Franco Battiato nacque a Jonia, oggi Riposto, in provincia di Catania, il 23 marzo 1945: lascia la Sicilia a 17 anni per trasferirsi a Milano, a scoprirlo è Giorgio Gaber, Battiato suona la chitarra e compone le prime canzoni, il suo primo 45 giri La torre/Le reazioni non ha successo, meglio va un brano presentato a Un Disco per l’Estate, E’ l’amore. Sul finire degli anni ’60 dopo altri insuccessi (Bella ragazza, Marciapiede, Vento caldo) pubblicati per la Nuova Enigmistica Tascabile, decide di ritirarsi momentaneamente dal mondo discografico, trascorre un lungo periodo di studio e di ricerca, nel quale approfondisce la conoscenza della musica classica (Bach, soprattutto) e dirige la sua creatività verso la musica elettronica. Dal 1971 al 1978 presenta degli album sperimentali con assemblaggi di testo e voci, e testi esoterici: Fetus (1971, un disco sperimentale, già la copertina è un manifesto: la fotografia di un feto a simboleggiare la vita in senso universale), Pollution (1972, album programmatico in linea con i grandi fermenti ecologici), Sulle corde di Aries (1973, il tema dominante è la filosofia orientale), Clic (1974, album dedicato a Stockhausen), M.lle Le Gladiator (1975), Feedback (1976), Battiato (1977), Juke-box (1978), L’Egitto prima delle sabbie (1978), con questi brani Battiato si rivolge ad iniziati. In questi album sono però presenti alcuni temi del futuro Battiato fra i quali l’individuazione di un oriente culturale dai contorni mistici e poetici, situaabile in senso lato in Asia minore, ma che apparirà poi come una sorta di trasposizione inconscia di una Sicilia fisicamente abbandonata e mitizzata nella memoria. Con il brano L’Egitto prima delle sabbie vince il premio Stockhausen. Nel 1979 ha inizio la svolta pop-leggera: L’era del cinghiale bianco (1979,
l’animale nel linguaggio esoterico-storico della tradizione celtica è il simbolo dell’autorità spirituale), Patriots (1980), i suoi testi sono vere e proprie alchimie letterarie, frutto di un gioco intellettuale raffinatissimo, allegro e crudele insieme, vi si trova di tutto: i Beatles e il ballo liscio, Carducci e Socrate, le rivoluzioni fallite e tutto lo “stupidario politico” degli anni passati. Collabora con il maestro Giusto Pio e con La voce del padrone (1981), supera il milione di copie raggiungendo le vette alte della hit-parade. Trova anche il tempo per occuparsi di altri artisti: Alice (la sua Per Elisa vince il Festival di Sanremo 1981, successivamente Battiato scriverà per lei altri pezzi che compariranno nell’album della
cantante Gioielli rubati), Giuni Russo, Milva, continua intanto il successo dei suoi album: L’arca di Noè (1982), Orizzonti perduti (1983), Echoes of the sufi dances (1985), Mondi lontanissimi (1985). Il 27 aprile 1987 debutta al Teatro Regio di Parma con un’opera lirica, Genesi, dove, su temi desunti dalla Bibbia, ha modo di attuare contaminazioni felicissima fra elettronica e orchestra, voci di impostazione lirica ed interpreti pop, registrati nell’album Genesi (1987). Nel 1988 proprio mentre giornalisti e critici iniziano a parlare di un suo possibile abbandono del mondo della musica leggera, Battiato pubblica l’album Fisiognomica, cui segue Giubbe rosse (doppio live del 1989, compendio della sua carriera di cantautore).
Nel 1990 scrive la colonna sonora del film-tv Benvenuto Cellini, nel 1991 pubblica l’album Come un cammello in una grondaia, dove riesce a far convivere la tragica denuncia di Povera Patria, con riarrangiamenti di opere classiche di Brahms, Beethoven e Bach. Nel 1992 presenta l’opera lirica di ispirazione mistica Gilgamesh, dedicato all’eroe orientale. Nel 1993 è la volta di Cafè de la paix, nel 1994 Messa arcaica, che l’autore presenta in molte chiese, e l’album live Unprotected. Poi il ritorno alla musica leggera, con L’ombrello e la macchina da cucire (1995), Battiato studio
collection (1997), L’imboscata (1997), Battiato live collection (1998), Gommalacca (1998), e Fleurs (1999), che contiene sue riletture di La canzone dell’amore perduto, Era de maggio, Amore che vieni amore che vai e di altri classici. Con gli anni ’90 si è aperta una nuova fase della carriera di Battiato, segnata dall’avvio della collaborazione per i testi con il filosofo Manlio Scalambro, a partire dal 1994 con l’opera Il cavaliere dell’intelletto. Lo studioso fornisce alle liriche delle canzoni una forte intensità poetico-letteraria proiettando il lavoro di Battiato su un terreno ancora più alto: il corpo delle canzoni ne risulta potenziato e il moralismo che aleggiava in alcune canzoni ne risulta potenziato e il moralismo che aleggiava in alcune canzoni dell’artista siciliano ora appare giustificato dallo sforzo poetico-filosofico di forte tensione. Nel 2000 Battiato cambia etichetta discografica e passa con la Sony, pubblica: Campi magnetici (2000), Ferro
battuto (2001), Fleurs 3 (2002), che contiene sue riletture di Ritornerai, Il cielo in una stanza, Impressioni di settembre e di altri classici. Nel 2003 Battiato pubblica Last summer dance, e si propone anche come regista del film Perduto amore, che racconta una vicenda fra musica, Sicilia e Milano scritta assieme a Sgalambro. E’ la storia della formazione di un giovane che, a metà degli anni ’50, parte dalla Sicilia e arriva a Milano, dove entra nel mondo della musica ma vorrebbe volare alto sul cielo della letteratura. Il film pare autobiografico anche se Battiato precisa: “non ho descritto la Sicilia della mia infanzia, non cioè della psicologia greve, anche se si scrive delle cose che si conosce”. Il film, sceneggiato dallo stesso Franco Battiato con il fido collaboratore, il filosofo Manlio Sgalambro, avrà quali interpreti: Luca Vitrano, Minni Bruschetta, Donatella Finocchiaro, Rada Rassimov, Corrado Fortua, e la partecipazione straordinaria di Elisabetta Sgarbi, di Morgan dei Bluvertigo, di Gabriele Ferzetti, dello stesso Manlio Sgalambro (nel ruolo di un professore), nonché di Francesco De Gregori (nel ruolo di un musicologo che parla di catarsi e sciamani). La colonna sonora del film è composta da noti brani degli anni ’50 e ’60: Cinque minuti e poi… dei New Dada, Prigioniero del mondo di Lucio Battisti, Perduto amor di Adamo, La terza luna di Neil Sedaka, Non arrossire di Giorgio Gaber. Battiato è riuscito nell’ardua impresa di avere sul set un personaggio notoriamente schivo come Francesco De Gregori: “non è stato difficile – precisa Battiato – in musica abbiamo già lavorato assieme”. Possiamo allora concludere che il regista Battiato continuerà nella carriera cinematografica?” Battiato risponde: diciamo che adesso mi piacerebbe fare un film su Beethoven. Certo, prima però devo vedere come andrà questo…”
La tendenza del nuovo millennio è ormai quella di coloro che vengono dalla musica leggera che si danno al cinema o al musical (Dalla, Cocciante, Ligabue, e appunto Battiato) uscendo dai confini della forma-canzone. Battiato già preaannuncia un nuovo film sugli ultimi giorni di Beethoven: “non penserei mai alla Nona, ma al quartetto op.135”. Già in passato Celentano ha interpretato decine di film come attore e si è anche diretto in quattro pellicole (Superapina a Milano, Yuppi Du, Geppo il Folle, Joan Lui) e Ligabue (Radio Freccia e Da Zero a Dieci). Nell’estate 2003 Battiato parte per un tour che lo porta in giro per l’Italia, in Spagna e in Svizzera, a metà concerto Battiato cede microfono e palco a Manlio Salambro, suo inseparabile collaboratore, per lo spazio di tre canzoni: l’ormai celebra cover di Me gustas tu di Manu Ciao, la versione sgalambrizzata di Accetta il consiglio di Linus, e Non dimenticar le mie parole di Bracchi-D’Anzi. Nell’ottobre 2003 esce Last Summer Dance, un nuovo album live. Artista colto, musicista sensibilissimo e poliedrico, affascinato dalle forme più spettacolari di comunicazione del mondo contemporaneo, Battiato, che dall’inizio degli anni ’90 ha lasciato una Milano che non riconosce più ed è tornato a vivere in Sicilia, in un dorato eremo in provincia di Catania, è uno dei cantautori meno meno etichettabili del panorama musicale italiano, in virtù del suo crescendo di esperienze, del suo ecletismo e di cambiamenti radicali. Nel 2007 è uscito il nuovo album IL VUOTO, e si prepara alla realizzazione di un nuovo film, NIENTE COME SEMPRE. Nell’autunno 2004 esce Dieci stratagemmi. Attraversare il Mare per ingannare il Cielo, nel 2007 Il vuoto, nel 2009 l’antologia i Inneres Auge – Il tutto è più della somma delle sue parti. Nel 2010 accompagna Luca Madonia in L’alieno al Festival di Sanremo condotto da Gianni Morandi, nel 2012 esce l’album di inediti Apriti sesamo con il quale vince il disco d’oro, l’ultimo in collaborazione con Manlio Sgalambro che morirà il 6 marzo 2014. Nel 2013 Battiato è nominato assessore della giunta regionale siciliana ma poco dopo deve rassegnare le dimissioni a causa di una sua veritiera ma scomoda affermazione: “Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. E’ una cosa inaccettabile, sarebbe meglio che aprissero un casino”. Nel 2013 Battiato scopre e lancia, facendogli aprire il suo tour il giovane Giovanni Caccamo, poi vincitore del Festival di Sanremo. Nel 2016 Baattiato è in tour con Alice, esce il cd Live in Roma. Nel 2017 compare nella colonna sonora del film Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino col brano Radio Varsavia. Battiato scompare quindi dalle scene, pare che la causa sia stata una caduta in casa (rottura del bacino e del femore) che lo costringe ad annullare concerti ed altri impegni pubblici. Nell’estate 2018 un post pubblicato su facebook dal cantautore Roberto Ferri dedicandogli una poesia. “”Ode all’amico che fu e che non mi riconosce più”, si leggeva nel post, un velato riferimento al morbo di Alzheimer. Il fratello Michele dichiara: Quello che mi sento di dire è che stiamo assistendo mio fratello come merita, è circondato dall’affetto degli amici più cari e dei parenti. La gente non ha rispetto di chi sta poco bene. Le persone che fanno dichiarazioni come quelle che ho ascoltato in questi giorni si qualificano da sole. Ho sentito cose che potrei definire stratosferiche, altre completamente inventate”. Il 18 ottobre 2019 Torneremo insieme un’antologia di brani classici del cantautore in nuove versioni orchestrali eseguite con la Royal Philharmonic Concert Orchestra durante le prove di alcuni concerti del 2017 e di un brano inedito, A presentare il nuovo lavoro è però il manager Franz Cattini che annuncia “sarà l’ultimo album del ;Maestro”. Franco Battiato si spegne nella sua casa di Milo il 18 maggio 2021.
LE RADIO ITALIANE RICORDANO FRANCO BATTIATO
IL RICORDO DI MARIO LUZZATTO FEGIZ
CHI E’ MICHELE BATTIATO, FRATELLO DI FRANCO
FRANCO BATTIATO
Alcuni lettori ricordano la puntata del programma SUPERCLASSIFICA SHOW nella quale intervenne, ospite del salotto di Maurizio Seymandi, Franco Battiato. Battiato arrivò con un tappeto, Seymandi gli disse: “abbiamo solo un minuto per presentare il disco”, Battiato continuava a guardare l’orologio, disse qualche parola poi venne interrotto da Maurizio Seymandi: “basta il tempo è scaduto…”. Negli anni ’90 Battiato e Seymandi girarono la puntata sulla terrazza Martini.
“IL VUOTO”, IL NUOVO ALBUM DI BATTIATO
CERCO UN CENTRO DI GRAVITA’ PERMANENTE
di Gigi Vesigna
Si sente un corpo estraneo nel mondo della musica, ma continua a farla. Ancora alla ricerca del senso della vita.
Non c’è angolo della musica che non si sia divertito a esplorare, lui, che i critici chiamano “maestro”. Ha venduto tre milioni di copie con un solo disco, La voce del padrone, che conteneva la celeberrima Centro di gravità permanente; ha vinto il Festival di Sanremo regalando ad Alice Per Elisa e ha scritto per Giuni Russo Un’estate al mare, canzone apparentemente commerciale, spiritosamente demenziale, che è stata un successo clamoroso. Sempre lui, che ha scritto tre o quattro opere liriche, per una delle quali, L’Egitto prima delle sabbie, gli è stato attribuito nel 1977 il premio Stockhausen come miglior composizione per pianoforte. Eccolo qui Franco Battiato, l’asceta, quello che un critico ha definito “lo sciamano della canzone d’autore” e Gianni Borgna, esperto musicofilo, ha “bollato” come “arabo mitteleuropeo”, mentre il pianista jazz Giorgio Gaslini ha gratificato come uno che fa “musica totale”.
- Te le ricordavi queste definizioni?
«Di me ne hanno dette tante, spesso divertenti e qualche volta persino azzeccate. Credo che il mondo della musica mi consideri una specie di corpo estraneo, forse proprio perché la musica la conosco bene, anche se mi rendo conto che non ho mai finito di impararla».
- Hai lasciato il tuo rifugio di Milo, un paesino a due passi da Catania, per venire a promuovere il tuo nuovo album, Il vuoto, il trentacinquesimo di una carriera iniziata tanti anni fa. Ti sottoponi alle nostre domande che subisci con grande fair play, respiri aria di multinazionale del disco, visto che debutti con la Universal: tutto questo mi fa venire in mente…
«So dove vai a parare…».
- Ma i lettori no. Mi riferisco a quel verso del tuo disco, Patriots, che diceva: «La musica contemporanea mi butta giù, mandiamoli in pensione i direttori artistici, gli addetti alla cultura, non è colpa mia se esiste l’imbecillità». Era la fine degli anni ’70, ora sei ancora dello stesso parere?
«Oggi più di allora, i fabbricanti di musica non hanno ancora capito che la loro nave sta affondando, che si comportano come l’orchestra del Titanic, che suonava mentre la nave affondava. La tecnologia è avanzata, ma loro non se ne rendono conto. Chi compra più un disco, quando lo può scaricare dal computer, usare l’Ipod o persino ascoltare la musica sul telefonino? Pensa che dove vivo posso creare musica con un computer, un grande schermo e due tastiere. Poi, certo, vesto il tutto, come in questo album, con l’appoggio determinante della Royal Philarmonic Orchestra di Londra, e dei ragazzi del gruppo che mi accompagna nelle tournée, i PCS, i quali quest’anno saranno al Festival di Sanremo: a proposito hai già sentito la loro canzone?».
- Sì e l’ho trovata molto bella, potrebbero essere gli incompresi del Festival, come lo furono i Negramaro, che poi sono diventati grandi nonostante la bocciatura a Sanremo…
«Sono contento per loro, soprattutto perché hanno vestito di pop i miei ultimi concerti».
- Sei sfiduciato nei confronti dell’industria discografica, però fai un disco dopo quattro anni di silenzio…
«La musica può essere pensata a tavolino o ti può sgorgare dentro tanto impetuosa che sei costretto a scriverla e pensi che sia giusto farla conoscere. Di dischi ne ho venduti tanti: all’epoca di Centro di gravità permanente e di Cuccurrucuccu paloma ho venduto tre milioni di copie, ma erano altri tempi. L’importante, però, è esserci ogni tanto».
Il titolo del nuovo album, Il vuoto, è spiegato dallo stesso Battiato nella presentazione del disco: «È un vuoto che vuol dire libertà, l’esatto contrario dell’horror vacui tanto in voga in questi strani giorni. Il vuoto di senso dell’esperienza sociale che diventa un senso di vuoto in quella personale e si trasforma in un cieco iperattivismo, in un continuo imporsi e anteporre la propria libertà supposta a qualunque interferenza esterna». Si può riassumere nel verso che è la chiave per comprendere il pensiero di Battiato: «Tu sei quello che tu vuoi, ma non sai quello che tu sei».
Sono nove i nuovi pezzi che il cantautore propone nel suo album, tutti vestiti da una musica straordinaria. Tra l’altro, mi ha raccontato che durante l’incisione, a Londra, ha ottenuto un suono particolare, che si avverte benissimo anche al primo ascolto, portando gli archi ai limiti dell’atonalità. Ci trovi tutto il suo mondo, una spruzzata di Beatles in Stati di gioia, l’idiosincrasia per i luoghi comuni. In Era l’inizio della primavera ha adattato la musica di Cajkovskij a un testo di Tolstoj. «Qui», spiega, «il testo era in russo: l’ho tradotto in inglese e poi in italiano. Ma trovavo banale la parola amore, e l’ho trasformata in “umore” e il verso fila benissimo: “La primavera cominciò all’ombra di betulle come risposta al mio umore, lanciavi un’occhiata era l’inizio tra noi due, piangevo prima di te”».
- Dopo il pezzo che dà il titolo all’album, mi hanno incantato Aspettando l’estate e Tiepido aprile, che mi hanno immerso in un mondo bucolico che ormai si può solo sognare… <
<Mi fa piacere, ma devo dirti che tutti quelli che hanno ascoltato l’album hanno manifestato le stesse preferenze, è stato davvero quasi un plebiscito. Io, però, amo tutte le canzoni».
Una dichiarazione d’amore per il cantautore più colto, per l’”arabo mitteleuropeo” che, anche stavolta, dopo tanto silenzio ha centrato il bersaglio
FLEURS 2
Esce il 14 novembre FELURS 2, conclusione della trilogia iniziata nel 1999 e proseguita nel 2002 con FLEUS 3 (eccentricità d’artista Franco aveva saltato il 2 che viene ora proposto). “Quando decisi di fare un brano di cover venivo dal successo di GOMMALACCA, il mio manager del tempo mi dette del pazzo; nelle sue stime il disco avrebbe potuto arrivare nella migliore delle ipotesi a 10.000-15.000 copie, mentre invece ne vendette 300.000 dando il via a un effluvio di progetti analoghi di cui mi sento in qualche modo responsabile”. Fra i brani contenuti in FLEURS 2: ERA D’ESTATE di Sergio Endrigo, IT’S FIVE O’ CLOCK degli Aprhodite’s Child, BRIDGE OVER TROUBLE WATER di Simon & Gardfunkel, SITTING ON THE DOCK OF THE BAY, Ottis Redding duetta con Anne Ducros. Inoltre due brani di Juri Camisasca (IL CAMELO DE ECTH e LA MUSICA MUORE), ET MAINTENANT di Gilbert Becaud, IL VENAIT D’AVOIR 18 ANS di Dalida (condivisa con l’iraniana Sepiteh Raisadt), IL SUO VELOCE VOLO, cover di FRANSKESTEIN di Anthony Johnson, CON PIU’ TI AMO di Alain Barriere, e, inoltre, l’inedito TUTTO L’UNIVERSO UBBIDISCE ALL’AMORE in duetto con Carmen Consoli, e l’omaggio a Giuni Russo in L’ADDIO.
LE RADIO ITALIANE RICORDANO FRANCO BATTIATO