Pur provato da gravissimi motivi di salute non potevo mancare alla cerimonia in ricordo di Paolo Pillitteri. Presenti oltre ai famigliari, il sindaco Beppe Sala, Filippo Barberis, Roberto Vallini, Roberto Biscardini, Giovanni Manzi, Livio Loverso, Pasquale Cioffi, Roberto Vallini, Bobo Craxi, Ettore Pasculli, Emanuele Fiano, Basilio Rizzo, Angelo Melluso, l’ex vicesindaco Luigi Corbani, l’ex assessore Augusto Castagna, l’ex sindaco Gabriele Albertini e tanti altri.
Il figlio Stefano ha voluto ricordare come la città amministrata dal padre “non era né dei rampanti né del cinismo ma era una città ricca di iniziative, viva ed estremamente libera. Non può essere ricordato ni della Milano da bere con un’accezione abbastanza demonizzante. A distanza di tempo tutti siamo in grado di poter vedere che cos’era quella città che non era semplicemente nè dei rampanti nè del cinismo ma era una città estremamente ricca di iniziative; estremamente viva ed estremamente libera. E il fatto che mio padre sia stato sindaco in quel momento di culmine di Milano (negli anni in cui era sindaco finì sulla copertina di Time) è stato il coronamento di una sua carriera amministrativa fortemente incentrata in questa città”. “Sugli altri anni” specie quelli di Tangentopoli, anni delle Inchieste milanesi in cui fu condannato, “sarebbe bello calasse l’oblio, ma non è possibile, perché dobbiamo essere consapevoli che quello che è successo dal 1992 in poi ha cambiato il Paese, ha cambiato la città e ognuno è in grado di dare un giudizio”, Stefano Pillitteri mi ha poi ricordato come, nonostante fosse ammalato da tanti anni, ha resistito alle malattie grazie al suo dinamismo, all’amore per Milano, alle iniziative giornalistiche e culturali, questo lo posso confermare essendo stato al suo fianco in diverse iniziative. L’amore per la storia d’Italia, di Milano, del cinema, per i grandi del XX secolo lo tenne in vita molti anni in più. Ricordo gli ultimi incontri organizzati al Circolo di via Formentini e al Circolo De Amicis, era come al solito entusiasta, mi ribadì una frase “non permettere agli altri di riscrivere la nostra storia”, cosa che farò fin quando potrò vivere. Anche oggi ahimé ho letto (a dire il vero su due sole testate) un falso storico e cose non rispondenti al vero. Mi impegno fin d’ora, con altri amici e compagni, a ricordare Paolo Pillitteri uomo di cultura. Nessun sindaco, né prima né dopo Pillitteri, ha prodotto un così alto numero di libri, iniziative editoriali e culturali e lavorato per la cultura a Milano quanto Paolo Pillitteri. Proprio Paolo Pillitteri moltissimi anni fa mi ricordava una frase di Gino Cassinis, sindaco di Milano all’inizio degli anni ’60, Rettore del Politecnico: “un sindaco può fare miracoli, ma non può alzare nemmeno di un millimetro lo spessore culturale e politico dei suoi consiglieri ed assessori”. Pillitteri fu scelto quale assessore alla cultura da un altro grande sindaco di Milano, Aldo Aniasi, e, a sua volta, eletto sindaco, seppe scegliere bene in merito agli assessori alla cultura, direttori di teatri ed enti culturali, occupandosene in prima persona.
L’ex sindaco Gabriele Albertini così ha ricordato Pillitteri: “Un uomo, sensibile, amabile e di grande umanità, che ci dispiace non sia più con noi. Era un amico, un predecessore, una persona che ha dato molto a Milano ma sopratutto l’ha rigenerata sul piano culturale. Gli anni in cui era sindaco “erano momenti particolari che ha saputo vivere e amplificare dando un suo connotato di inventiva e creatività. Peccato non sia più con noi”.
Per Bobo Craxi, “La cosa che mi ha fatto molto piacere è che la città abbia espresso il lutto cittadino. Trent’anni fa non sarebbe stata possibile una cosa di questo genere” Il Comune ha proclamato il lutto cittadino e le bandiere a mezz’asta in occasione dei funerali che si terranno domani. “Questo significa che Paolo in questi trent’anni attraverso la sua testimonianza e il suo lavoro ha saputo recuperare l’onore, che per noi non aveva mai perso, e la stima che in quella fase politica drammatica era venuta meno da parte dei cittadini. L’amministrazione socialista era solidale con i ceti poveri, ora lo spirito è venuto un po’ meno”.
Il sindaco Beppe Sala ha voluto ricordarlo con queste parole: “per me, anche nel momento in cui lui non c’è più, è come se continuasse a portare un contributo alla comunità a cui ha dato tanto. È come se avesse fatto quest’ultimo atto post mortem, ma in un momento storico così difficile, in cui viviamo circondati da guerre e cose che non vanno, un mondo più complesso rispetto a quello in cui Pillitteri ha fatto il sindaco. Bisogna stare insieme e fare tesoro degli insegnamenti. E Paolo Pillitteri ce ne ha dati tanti di insegnamenti.
Sempre rivolgendosi a Stefano Pillitteri ha continuato: “Qualcosa di indubitabile è che tuo padre abbia molto amato la città. La vita da sindaco è così: è fatta di emozioni, soddisfazioni e anche di frustrazioni. Vorresti che tutto andasse bene e che, aggiungo, tutti ti volessero bene perché ti senti al centro di qualcosa che è in continua evoluzione”. È qualcosa in cui tu sei sempre a meditare su chi ti sta intorno e la relazione tra te stesso e i tuoi concittadini. Alla fine ne viene fuori che è un lavoro che ti espone tantissimo alle relazioni sociali ma è un lavoro anche di grandissima solitudine”.
Nel ricordarlo il sindaco afferma “credo che a noi sia rimasto e rimarrà sempre il suo sorriso, un sorriso un po’ sornione, aveva sempre questo volto che era di apertura a tutto ciò che gli stava intorno, quella gioia a volte anche un po’ trattenuta. La dimostrazione dell’affetto di questi giorni nei confronti di Paolo Pillitteri è importante. Penso che nessuno possa capire cosa vuol dire fare il sindaco di Milano come chi lo sta facendo. Nessuno può essere partecipe a quella che è una vita un po’ particolare” ha affermato Sala.
Domani alle 11 si terranno i funerali religiosi nella Chiesa di Santa Maria del Suffragio, purtroppo causa ennesimo ricovero ospedaliero non potrò presenziare, ma mi impegno fin d’ora, con altri amici di Paolo, a ricordarlo in un dibattito pubblico. La storia di Milano, la nostra storia non può essere scritta dai vincitori….








