Ancora sul Costanzo radiofonico grazie ad Enrico Salvatori e a Radio Techeté

In questi giorni si è assistito alla beatificazione di Maurizio Costanzo, ho letto alcuni ricordi di persone che lo hanno conosciuto e/o frequentato, ma ho letto anche banalità ed assurdità da parte di webeti esaltati che mai lo hanno conosciuto. Del Costanzo radiofonico non si è scritto nulla, i pochi che lo hanno fatto gli hanno attribuito Chiamate Roma 3131 (errato…). Fortunatamente Enrico Salvatori ha pubblicato un link inerente uno dei programmi radiofonici di Maurizio Costanzo. Lo stesso Costanzo, nel corso di un’intervista inedita che prossimamente manderò in onda (pubblicata sui miei due volumi inerenti la storia della radio) mi disse: “tutti conoscono il Costanzo televisivo, ma quasi nessuno conosce il Costanzo radiofonico”. Non è un caso che il bravissimo Enrico Salvatori nonché RadioTechetè ne siano invece a conoscenza, ricordo quando, molti anni fa, Enrico mi contattò per fare la sua tesi e lo misi in contatto (se non ricordo male) con Gigi Vesigna e Maurizio Seymandi. Mi sono astenuto dall’intervenire al di fuori del Costanzo radiofonico, avrei scritto soltanto banalità o cose controcorrente. Ci tengo a precisare che io non ho mai avuto una frequentazione diretta con Costanzo, l’ho solo intervistato una volta, fu gentilissimo e disponibilissimo. Ho letto un solo articolo fuori dal coro, che coincide con alcune cose che mi dicevano Gigi Vesigna, Gianfranco Funari, Franco Moccagatta ecc. Però non mi sembra corretto far parlare i morti. In merito a Funari lo stesso Costanzo gli rese omaggio quando morì e sorridendo disse: “faceva parte del gioco, non l’ho mai querelato”, del resto Gianfranco era fatto così: era Funari, imprevedibile, genio e sregolatezza, prendere o lasciare. Un plauso ad Enrico Salvatori e a RadioTechetè che ha inserito una delle trasmissioni radiofoniche di Costanzo sul proprio sito. Ringrazio anche tutti coloro che mi stanno contattando in merito al Costanzo radiofonico, di lui ho scritto quando era in vita. Credo di essere stato una delle ultime persone ad intervistarlo, a differenza di quanto sostiene un giornalista del quale non faccio il nome per eleganza Costanzo non è morto dopo una lunga malattia, l’avvocato Giorgio Assumma e la stessa Maria De Filippi lo hanno confermato. C’è che fa una carriera (chiamiamola così essendo uno fra i tantissimi) scodinzolando dietro ai potenti, beh lasciamolo fare. Mi viene da ridere pensando che qualcuno ha pensato che i miei due volumi sulla storia della radio mi siano stati ispirati da un attuale dirigente di Radio Rai che non ho mai conosciuto personalmente e con il quale ci siamo scambiati un paio di messaggi dopo l’uscita dei miei volumi. Chi conosce la mia storia sa benissimo che non ho mai adulato nessuno, quel che ho detto e scritto è farina del mio sacco. Confermo le mie tesi di fondo contenute in oltre 1200 pagine: le stagioni migliori di Radio Rai furono quelle dal 1945 al 1960, dal 1966 al 1976 e l’attuale Radio Rai.

Tornando a Maurizio Costanzo rinnovo i compimenti ad Enrico Salvatori e ai responsabili di Radio Techeté, non appena sarà possibile accoglierò l’invito che ieri un consigliere comunale mi ha fatto all’uscita dalla camera ardente in Campidoglio per tornare a Roma e parlare del Costanzo radiofonico con alcune persone che lo hanno conosciuto. Una persona pubblica del resto va conosciuta nella sua interezza, non c’era soltanto il Costanzo televisivo ma anche quello radiofonico ed altri Costanzo (scrittore, giornalista della carta stampata, talent scout ecc.).

Dalla prefazione di Umberto Broccoli

“Non ho mai incontrato Massimo Emanuelli, ma ne conoscevo la competenza e la passione, ambedue dedicate alla radio. Da anni dietro ad un microfono, Emanuelli appartiene a quel gruppo di professionisti legati a questo medium antico e sempre nuovo, perché agile, snello, efficace, immediato, fantasioso, originale, insuperabile, semplice e non facile. Semplice, perché agile, snello, efficace, immediato, fantasioso, originale, insuperabile. Non facile per gli stessi motivi da non ripetere ancora una volta. Chi fa la radio deve costruire un percorso, elaborare un pensiero, immaginare come comunicarlo, fare in modo di trasformare le parole in immagini nella mente dell’ ascoltatore. È il teatro della mente nel quale chi ascolta è parte attiva esattamente come chi parla dietro a quel microfono. Chi ascolta è al tempo stesso scenografo, regista e autore così come lo è chi parla….  Oltre 1200 pagine, ma non è un po’ troppo lo spazio dedicato alla radio da Massimo Emanuelli. Sono pagine ricche, dense, documentate, avvincenti, precise, preziose, curiose, colorate, musicali, autobiografiche, leggere, coinvolgenti, interessanti e potrei andare avanti in positivo. Naturalmente Con parole mie.”

https://www.librioltre.it/biblioteca/store/comersus_viewItem.asp?IdProduct=3591

Potete ordinare i volumi presso la vostra libreria di fiducia, oppure acquistarli sulle piattaforme digitali o tramite il sito della casa editrice. Il mezzo più celere è comunque mandare una mail a paolo.paganetto@librioltre.it

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