Alberto Salerno nasce a Milano il 30 dicembre 1949: “papà era napoletano, mamma torinese, sono il risultato dell’Unità d’Italia. Da adolescente ho avuto la fortuna di assistere al concerto dei Beatles al Vigorelli, poi al concerto dei Led zeppellin, furono esperienze memorabili, ero presente anche al concerto di Jo Cocker, veniva a Milano i più grandi artisti dell’epoca, era veramente un momento di grandissima cultura e conoscenza musicale la Milano di quei tempi.” Salerno ricorda la Milano di Aldo Aniasi sindaco:
“Furono anni difficili, turbolenti, ricordo la strage di Piazza Fontana, l’autunno caldo, il terrorismo, ma MIlano seppe rialzarsi, continuava a lavorare, a produrre.”
Alberto parliamo di suo padre, Nicola Salerno (in arte Nisa) disegnatore e paroliere:
“Mio padre è stato un grande della musica, è morto con una sua canzone in testa alla hit parade, Una chitarra cento illusioni cantata da Mino Reitano. è stato un padre importante perchè, senza volerlo, poichè non voleva che facessi il suo mestiere, mi ha trasmesso la passione. Mio fratello ha studiato al Conservatorio di Milano orchestrazione e contrabbasso, mio padre ci portava sempre in giro per le case discografiche, è stata questa una cosa fondamentale, mi piaceva l’ambiente perchè era un posto diverso dalle aziende tradizionali.”
Nicola Salerno paroliere e disegnatore in ate Nisa fu autore nell’anteguerra di alcuni brani per Gino Redi, in primis La bambola rosa e nel dopoguerra Eulalia Torricelli, poi dei grandi successi di Renato Carosone (O suspiro, Torero, Caravan petrol, Tu vo fa l’americano, Pigliate ‘na pastiglia, O sarracino), di E’ vero, Non ho l’età, Un ragazzo di strada, La musica è finita e di altre famosissime canzoni.
La prima canzone scritta da Alberto Salerno è stata Se ascolti ancora il mio disco: “una canzone che non portava neanche il mio nome poichè non ero ancora iscritto alla Siae, era un surf, non molto bello che non ebbe grande successo. La prima hits risale invece al Cantagiro edizione 1969, Avevo un cuore, cantata da Mino Reitano (autore con il fratello della musica), altro grande successo per Mino Reitano e Claudio Villa è Meglio una sera piangere da solo (scritta con il padre Nisa e con il fratello di Mino, Franco).
“Un altro grande mio maestro è stato Giulio Rapetti, in arte Mogol. Quando morì mio padre per non suscitare negli amici un sentimento di pietà, mi rivolsi a Mogol che aveva da poco lanciato la prima etichetta indipendente italiana, la Numero Uno, Giulio Rapetti mi prese sotto la sua ala e mi insegnò tantissimo, a lui devo molto, è stato il mentore.”
Alberto Salerno continua la sua attività di paroliere scrivendo Occhi pieni di vento per Wess e Ricky Gianco, Cambio casa cambio anima per Alice nel 1970, a quell’anno risale un altro grandissimo successo: L’isola di Whigt di Michel Delpech e Roland Vincent adattata con Claudio Daiano portata al successo dai Dik Dik Dik: “quando scrissi quel testo dovevo partire per il servizio militare, era da poco scoppiata la bomba in piazza Fontana, l’editore mi telefonò e mi disse che il mio testo non era piaciuto a Maurizio Vandelli, allora produttore dei Dik Dik, il testo venne rifatto da Daiano che riscrisse la canzone ma che mi fece ugualmente firmare la canzone, fu una bella azione fatta da un collega, ricambiai poi regalandogli il testo di un’altra canzone.”
Nel 1971 è la volta di Un uomo molte cose non le sa, scritta con Elio Isola, che Nicola Di Bari presenta nel 1971 alla Mostra Internazionale di Musica Leggera di Venezia. Salerno scrive quindi per i Ricchi e Poveri (Addio mamma, addio papà) e per Delia (Per amore ricomincerei) nel 1972. E’ del 1972 un’evergreen della storia della musica leggera italiana Io Vagabondo scritta per i Nomadi, una canzone che ha conquistato i gusti di molte generazioni; sempre per il gruppo emiliano ha scritto Quanti anni ho?, Tutto a posto e Senza discutere. Nello stesso periodo collabora con Roberto Vecchioni, scrivendo il testo di Alba corallo per Renato Pareti.
“Io vagabondo quando la scrissi non mi aspettavo un successo del genere, questa canone mi ha dato un successo e una soddisfazione incredibile, ancora oggi, quando vado ad un concerto dei Nomadi, ci sono ancora ragazzi molto giovani che la richiedono e la cantano. Quando io scrivevo lo facevo solo per la passione o per il denaro, oggi i giovani scrivono solo per il successo. il successo non si può mai preconfezionare, il successo viene da solo, noi possiamo solo inventarcelo, senza immaginare quel che può succedere.”
Anni prolifici quelli dal 1972 al 1976, Alberto scrive Argani e trattori per Adriano Pappalardo (con Mario Lavezzi), Libertà e schiavitù (con Bruno Tavernese) per Adriano Pappalardo, sempre per Pappalardo scrive: No signori (con Claudio Fabi), D solo (con Claudio Fabi e Bruno Tavernese), Tu lo puoi (con Bruno Tavernese), Io di colpo insieme a te e Quadro lontano (con Bruno Tavernese), Da solo (con Bruno Tavernese e Claudio Fabi), No signori (con Claudio Fabi). Con Damiano Dattoli scrive alcune canzoni per I Nomadi (Quanti anni ho?), I Gens (Cara amica mia) e l’Equipe 84 (Primavera), nel 1973 è autore di Io sto bene senza te brano scritto con il fratello Massimo ed interpretato da Wess e i Blocco Mentale. Nel 1974 inizia a firmarsi con lo pseudonimo di Manipoli e scrive per i Data (con Massimo Luca, Umberto Tozzi, Damiano Dattoli Strada bianca, Compleanno, Tutto il mio mondo, Dove va l’umanità, Per mia madre, Aria in me, Io e la mia scimmia, Magia, Attore di varietà. Dopo avere scritto per i Flora, Fauna & Cemento Congresso di filosofia (con Damiano Dattoli), Alberto Salerno firma altri due grandi successi per I Nomadi: Tutto a posto, Senza discutere e Fatti miei (scritti rispettivamente con Bruno Tavernese ,Umberto Napolitano e Guido Maria Ferilli). Con Maurizio Fabrizio è autore di Ritratti della mia incoscienza brano portato al successo da Mia Martini, poi è la volta di brani per Loredana Bertè: Aiutami e Piccola io.
Nel 1977 Alberto Salerno vince il Festival di Sanremo come autore con Bella da morire, interpretata dagli Homo Sapiens. Salerno inizia quindi anche l’attività di produttore realizzando i primi due dischi di Alberto Fortis che scalano le classifiche di vendita contenenti brani come Milano e Vincenzo, A Voi Romani, La Sedia di Lillà. Nel 1979 scrive (sempre con lo pseudonimo di Manipoli) Taslismano nero per Gianni Mocchetti. Nel 1982 scrive con Renato Brioschi Prendi me brano portato al successo da Bobby Solo, sempre nel 1982 scrive tutti i testi del nuovo album delle Orme, prodotto da Roberto Colombo, intitolato Venerdì e contenente Marinai presentata al Festival di Sanremo del 1982. Come autore al Festival della canzone italiana vincerà ben cinque volte e conseguirà anche un terzo posto:
“Sanremo è stato per me una fucina di grandi successi ma anche di sonore batoste che mi hanno profondamente amareggiato, La canzone Donne di Zucchero arrivò al penultimo posto, poi ebbe un grandissimo successo. il bilancio di Sanremo è per me comunque positivo, ma non ha nulla a che fare con il Festival di oggi, noi avevamo la speranza molto consistente di fare successo perchè Sanremo era una vetrina con una concentrazione di interesse e di pubblico che oggi non c’è più.”
Negli anni ’80 Salerno inizia a collaborare con artisti che oggi sono considerati di fama mondiale: per Eros Ramazzotti scrive Terra Promessa, il primo grande successo dell’artista romano, collaborazione che è continuata con la canzone La storia mia con te, la cui musica è appunto di Eros Ramazzotti, cantata da Gianni Morandi e sigla, tra l’altro, della soap opera Cento vetrine. Il nome di Alberto Salerno è anche legato a Zucchero per il quale scrive Donne, Piccolo Aiuto, Menta e rosmarino, Papà perché, Senza Rimorso e altre canzoni contenute negli album dell’artista emiliano. E, ancora per Zucchero,Tu mi piaci come questa birra, Nella casa c’era, Senza rimorso, Torna a casa e Non ho niente da perdere, più brani compresi nell’album degli Adelmo e i suoi Sorapis come Ballantine mood ed E così viene Natale.
Dopo avere scritto (con Giampiero Felisatti) la canzone Più di così interpretata da Mina, Alberto Salerno inizia una lunga collaborazione con Mango firmando Dove andrò, Nella baia, Lei verrà, La rosa dell’inverno, Odissea, Io nascerò, Dal cuore in poi, Attimi, Stella del Nord, Mia madre, Ferro e fuoco, Il mare calmissimo, Oasi.
“Con Mango ho avuto un doppio ruolo, quello di autore e di produttore, con lui ho fatto molti lavori, è stato un artista formidabile sia sotto l’aspetto cantautorale sia in quello di interprete, era uno che con la voce dipingeva non cantava. Quando andavamo in studio a fare i dischi lui faceva la prima voce guida, per noi andava già bene, ma lui non si accontentava. Aveva un carattere un pò spigoloso, non aveva un carattere facile, ma artisti del genere oggi non si trovano più”.
Alberto Salerno scrive quindi per Loretta Goggi Non la puoi chiamare vita, La notte e Crimine d’amore e per Loredana Bertè (Fotografando). Nel 1988 è autore (con Gianni Bella) della canzone Dopo la tempesta, interpretata da Marcella Bella, nel 1989 è coautore de Il treno interpretata da Eugenio Finardi. Sempre per Marcella Bella scrive “Dopo la tempesta”, “La mia fede”, “Esseri umani”, “Domenica”, “Quando verrai”, “Un canto dal Brasile”. Dopo avere scritto per Cristiano De André il singolo Dimenticandoti, negli anni ’90 Salerno collabora con Claudio Mattone per un disco di Syria, L’angelo, che contiene Sei tu, e per un album dei Neri Per Caso. Alberto Salerno insieme alla moglie Mara Maionchi fonda la Nisa s.r.l., con la quale scopre e lancia Tiziano Ferro del quale produce i primi tre album: Rosso Relativo, 111 e Nessuno è solo. Con il maestro Ennio Morricone scrive due canzoni contenute nel film Aida degli alberi cantate da Filippa Giordano. Nel 1998 scrive per Mango Luce, brano con il quale torna al Festival di Sanremo, esperienza che ripete nel 1999 vince il Festival con il brano Senza pietà interpretato da Anna Oxa. Le ultime scoperte di Salerno sono state Alexia (Per dire di no, 2003) e Tony Maiello (Yavanna, 2009).
Oggi Alberto Salerno, pur continuando il suo lavoro d’autore, collabora con la moglie Mara Maionchi a far crescere la Non ho l’età, un’etichetta alla costante ricerca di nuovi talenti. Salerno ha aperto una sua pagina su facebook dove ripercorre la musica italiana mettendo al centro le persone: produttori, musicisti, artisti, coriste, addetti ai lavori, un progetto che punta i riflettori sul lavoro di chi spesso è un po’ nell’ombra.
Da cosa é nata questa esigenza?
“Dal bisogno di raccontare cosa vuol dire vivere di musica dalla mattina alla sera, e postando, tra alcuni successi, e tantissimi insuccessi, fare capire ai giovani quanta gavetta bisogna fare per raggiungere determinati risultati, in secondo luogo la voglia di ricordare tanti amici con cui ho lavorato o semplicemente conosciuto. Mi piace, è sempre la passione che mi muove.”
Con l’etichetta discografica Non ho l’eta ha scoperto e prodotto oltre a Tiziano Ferro, che ha reso una star a livello mondiale, ha portato alla vittoria nei giovani Tony Maiello e prodotto artisti emergenti come Antonino, Pablo Cialella, Cassandra Raffaele, Gerardo Pulli, Emanuele Corvaglia e Martino Corti.
Maestro non trova che la discografia italiana con l’avvento della rete, i talent show, la mancanza della sana gavetta fatto un tempo dai veri big, la crisi economica ma anche con la mancanza di nuovi talenti, sia in crisi? Ha ancora senso investire sui giovani talenti?
“La crisi della discografia è assodata, ma smettere di cercare è solo un modo per dare il colpo finale alla musica in Italia. Io credo che non bisogna smettere di cercare, il problema è economico, e anche proporzionale… Tra la crisi e la chiusura da parte dei network nei confronti di chi cerca di fare qualcosa di nuovo sono fattori determinanti, vero è che la qualità attuale della musica italiana è mediocre. I talent show, soprattutto alcuni di essi, hanno creato illusioni nei giovani, a loro consiglio di fare i falegnami, di trovarsi un lavoro. Ci sono troppi aspiranti cantanti… Non è più possibile nemmeno fare gavetta in quanto i Comuni hanno tagliato le spese per le feste di piazza, l’Italia è in default figuriamoci se lo Stato investe sulla musica, tagliano il sociale, non c’è spazio per la musica. Io dallo Stato non mi aspetto nulla. Nessun governo dai tempi dei tempi ha mai aiutato la musica, tranne quella classica. Io vorrei che noi facessimo come fecero i friulani dopo il terremoto del ’76. Rimboccarci le maniche e lavorare. Io ho fondato un’associazione, Muovi la musica, che ha il fine di provare a smuovere la musica italiana dal torpore in cui è finita. E’ nata a istinto quando nel gruppo da me fondato ho visto le mie dita correre sulla tastiera e scrivere perché non fa facciamo un movimento per la musica? Erano 500 iscritti circa oggi sono 8000 e ne arrivano tutti i giorni. L’obbiettivo principale è quello di riportare l’etica e la cultura al centro della musica italiana, e i suoi obbiettivi, da sognatori, di abbattere il sistema che costringe tanti bravi artisti nel sottosuolo della musica… I modi e i tempi li stiamo studiano, essendo un’associazione no profit abbiamo bisogno del denaro per fare le cose… Invito tutti i tuoi lettori ad associarsi e a sostenere in modo concreto l’associazione al fine di salvare la musica italiana che è già in coma… “
All’inizio del 2015 Alberto Salerno è ospite di PERCHE’ SANREMO E’ SANREMO – CANTANDO SANREMO programma radiofonico ideato e condotto da Massimo Emanuelli e condotto dal professore e giornalista milanese, nonchè di una puntata monografica, a lui dedicata, di STILE ITALIANO LA STORIA DELLA CANZONE ITALIANA RACCONTATA DAI SUOI PROTAGONISTI altro programma radiofonico del “professore della radio” in onda su 13 emittenti web. Nel corso delle trasmissioni Salerno dichiara di volere rivolgersi alle radio alternative, vista la fossilizzazione dei network su altre logiche.
Paroliere e produttore discografico Salerno è entrato nella storia della musica leggera italiana per avere scritto il testo di una delle più note canzoni di tutti i tempi, Io vagabondo, incisa dai Nomadi, ha scritto per Eros Ramazzotti, Zucchero, Mango, Umberto Tozzi, Loretta Goggi, Mia Martini, Loredana Bertè, Gianni Bella, Alexia, Syria, ha prodotto Alberto Fortis, Mango ed altri artisti, ha scoperto e lanciato Tiziano Ferro. Salerno ha partecipato a diverse edizioni del Festival di Sanremo come autore. Ha vinto la manifestazione nel 1977 con la canzone Bella da morire degli Homo Sapiens, nel 1983 con Terra promessa di Eros Ramazzotti, nel 1999 con Senza pietà cantata da Anna Oxa e nel 2003 con Per dire di no cantata da Alexia, nel 2010 con Il llinguaggio della resa di Tony Maiello, ha anche conquistato un terzo posto nel 1997 con Sei tu interpretata da Syria.