15 novembre 1990 – 15 novembre 2020, trent’anni senza Paolo Valenti

Il 15 novembre 1990 moriva Paolo Valenti, mitico conduttore di Novantesimo Minuto. Nato a Roma il 6 ottobre 1922, laureatosi in lettere, nel 1950 entrò in Rai con un concorso (uno dei pochi nella storia della Rai, quando ancora si entrava per concorso e non per raccomandazioni politiche), concorso grazie al quale entrarono anche Antonello Marescalchi ed Enrico Ameri. Valenti entrò a far parte delle radiosquadre destinate a formare grandissimi giornalisti che realizzeranno negli anni a venire straordinari documentari ed inchieste radiofoniche e televisive. Le radiosquadre, piccole troupe inviate nelle zone più remote della provincia italiana per fare spettacolo e, al contempo, far conoscere la radio come strumento di collegamento con la realtà esterna ebbero fra gli altri: Enrico Ameri, Roberto Costa, Luca Di Schiena, Ghigo De Chiara, Mario Ferretti, Beppe Viola, Gigi Marsico, Pia Moretti, Nando Martellini, Aldo Salvo, Gianni Granzotto, Ezio Zefferi, Nanni Saba, Franco Schepis, Paolo Valenti, Piero Angela, Mario Fogliotti, Emilio Pozzi, Lello Bersani, Antonello Marescalchi. Luciano Rispoli ed altri.

Fra i documentari realizzati da Valenti ricordiamo Svolte pericolose sulla circola­zione stradale realizzato da Nando Martellini e Paolo Valenti in occasione della settimana dell’educazione civica. La RAI contribuisce alla “settimana” trasmettendo, oltre a questo documen­tario, conversazioni di autorità, tecnici, medici, assi del volante. 22 ottobre 1951 La prigionia di guerra Va in onda 4 WI – 17279, documentario sulla prigionia di guerra a cura di Vittorio Cravetto. Cronisti Enrico Ameri e Paolo Valenti. Nel corso degli anni ’50 Valenti realizza diversi documentari radiofonici: Vita segreta della banda musicale (con Vittorio Cravetto), L’ultima cordata , Sciolte e a pacchetti, L’ultimo dei mohicani (dedicato alla caccia ai cinghiali in Maremma, con il quale vincerà il premio Calliope nel 1955), Pubblica piazza, Petrolio a Sud, Shangai, Ho perduto il portafogli, Come si mangia oggi (realizzato con Massimo Ventriglia), Delta padano. Valenti è fra i giornalisti che realizzano la rubrica Telescopio (che prende il posto de La Giraffa, rubrica ideata da Vittorio Veltroni), dal 1951 tiene a battesimo Radio Sera (giornale radio del secondo programma). Radio Sera è il primo rotocalco radiofonico e primo esempio di informazione-spettacolo. Vi collaborarono giornalisti di grande abilità ed esperienza professionale: Italo Neri (redattore capo), Ugo Martegani (per la politica interna), Massimo Rendina (alla politica estera), i radiocronisti Mario Ferretti, Paolo Valenti ed Enrico Ameri, capitanati da Carlo Bonciani; Eugenio Danese e Guglielmo Moretti per lo sport; Renato Venturini per la cronaca; Federico Zardi per il “colore e varietà”. Gli annunciatori erano stati scelti, al termine di una selezione rigorosa, per formare una pattuglia affiatata e di prim’ordine: Gigi Carrai, Paolo D’Ovidio, Corrado Mantoni, Antonello Moroni, Federico Neri, Paolo Pacetti, Marcello Modugno, Nico Renzi, Edilio Tarantino e Renata Rugini, l’unica donna. Dal giornale radio dipende anche le rubrica Domenica Sport.

Con gli anni ’60 Valenti è nello staff di Domenica Sport, fra i radiocronisti del Giro d’Italia e del Tour de France ed inviato per le Olimpiadi romane del 1960. Proprio in quell’anno e in occasione delle Olimpiadi che si svolgono a Roma, nascono Radio Olimpia (guida alle Olimpiadi con Roberto Bortoluzzi) e Tutto il calcio minuto per minuto rubriche che avranno Valenti fra i giornalisti. Valenti collabora quindi con Sergio Zavoli nel Processo alla tappa.

Passato in televisione Valenti commenta numerose edizioni del Giro d’Italia, gare di automobilismo ed incontri di pugilato (mitico il Griffith/Benvenuti del 1967), quattro edizioni delle Olimpiadi. Nel 1970 inventa con Remo Pascucci e Maurizio Barendson 90° minuto che conduce dapprima con Barendson e poi, a seguito della riforma Rai del 1975, da solo. 90° minuto vede Valenti mattatore del programma che illustra poco dopo la fine degli incontri le cronache delle partite del campionato di calcio di serie A. La formula rituale del “teatrino”, come egli stesso definì la trasmissione, diviene immediatamente popolare tra i tifosi italiani, che potevano vedere poco dopo il termine degli incontri i filmati delle partite nell’atmosfera gioviale e garbata che caratterizzò il programma. Valenti condusse Novantesimo minuto per vent’anni consecutivi, il 21 ottobre 1990 apparve in video molto dimagrito e con la voce affaticata: già gravemente malato, si sarebbe spento poco dopo. Durante la sua lunga carriera di giornalista sportivo, Valenti rifiutò sempre di dire per quale squadra calcistica tifasse, né la cosa traspariva dai suoi commenti, estremamente imparziali. Affermava però che sarebbe apparso in tv con i colori della sua squadra, il giorno in cui avesse smesso di condurre la sua storica trasmissione, ma morì prima di portare a termine tale compito: toccò a Nando Martellini rivelare, nella puntata di 90° minuto del 18 novembre 1990, la squadra per la quale Valenti tifava: la Fiorentina. La domenica successiva, in occasione di Fiorentina-Lecce, i tifosi viola gli dedicarono uno striscione: “Paolo, al 90º l’abbiamo saputo, viola con classe e dignità”.

Paolo Valenti morì a Roma il 15 novembre 1990, riposa nel cimitero della località di Quantin nel Comune di Ponte nelle Alpi in provincia di Belluno.

Paolo Valenti e la radio

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