Stefano Valli

stefano valli

Stefano Valli è nato a Roma il 19 dicembre di qualche anno fa, quali sono i tuoi primi ricordi radiofonici?

Da piccolo, come molti che hanno poi hanno fatto radio, ascoltavo Alto gradimento, Supersonic e la Hit parade di Lelio Luttazzi; non ci capivo molto ma le canzoni mi piacevano e quindi era l’occasione per ascoltare buona musica. Alla fine degli anni ‘70 le radio private a Roma erano già moltissime, avevo un inserto non ricordo bene se di Suono o Stereoplay che le elencava in ordine di mhz, saranno state almeno una cinquantina. Elenco alla mano le cercavo sulla scala della radio ma non tutte si ricevevano a Roma centro dove abitavo. Avevo evidenziato quelle che preferivo tipo Radio Antenna Musica, Punto Radio, Radio Hanna In e qualche altra.

Come sei arrivato al mondo delle radio?

“’L’occasione capitò per caso durante le vacanze estive del ‘79, una sera accompagnai un amico che lavorava in una radio locale, quando ad un certo punto durante la trasmissione, dovette assentarsi per un’emergenza e visto che oltre me non c’era nessuno altro, mi ritrovai a mettere dischi in attesa del suo rientro… Fortunatamente mio fratello maggiore era uno “smanettone” appassionato di alta fedeltà e grazie a lui avevo cominciato a prendere confidenza con certe apparecchiature, inoltre da poco ero riuscito ad avere un compatto stereo mio personale grazie al quale avevo imparato a maneggiare i dischi. Avevo solo 14 anni e considerando che molti della mia generazione pare abbiano cominciato anni prima penso di essere arrivato anche tardi… mentre loro già andavano in onda io mi cimentavo a casa registrando i jingles, all’epoca chiamati stacchetti, e le novità musicali dalle varie radio. In qualche modo montavo il tutto e ci parlavo sopra. Riascoltavo e registravo di nuovo cercando di migliorare. La svolta credo sia arrivata grazie a una cassetta avuta in regalo con la registrazione di un programma davvero pazzesco rispetto a quello che avevo ascoltato fino a quel momento… Ascoltandolo più e più volte inoltre, avevo notato che ogni volta che quel disc jockey terminava l’intervento iniziava il cantato… l‘ammiraglio dell’astronave 101 con il suo ruggisaluto, che metteva i dischi cantandoci su come nessuno altro in Italia era: Leonardo Re Cecconi alias Leopardo, il più americano di tutti con Soul Train su Radio Milano International. Sempre in estate, ero in vacanza a Sperlonga, Fondi, accompagnai un amico che conduceva una trasmissione serale, quando fu chiamato per un’emergenza e dovette assentarsi, dopo un’oretta e una serie di circostanze mi ritrovai a mettere dischi e a fare l’identificazione della radio, una vera radio RAF…. Era il periodo di Gino Soccio! A casa avevo fatto, sperando che prima o poi il sogno si avverasse, prove e prove suonando i dischi dal mio stereo, annunciandoli e registrando il tutto cercando di ispirarmi ai miei speaker preferiti, uno su tutti proprio Leopardo …chissà che ne usciva fuori, che darei per riascoltarli! Tornato a Roma, dovevo assolutamente entrare in una radio! Feci una scrematura di quelle che mi piacevano di più e che naturalmente potevano fare al mio caso. Ne selezionai 3 o 4 di pari livello, Radio Terminal Roma, Radio One e Radio Up, la prima dove provai fu Radio Up, Fm 90.100, una radio fatta da giovani per i giovani. Mi presentai per un provino, feci una buona impressione e cominciai subito lavorare sodo per una decina di giorni in sala di registrazione. Grazie ai loro consigli i progressi furono evidenti al punto tale che dopo quella fase ci fu la promozione a conduttore visto che la fascia dalle 17 alle 19 era rimasta scoperta. Dopo un po’ di giorni passati in sala di registrazione a farmi le ossa, iniziai alle 17.00 di lunedì 13 ottobre 1980, non so in che modo ma il primo disco che annunciai fu How Long dei Lipps Inc.. Iniziai a condurre un programma di due ore dal lunedì al giovedì, International Disco Action, che il venerdì si trasformava in Top Twenty. Da quel 13 ottobre 1980, ho imparato molto soprattutto da alcuni colleghi, così attenti alla tecnica dell’intro musicale, perché quello che avevo ascoltato fare a Leo di RMI aveva una sua definizione, quel fermarsi al punto giusto per lasciare spazio al cantato, era prendere l’intro. Dal lunedì al sabato andai in onda sui 90.100 fino all’estate 1981.
Dopo l’estate 1981 vissuta tra mare e radio tornai a Radio Up, ma purtroppo la situazione stava cambiando e non faceva più al caso mio, all’epoca i cambiamenti erano all’ordine del giorno. Passai allora a Tre Mari Trasmissioni, una radio di maggior spessore, più adulta, con copertura superiore e soprattutto ben organizzata, erano i tempi degli Odissey con Going Back To My Rootse di Mel Brooks con It’s good to be the king, e ancora il grandissimo Gino Soccio! Andai per un provino e mi presero subito. Due erano gli editori, diametralmente opposti, Sergio Torresetti e Remo Pimpini, i colleghi già molto quotati erano, l’americano Charlie Cannon (oggi cantante), Fedrico Biagione (Radio Rai), Antonello Baranta ed altri 2 o 3 di cui non ricordo il nome, il mio programma in onda dalle 15 alle 16 si intitolava “96 e 200 in alto come il vento”. Mi divertivo, guadagnavo qualcosa e grazie ai miei colleghi più grandi e soprattutto più esperti… La mattina a scuola e il pomeriggio in radio. Nell’estate 1981, di nuovo in vacanza, senza perdere tempo mi proposi alla radio più forte della zona, Radio Centro Lazio e grazie alla mia provenienza da una radio romana venni accolto a bracca aperte, senza provino, dal compianto direttore responsabile Gino Anselmo. Andavo in onda nella tarda mattinata in spiaggia, il pomeriggio in diretta con il Disco estate, programma dell’ AID, Associazione Italiana Disk Jockey che mi affidò lo stesso Gino dopo essermi iscritto… l’ho condotto per tre edizioni, una vera figata…. La sera baldoria con gli amici e nei fine settimana dj al Giona, nota discoteca sul litorale tra Terracina e Sperlonga. Nel 1983 a Radio Centro Lazio ho vissuto anche la mia prima esperienza da direttore artistico. Esperienza breve ma importante cominciata e terminata nell’autunno 83’ con un programma intitolato Off Shore dalle 13.30 alle 14.30.

La mia seconda tappa radiofonica romana credo sia stata determinante per quello che è stato poi il mio percorso, la radio era Tre Mari Trasmissioni, nota per avere una sigla di apertura e chiusura programmi fuori dal comune, Concorde di Frank Pourcel. Come radio era ben organizzata e aveva un target decisamente più adulto.
Dopo le scuole superiori e un anno sabbatico ho fatto un pò di informatica, poi ho iniziato a studiare recitazione e canto facendo vari seminari. Per un certo periodo abbandona la radio per dedicarsi full time alla professione di attore-doppiatore; i primi ruoli generici e successivamente quelli di piccoli personaggi arrivano grazie a maestri d’arte come R.Izzo, P.Locchi, P.Colizzi, R.Del Giudice, M.Maldesi solo per citarne alcuni. Nello stesso periodo l’incontro con Riccardo Paladini che dopo avergli insegnato i “trucchi del mestiere” lo introduce nel settore dei documentari e voice over; i trailers e gli spot pubblicitari radio-televisivi nazionali sono poi una naturale conseguenza.

Dopo una beve parentesi a Radio Roma, nel 1984 Stefano passa a Radio In, :


“Dalle ceneri di Radio In (circuito nazionale) era nata Radio In Montecitorio che poi ridiventò Radio In, da questa struttura sono entrato e uscito un bel po’ di volte… fino alla fine degli anni ‘80. Inizialmente, conducevo uno spazio di 30 minuti post prodotto che veniva trasmesso dalle Radio In italiane rimaste, poi dopo una serie di cambiamenti passai dalle 18 alle 20; non ho avuto solo questa fascia, ma anche altre, ogni volta che rientravo cambiavo orario, e ricominciava il Circo Banana! Direttore Marco Del Vecchio. La sede era in Via Dell’Esperanto all’Eur. l’editore Follega ed i suoi collaboratori grazie ad un contratto milionario con la Sip per oltre un anno, dettero vita al primo circuito nazionale in Fm d’Italia. Radio In mi ha permesso di crescere molto, i contatti con le case discografiche, il via vai di artisti, di gente dello spettacolo e le mie prime interviste internazionali di alto livello… indimenticabili quelle con Al Jarreau e gli Spyro Gyra! La storia di questa meravigliosa radio terminò in tribunale, il marchio fu tenuto in vita da una serie di cordate tra i quali anche Valentini, che poco tempo dopo divenne unico editore. Alla fine del decennio cedette per un periodo la gestione, poi situazioni poco chiare e “caimani vari” lo indussero a vendere la frequenza 101 mhz al gruppo Espresso.

Dal 1986 al 1988 Stefano lavora a Radio Immagine 99 (Latina): “A Radio Immagine 99 più che direttore ero station manager con a disposizione un cospicuo budget. Era appena stata rilevata da Giuseppe Bolognesi, noto imprenditore, con il progetto di creare una vera azienda di successo come quelle di cui era già a capo! Nel giro di pochi giorni la mia creatività girava mille, grazie a lui le idee ed i progetti diventavano realtà. Prima cosa un restyling generale riguardante la creazione di un nuovo logo, da Radio Immagine a Radio Immagine Novantanove, frequenza principale, l’archivio musicale, poi le sale e la bassa in versione broadcasting, importante potenziamento dell’alta frequenza, la programmazione musicale con clock e play list stile USA, jingle e spot registrati a Blu Studio (Milano) da voci come Daniele Milani, Alex Poli, da doppiatori del calibro di Locchi, Rinaldi, Fiorentini, e una campagna pubblicitaria a 360° da far invidia a Canale 5. Da quel momento cominciò una via crucis di speaker che volevano lavorare con noi, e dopo un po’ di rodaggio e selezioni varie creammo uno staff da radio nazionale, che unito a tutto il resto ci permise di spazzare via la concorrenza in brevissimo tempo! Riunioni quotidiane con l’editore, scambi continui di crescita tecnica per lui e di vita per me. Il periodo d’oro, segnato da voci con grande personalità e tecnica, è sicuramente tutto l ’86 fino all’estate 87, dopo … spiacente per chi ne ha fatto parte, il nulla! Per le news una vera ed inaspettata scoperta, l’ottimo Roberto Nalin.  Alla fine del 1987 come già accennato i primi cedimenti, decisi quindi di uscire; rientrai alla fine dell’88 rifiutando di riprendere la direzione, voci e volti nuovi non proprio dello stesso livello avevano già cominciato a scrivere la parola fine. La mia collaborazione terminò definitivamente nei primi mesi dell’89. Radio Immagine 99 visse di rendita per circa un anno, e per la gioia dei concorrenti chiuse. Se ne parla ancora oggi, qualcuno scorrettamente, si vanta di essere stato la mente di quel progetto… beh che dire, per me è un onore, evidentemente ho lavorato davvero bene! Di recente ho avuto l’occasione di riparlarne con lo stesso Bolognesi, e posso dirti che il finale ancora non ci va giù! Poi se parliamo della Radio Immagine rinata qualche anno fa, per dovere di cronaca, non deriva da quella, dopo quasi 15 anni ha solamente riutilizzato parte del nome.”
Poi vi fu l’avventura di Rpm the show Radio: “Nella primavera del 1989 l’editore Roberto Papaverone acquistò Radio Pontina 1 e mi contattò: volle essere informato su ciò che di positivo era accaduto negli ultimi anni nella fm di Latina. Dopo qualche incontro trovammo un accordo e firmammo un contratto. Diffusioni Sonore, società del sottoscritto avrebbe avuto la totale gestione della radio senza alcuna interferenza, spese staff a mio carico, tecniche, musicali, promozionali e di utenze a carico dell’editore, per la durata di 18 mesi, e non oltre vista l’esperienza precedente. Cominciò così un’altra allettante sfida da me ribattezzata ufficialmente in RPM The Show Radio; un gruppo, cosa fondamentale, unito e propositivo, programmi il più possibile originali e divertenti come “Domani ad RPM”, a dire di molti che lo hanno ascoltato il “Ciao Belli” di oggi. Nello staff c’erano: Ilario, Milena, Tiziana, Gigi, Silvio ed io, uno per tutti e tutti per uno!”
Nel 1991 il passaggio a Rpm, chiusa la parentesi su Latina per un breve periodo conduce la fascia giornaliera dalle 10,00 alle 13,00 su Radio Centro Suono. “Poi un evento che mi segnò molto, la delusione per essere stato boicottato dal condurre una fascia quotidiana su Radio Verde Rai visto che stavo per firmare il contratto. Il mondo della radiofonia e i molti “zatteranti” mi avevano nauseato, e quindi colsi l’occasione per voltare pagina e dedicarmi esclusivamente al doppiaggio al teatro e a tutto ciò che riguardava quel mondo. Il tutto per fortuna mi ha permesso di crescere anche nelle prestazioni relative a spot pubblicitari e voce istituzionale, visto che registrarli come speaker è una cosa, e da doppiatore professionista decisamente un’altra! Una piccola rivincita comunque me la sono presa lo stesso lavorando sia a Radio 1 Rai che a Radio 2 Rai come attore in svariati sceneggiati radiofonici.”
Sul finire degli anni ’90 Stefano passa a Radio Città Nord: “Alle 8 di una mattina di gennaio 96’ ricevetti la telefonata di Biagio Stuppello, editore di Radio Città Nord, che mi disse con il suo inconfondibile tono: uèèè dottò, ti va di riparlare di radio? La rabbia e la nausea erano state metabolizzate, ci incontrammo e mi disse <ho la macchina e la benzina per fare il pieno ma non ho ancora trovato un pilota! Passati un paio di giorni ripresi a fare radio…e anche il direttore! Le cose da fare erano una marea, la situazione era disastrosa, chi andava da una parte chi da quella opposta…come diceva lo stesso Biagio “è un casino dottò”. Cambiai ancora il format rispetto alle mie precedenti direzioni, talk ridotti, vista la situazione e una play list, desiderio dello stesso Biagio e sottoscritta in pieno, esclusivamente R&B, Soul,Rhythm & Blues, Hip Hop, Black Elettro Funk. Per giusta e condivisa scelta editoriale pochi collaboratori ma buoni, degno di una citazione speciale il super attivo Silvio Limatola, soprannominato Felix de “La strana coppia” per la sua mania di rimettere in ordine tutto ciò che gli capitava davanti. Il progetto Città Nord nonostante l’impegno terminò a fine luglio. Un meritato mese di vacanze e a settembre debuttai a Kiss Kiss Network. Di colpo il mio cellulare cominciò a ricevere telefonate da persone scomparse da anni, strano vero? Mi venne affidata la conduzione di Kiss Kiss Vibes programma dedicato alle nuove tendenze musicali, condotto in precedenza da Nino Mazzarino. Ascolti in crescita e una nomination per il Telegatto della radiofonia. Poi quando mi resi conto che la mia permanenza a Napoli mi stava allontanando dal doppiaggio e dai provini cinematografici, decisi di tornarmene a Roma. Decisione affrettata? Decisamente si.”


Nel 1998 quindi il rientro a Roma e il passaggio a Radio Globo: “era la radio più ascoltata a Roma in quegli anni. Nei primi ‘90 prima ero stato la voce ufficiale quando ancora non aveva speaker. Ero rimasto costantemente in contatto con l’editore Cesare Benvenuti, di tanto in tanto facevamo lunghe chiacchierate nel suo ufficio tra una sigaretta ed un’altra con piedi sulla scrivania (lui)! Uscito da Kiss Kiss mi convinse ad entrare a far parte di quel progetto vincente e così particolare, tanto ritmo e serate nei locali spesso in diretta radio. Era la primavera del 1998. A giugno ’99 poi mi proposero di fare un provino per RTL 102.5, andò benissimo, ma ad un passo dal contratto con il network, non ricordo bene come mai, mi offrirono una fascia su RTL Roma, che non era certamente la stessa cosa…. Insomma assaporato il ritorno su una radio nazionale, arrivò anche il desiderio di cambiare aria. Terminai nel dicembre 1999. Ero di nuovo senza una radio, quando agli inizi di gennaio 2000 qualcuno si accorse che non ero più in onda e mi contattò. Firmai per per Dimensione Suono Roma, dopo pochi giorni passai alla fascia 9 – 12. Nel 2004 il passaggio a Dimensione Suono 2, stesso gruppo editoriale RDS.


In tanti anni on air hai cambiato molte radio…


“Si, sono un bel po’ vero? Proposte ce ne sono state, ma nulla di veramente allettante che mi abbia fatto decidere di lasciare RDS 2. Accettare nuove sfide è nel mio dna, mi piace da matti, e di sicuro con l’esperienza maturata in tutti questi anni riprendere in mano le redini di una struttura e tirare fuori tutte le idee e la creatività sarebbe una bella cosa!”

Altre radio?

Beh a parte le numerose che hanno scelto di acquistare i miei programmi da studi di produzione, preferisco fare un veloce elenco con le principali dove ho lavorato come speaker e in alcuni casi come direttore artistico. Ricapitolando negli anni ’80 Radio Up, Tre Mari Trasmissioni, Radio Roma, Radio In, Erre 4 Stereo (Lt), Radio Monte Artemisio (Rm), Radio Emme 100 Stereo, Radio Immagine 99 (Lt) come direttore artistico, RPM Radio (Lt) come station manager, Radio Centro Suono. Negli anni ’90 Radio Città Nord come direttore artistico, Radio Kiss Kiss Network, Radio Globo. Negli anni 2000 Dimensione Suono Roma, Dimensione Suono 2.

Che fretta, ci saluti già?

“No figurati, anzi apro una parentesi. Nella metà degli anni ‘80 ho frequentato un biennio di recitazione e non a caso… In quel periodo le hanno provate tutte per farmi disamorare, i progetti saltavano da un giorno all’altro e gli alti e i bassi erano ormai la normalità con la legge sulle emittenti private ancora in fase di rodaggio.”

E poi?

Un regista programmista Rai con il quale avevo collaborato aveva fatto il mio nome al capostruttura di Rai in fm che aveva voluto incontrarmi e che successivamente mi propose una conduzione a due, ma a poche ore dalla firma del contratto saltò tutto. La spiegazione fu che all’ultimo momento avevano deciso di affidarsi a persone con le quali avevano già collaborato… perciò senza un valido motivo fui fatto fuori. Venni a conoscenza solo un paio di anni più tardi che ci fu una intromissione da parte di una ex collega già in organico. Grazie a quella cortesia ricevuta e alla grande delusione mollai tutto. Fu un periodo difficile che però credo proprio sia stato lo spartiacque della mia carriera.

Hai cominciato a fare il doppiatore?

Stefano: tanta gavetta con brusio e battute a sinc. Se non avessi frequentato quel biennio di recitazione chissà come sarebbe andata. Il 1989 professionalmente parlando era cominciato maluccio, ma dopo circa sei mesi sono arrivate le prime piccole soddisfazioni. Nei primi anni ‘90 ormai nel giro sono arrivati qualche film, un paio di serie tv, spettacoli a teatro, i radiodrammi in Rai, le narrazioni alla Radio Vaticana, gli spot nazionali.

Nel gennaio 1996 però alle 8 del mattino squilla il telefono. Un piccolo editore, mio estimatore dai tempi della radio, senza troppi preamboli mi proponeva di guidare un progetto apparentemente stimolante, rilanciare Radio Città Nord di Latina. Per sei sette mesi ho fatto l’impossibile poi dovetti arrendermi perché non era cambiato nulla… Nel frattempo avevo avuto contatti con Kiss Kiss Network, la proposta era di condurre Vibes consolidato e seguitissimo programma dedicato alle nuove tendenze musicali. Qualche mese dopo arrivò la nomination per il Telegatto della radiofonia di Tv Sorrisi e canzoni.

Poi sei tornato a Roma giusto?

“Si, anche se in realtà a Napoli sono stato bene, non ho mai tagliato Roma, era la mia città e oltretutto il doppiatore anche se non quotidianamente avevo continuato a farlo… Agli inizi del 1998 firmo per la più ascoltata in quel momento a Roma, Radio Globo, per una fascia serale. Lavorare di sera mi permise di riprendere a fare il doppiatore seriamente. A giugno ’99 mi trovo davanti ad un altro bivio, avevo incontrato durante una pausa pranzo in Prati, una persona che lavorava a RTL 102.5 che mi propose di fare un provino visto che lo spazio dalle 19,00 alle 21,00 finito luglio sarebbe rimasto vacante. Lo feci nella sede romana e a sentire loro andò anche bene, ma dopo una lunga e strana contrattazione, mi proposero una fascia mattutina su RTL Roma che gentilmente rifiutai… Ormai non avevo più stimoli ad andare in onda su una, seppur grossa, ma pur sempre radio locale; quel cavolo di provino aveva riacceso in me la voglia di tornare su una radio nazionale addirittura di prima fascia. Convinto di quello che stavo per fare conclusi il contratto a fine dicembre ‘99. Ecco, la fortuna di essere un doppiatore professionista mi aveva permesso anche di lasciare una radio senza averne pronta un’altra senza pensarci troppo.

Dopo un paio di settimane qualcuno notò che non ero più in onda e lo segnalò a chi di dovere. Dopo un breve incontro con un responsabile firmai per Finradio, società del gruppo RDS che gestiva Dimensione Suono Roma. Da febbraio 2000 in fascia dalle 9 alle 12.

Qualche anno più tardi il passaggio, sempre in famiglia, a Dimensione Suono 2, dove sono rimasto in onda con una fascia pomeridiana fino al 2011, anno in cui ho deciso di smettere per dedicarmi totalmente al doppiaggio.


In tutti questi anni di radio avrai senz’altro mille aneddoti da raccontare, quale è il più curioso?


“Mille è dire pochi, ma ricorderò sempre quel pomeriggio della mia prima estate in radio, stava suonando Nato Adesso dei New Trolls, in concerto la sera stessa a Sperlonga… il brano inizia molto lentamente e poi prosegue con un assolo da paura di Nico di Palo che dura svariati minuti con un crescendo di basso e batteria e pianoforte il tutto molto molto coinvolgente. Eravamo in 6 o 7, io naturalmente il più piccolo, per farla breve ci ritrovammo chi con la scopa in mano a simulare la chitarra di Di Palo, chi con lo spazzolone a simulare il basso di D’Adamo chi a far finta di suonare la batteria di un Belleno scatenato; volume a pallettone e tutti in delirio!!!”


Cosa avevano le radio libere degli anni ’70-’80 che manca invece alle radio di oggi?


“L’entusiasmo, le idee, la continua ricerca dell’evoluzione, il coraggio. Allora la professionalità era inferiore, ma i contenuti e l’originalità erano di altra categoria. Non è vero che prima era tutto migliore come sostengono molti miei colleghi, la memoria di chi non è più nel giro da troppo tempo fa brutti scherzi, tutto fantastico, irripetibile e tanto altro. Per fortuna tendiamo a dimenticare i brutti momenti e ricordiamo solo le cose belle. L’entusiasmo c’era e immagino ci sia ancora, la sperimentazione è sparita e poi quella selezione forse anche troppo rigida di una volta ha lasciato il posto a tutt’altro. Molti che oggi indossano la prestigiosa maglia numero 10 in quegli anni non avrebbero oltrepassato l’ingresso di una radio importante se non per chiedere gli adesivi e poi per essere congedati con la frase “scusate ragazzi ma ora dobbiamo lavorare”. Con gli anni 2000 purtroppo sono arrivati anche una serie di cambiamenti che hanno omologato la maggior parte delle radio comprese quelle oggi cercano di fare vintage solo suonando i dischi di un tempo…

E cosa hanno invece le radio di oggi che mancava alle radio di ieri?

“Gruppi editoriali alle spalle con delle solide basi, la tecnologia informatica, e l’infinito mondo di internet. E’ meglio che ci fermiamo qui, la storia è lunga, ci sarebbe ancora molto da raccontare… comunque grazie a voi e a chi l’ha letta! Un saluto speciale ad alcuni protagonisti del mio cammino: a Gino di Radio Centro Lazio, Piero di Radio Up, Pino di Radio Immagine, Umberto di Radio Emme 100, e… a Biagio di Radio Città Nord che se ne è andato troppo presto. La legge che le regolamenta è una santa cosa, i grossi gruppi editoriali hanno contribuito a portare professionalità e sicurezza economica, per quel che riguarda la parte tecnica la tecnologia unita all’informatica e l’infinito mondo di internet per tutto il resto.”

Siamo quasi alla fine del nostro incontro ci lasci senza parlarci almeno un po’ della tua sfera privata?

“Mi piace viaggiare a fari spenti nel senso che non amo mettere in mostra determinati argomenti della mia vita privata già abbastanza altalenante… posso dirti che ho sempre coltivato svariati hobby tipo l’hi-fi, la musica, gli strumenti musicali, i pittori del secolo scorso, e appena possibile mi regalo momenti che mi fanno stare bene”

Sappiamo che come doppiatore hai raggiunto una certa notorietà, dicci qualcosa in più…

“Quante volte capita di ascoltare una voce al cinema o in tv senza sapere a chi appartiene, i doppiatori svariate volte non vengono inseriti tra i titoli di coda e quando ci sono il più delle volte vengono tagliati per esigenze di tempi televisivi. Per questo e dato che i siti di riferimento non aggiornano come dovrebbero è on line il mio sito ufficiale stefanovalli.it e una pagina facebook come Stefano Valli doppiatore.”

Un’ultima cosa, nostalgia di andare in onda?

“No non direi al massimo potrei mettere a disposizione un po’ della mia esperienza con una consulenza artistica o musicale… tu hai per caso una maglia con il 10 da darmi?

Grazie Stefano!

“A te”.

Stefano Valli

Dalla prefazione di Umberto Broccoli

“Non ho mai incontrato Massimo Emanuelli, ma ne conoscevo la competenza e la passione, ambedue dedicate alla radio. Da anni dietro ad un microfono, Emanuelli appartiene a quel gruppo di professionisti legati a questo medium antico e sempre nuovo, perché agile, snello, efficace, immediato, fantasioso, originale, insuperabile, semplice e non facile. Semplice, perché agile, snello, efficace, immediato, fantasioso, originale, insuperabile. Non facile per gli stessi motivi da non ripetere ancora una volta. Chi fa la radio deve costruire un percorso, elaborare un pensiero, immaginare come comunicarlo, fare in modo di trasformare le parole in immagini nella mente dell’ ascoltatore. È il teatro della mente nel quale chi ascolta è parte attiva esattamente come chi parla dietro a quel microfono. Chi ascolta è al tempo stesso scenografo, regista e autore così come lo è chi parla….  Oltre 1200 pagine, ma non è un po’ troppo lo spazio dedicato alla radio da Massimo Emanuelli. Sono pagine ricche, dense, documentate, avvincenti, precise, preziose, curiose, colorate, musicali, autobiografiche, leggere, coinvolgenti, interessanti e potrei andare avanti in positivo. Naturalmente Con parole mie.”

https://www.librioltre.it/biblioteca/store/comersus_viewItem.asp?IdProduct=3591

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