Paolo Cavallina

PAOLO CAVALLINA

paolo cavallina

Paolo Cavallina nacque a Firenze il 31 gennaio 1916 iniziò la sua carriera durante il periodo universitario fondando la rivista letteraria settimanale RIVOLUZIONE da cui venne allontanato per “scarsa sensibilità fascista”, fra i collaboratori c’erano Carlo Cassola, Vasco Pratolini, Eugenio Montale, Carlo Bo ed altre illustrissime firme. Paolo Cavallina nel 1943 pubblicò il libro ESTATE AL MARE.  Nel dopoguerra lavorò al quotidiano LA NAZIONE di Firenze. Successivamente si dedicò ad un’attività imprenditoriale (commerciante di pelletterie artistiche) vistando i tre quarti del globo terrestre.  Tornato al giornalismo negli anni ’50 come cronista ed inviato speciale de IL GIORNALE DEL MATTINO di Firenze diretto da Ettore Bernabei, passa a IL POPOLO come corrispondente da Londra e poi, chiamato dal direttore Ugo Zatterin, a LA GAZZETTA DEL POPOLO di Torino.  Cavallina esordisce in tv nel 1962 conducendo con l’economista Mimmo Scarano la rassegna stampa quotidiana COSA DICONO I GIORNALI. Nel 1963 è la volta di ROTOCALCHI IN POLTRONA in onda sul secondo canale Rai la domenica alle 10,45, si tratta di uno dei primi contenitori televisivi: la rubrica ROTOCALCHI IN POLTRONA è una rassegna settimanale della stampa da cui vennero tratti spunti di conversazione e commenti.

Nel 1966 collaborò a CRONACHE ITALIANE e con il Radiocorriere Tv, nel 1969 passò a condurre l’edizione pomeridiana del tg delle 17,30, dal 1970 condusse l’edizione del Tg delle 13,30.  Altre rubriche curate e condotte da Cavallina furono: I TRE METRO, TEMPO DI SCUOLA, GIOCATTOLI CALCIO, IN LIVREA.  Grazie alla riuscita imitazione che di lui fece Alighiero Noschese divenne uno dei giornalisti italiani più popolari, Noschese salutava con “Buona sera, cavallo !” e, parodiando il poeta Giovanni Pascoli con l’aiuto di Tonino Amurri e Dino Verde, proponeva l’invariabile quartina:

“Qui Havallina, Havallina storna
‘he fa il telejornale a mezzojorno,
ma ‘l sabato ha trovato la maniera
di farne ‘n pezzetto an’he la sera…”.

Cavallina lasciò momentaneamente il giornalismo candidandosi per la Dc al Comune di Roma: fu eletto consigliere comunale e nominato assessore alla polizia e all’ anagrafe.  Terminata l’esperienza politica tornò al giornalismo. Diresse dapprima il quotidiano Il Mezzogiorno, tornò alla Rai alla fine del 1972 per condurre insieme con Luca Liguori prima e con Velio Baldassarre dopo la popolare trasmissione radiofonica Chiamate Roma 3131 (per questa trasmissione gli venne assegnato il Telegatto di Tv Sorrisi e Canzoni in quel di Salsomaggiore). Cavallina diresse anche il film Germania sette donne a testa, tornò quindi in televisione come conduttore della rubrica domenicale Tg l’una che conduce con il suo stile garbato, signorile e dolcemente ironico, nel 1978 condusse anche il Cantagiro con Aldo Giuffrè, dal 1978 torna a collaborare con il Radiocorriere Tv realizzando inchieste sulle tv locali. E proprio grazie a questi lavori iniziò a collaborare con queste emittenti.

Nella stagione 1981/1982 condusse su Teleromagna con l’editore Annibale Persiani il gioco a premi TUTTI INSIEME AL VINCIRITMO (in palio una Fiat Ritmo), quindi condusse per il Circuito Elefante SUPERSTAR, un programma che veniva registrato negli studi de Il Ciocco, sempre per Elefante e poi per Canale 2000, syndication del gruppo Marcucci, Cavallina diresse il  notiziario “Echomondo”. Cavallina tenne poi una rubrica  (Forse si forse no…) sul settimanale Ragazza in, una sorta di lettera indirizzata alla “ragazza in” mettendo a confronto la propria generazione con quella più giovane. Cavallina poi diresse la rivista Cioè.

Paolo Cavallina venne nominato Presidente della FRT Federazione Radio Televisioni Private, pubblicò il romanzo Le amiche di Firenze e vinse numerosi premi giornalistici tra i quali il Premio Saint Vincent. Paolo Cavallina morì improvvisamente la sera del 10 febbraio 1986 a Sanremo, dove si trovava per lavoro, a causa di un attacco cardiaco, all’età di 70 anni compiuti.

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