nuovo genere multimediale attraverso disegni e dipinti, dialoghi e canzoni in francese, inglese e italiano. Premio Tenco del 1999 per la canzone dell’anno Roba di Amilcare dedicato al fondatore della rassegna Amilcare Rambaldi, nel 2001 pubblica l’album Paolo Conte, è stato insignito della laurea ad honorem in lettere dall’Università di Macerata, ed ha ricevuto il Premio Montale per i versi delle sue canzoni. Nel 2003 sono usciti Revieres, sedici brani riarrangiati e ricantati con i musicisti che lo hanno accompagnato nei suoi numerosi concerti, e The best of Paolo Conte. Sempre nel 2003 è uscito il libro-videocassetta curato da Vincenzo Mollica Parole e canzoni, per la Einaudi Stile Libero, nel 2004 esce Elegia, il primo disco di inediti dopo nove anni. Conte è un cantautore che si è distaccato dalla melodia italiana dei suoi colleghi, la sua musica è per questo apprezzata al livello internazionale, identificata con la nostra patria, così come Charles Trenet, Gilbert Becaud, Charles Aznavour e altri chansonnier lo sono per la Francia, Joa Gilberto, Vinicious De Moraes per il Brasile ecc. Alcuni tratti della sua musica ci avvicinano alla pittura metafisica di De Chirico, infatti, come nei quadri di ques’ultimo, nella rappresentazione precisa dei particolari di Conte ci sono invocazioni, ad esempio in Una giornata al mare il mare più banale che ci possa essere, quello della Liguria degli anni ’60, si trasforma in un qualcosa carico di fascino, di mistero, di profonda inquietudine. In Genova per noi anche la tranquilla città italiana diventa un luogo mitico, teatro di ancestrali paure e di straordinarie manie. Conte è anche salgariano (basti pensare a I mari del sud), evoca inoltre il Sudamerica, la pampa, Parigi, le isole e i sogni, veri e propri “non luoghi”, la rumba ed alcuni ritmi swinganti degli anni ’30. Certi versi delle canzoni di Conte sono diventati patrimonio comune, modi di dire che la gente usa, a proposito o no poco importa, ma si intende subito. Nel 2008 escono Psiche e Paolo Conte plays jazz. Nel 2009 esce il libro, scritto con Manuela Furnari, Prima la musica. Nel novembre 2010 la sua canzone Vieni via con me viene utilizzata come colonna sonora e interpretata da vari illustri artisti nella trasmissione Vieni via con me condotta da Fabio Fazio e Roberto Saviano, nell’ambito della stessa trasmissione Conte presenta il suo nuovo album Nelson. Il singolo di lancio, L’orchestrina, come spiega una nota sul disco, è dedicato a Dino Crocco: «Dino Crocco – spiega Conte – era un carissimo amico, oltre ad essere il capo di un’orchestrina che suonava nelle belle sale da ballo italiane negli anni Sessanta. Ho dedicato a lui questa canzone che si chiama L’orchestrina perché mi riporta a quegli anni, quando io seguivo queste orchestre e osservavo cosa succedeva nell’orchestra e intorno all’orchestra» Nel gennaio 2011 la città di Parigi conferisce a Paolo Conte la Grande Medaille de Verneil, massima onorificenza della capitale francese ad un cittadino. Nel 2014 esce un nuovo album di inediti, Snob, quindi Conte parte per un tour europeo che lo porta nelle più importati città del vecchio continente. Nel 2016 esce Amazing game, allbum solo strumentale.
Ascoltate la trasmissione radioofonica STILE ITALIANO LA STORIA DELLA CANZONE ITALIANA RACCONTATA DAI SUOI PROTAGONISTI.