E’ morto a Piombino all’età di 80 anni Aldo Agroppi, come calciatore militò nelle fila del Piombino, Genoa, Ternana, Torino, Genoa e Perugia. Come allenatore guidò Perugia, Pescara, Pisa, Padova, Perugia, Fiorentina, Como e Ascoli. Attivo anche come opinionista sportivo collaborò con Tv Pisa (rubrica La civetta di Aldo Paradossi), Canale 50 (condusse Amaranto, rubrica dedicata al Livorno Calcio), Rtv 38, (trasmissione dedicata alla Fiorentina in C2 con allora in C2, con Massimo Sandrelli, Manuela Righini, Gino Menicucci, Corrado Orrico, Gianfranco Monti e Cesare Badoglio). Fu opinionista anche per Radio Pisa International, Radio Radio e Radio Sportiva, collaborò anche con Rai e Mediaset. La domenica sportiva e Radio 1. Fu opinionista pungente ed appassionato, sincero, non le mandò mai a dire, la diplomazia non fu il suo forte, ma questa a parer mio è una dote.
Così lo ricorda Massimo Sandrelli, decano della stampa sportiva fiorentina:
“Aldo Agroppi, piombinese, baffo ribelle come il suo carattere, lingua irriverente come il suo sorriso. Dopo una bella carriera da calciatore (partecipò allo scudetto del Torino 1976) intraprese la carriera da allenatore con alterne fortune. Promozione con il Pisa di Romeo Anconetani, approdò a Firenze fortemente voluto da Claudio Nassi. Era una Fiorentina che stava progettando un grande futuro. Belli talenti, grandi giovani (c’era anche Baggio) e Giancarlo Antognoni che doveva riprendere. Fu una stagione importante che si concluse con il quarto posto. Poi i Pontello decisero di cambiare ancora: via Nassi, arrivò Baretti. Agroppi non legò e fu sostituito da Bersellini. Aldo era un toscanaccio, sapeva di calcio ma era spesso sopraffatto dalla tentazione di chiudere il discorso con una battuta e infatti dopo qualche altra esperienza in panchina accolse l’invito a commentare. E là dette il suo meglio. Simpatico e dissacrante, in tivù spopolava. Nel 92/93 accetto’ l’invito di Cecchi Gori e torno’ a Firenze ma quello dell’allenatore non era più il suo mestiere: fu una delusione. Dopo la retrocessione lo ingaggiai per Rtv38, insieme a Menicucci, a Manuela Righini, poi anche Corrado Orrico e gestire quei due orgogli scorbutici toscani fu davvero un impegno. Aldo era uno spirito libero, anarchico, sognatore amava il suo mare che sorvegliava dalla sua casa di Salivoli. A sua moglie Nadia soleva dire: “se inviti qualcuno ricordagli che quando arriva bussi coi …piedi. E’ bene che le le mani le abbia occupate dai tanti regali…” si concesse anche libertà letterarie. Scriveva con piacere e diletto e dava palestra alle sue battute. “Spalletti un lo sopporto, parla sottovoce come un prete… meglio essere a pezzi che a strisce…. Lippi? Mi piacerebbe riconcesse che quel mio colpo di testa era gol, dopo cinquant’anni…Passarella mi ha detto ti ho ho odiato ma ho imparato più da te che dagli altri…si nasce incendiari e si muore pompieri. Gli allenatori bravi sono quelli che hanno bravi giocatori…ho sempre sognato una squadra di orfani, guai ad avere a che fare con i genitori…”
Ha sfidato per gran parte della sua vita la depressione e la combatteva proprio con il suo umorismo. Al suo ottantesimo compleanno, lui cuore Toro con una forte contaminazione viola e profondamente antijuventino, si è immaginato alla sua morte di incontrare i suoi cari, Mondonico e Meroni. Che bello.
Questo il ricordo di Riccardo Cucchi: “Addio ad Aldo Agroppi. Calciatore, allenatore, uomo spesso “contro”. Sagace, sferzante, autentico. Un caro amico e un collaboratore di Radio 1 in tanti eventi importanti. Un uomo libero. Vicino alla sua famiglia.”
Aldo Agroppi e la radio
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