Fiorella Mannoia nasce a Roma, il 4 febbraio 1954. esordisce al Festival di Castrocaro nel 1967 con Un bimbo sul leone, un brano di Celentano, partecipa a Un Disco per l’Estate edizione 1969, ma non ha successo. Fra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 lavora come controfigura nel cinema (è stata controfigura di Monica Vitti, e in alcuni film dello spaghetti-western). Nel 1972 incide un altro disco, Mi gira la testa/Ma quale sentimento, e l’album Mannoia-Fioresi, ben accolti dalla critica ma ignorati dal pubblico, pertanto continua l’attività sul set, presentando di tanto in tanto brani che passano inosservati: Scaldami, Tu amore mio, Piccolo. A favorire il suo primo successo è Antonio Coggio, già produttore di Claudio Baglioni, che la fa partecipare al Festival di Sanremo 1981 con Caffè nero bollente, brano che ha un buon successo di vendita. Quindi incide con Pierangelo il brano Pescatore,
nell’estate dello stesso anno è al Festivalbar con E muoviti un po’. Nel 1982 esce l’album Fiorella Mannoia, prodotto da Mario Lavezzi, che contiene fra gli altri Il posto delle viole e Torneranno gli angeli, scritte con Renato Zero. Fiorella Mannoia torna a Sanremo con Come si cambia (1984), quindi è a Saint Vincent con Ogni volta che vedo il mare, incide l’album Momento delicato, prodotto sempre da Lavezzi, che contiene anche L’aiuola (Festivalbar, 1985). Trasferitasi a Milano affronta la sua prima tournèe, vince il concorso televisivo Premiatissima con una sentita cover di Margherita di Riccardo Cocciante. Il brano di Cocciante è raccolto, unitamente ad alcune hits di altri cantanti uomini, nell’album Premiatissima 1984. Nel 1986 incide l’album Fiorella Mannoia, che contiene fra le altre Sorvolando Eliat, Basta innamorarsi ancora di te, A Milano; nel 1987 pubblica la raccolta Tre anni di successi, partecipa al Festival di Sanremo 1987 con Quello che le donne non dicono (confessione al femminile scritta da Enrico Ruggeri e Luigi Schiavone), con il quale vince il premio della critica. Nel 1988 è ancora a Sanremo con Le notti di maggio (scritta da Ivano Fossati), cui segue l’album Canzoni per parlare, per il quale riceve il Premio Tenco. Nel 1989 si afferma a Saint Vincent con Il tempo non torna più, escono gli album: Di terra e di vento, Canto e vivo, Basta innamorarsi. Negli anni ’90 il successo di Fiorella aumenta ancora di più, lontanissima appare la prima Fiorella Mannoia dei vecchi tempi, ora è diventata un classico, un evergreen, per lei hanno scritto Enrico Ruggeri, Riccardo Cocciante, Ron, Massimo Bubola, Ivano Fossati, ha interpretato anche brani di cantautori come Fabrizio De Andrè, Luigi Tenco, Luca Barbarossa, Umberto Bindi ecc. Gli album recenti sono: Così cantiamo l’amore (1991), I treni a vapore (1992), Le canzoni (1993), Gente comune (1994), Le origini (1996), Belle speranze (1997), Primi passi (1998), Certe piccole voci (album live, 1999), Fragile (2001, canzoni di Conte, De Gregori, De Andrè), I magnifici quattro (2002). Fiorella Mannoia è una delle primissime interpreti italiane contemporanee, ormai primadonna della scena musicale. Nel 2002 si esibisce in un trionfale tour con Pino Daniele, Francesco De Gregori e Ron.
Negli ultimi anni Fiorella Mannoia ha assunto il ruolo che fu di Mina negli anni ’60: grandissima interprete di brani d’autore, spalla ideale per qualsiasi cantante. Ha interpretato brani di Enrico Ruggeri, Ivano Fossati, Massimo Bubola, Francesco De Gregori, Daniele Silvestri, Samuele Bersani e gli Avion Travel. Dopo avere pubblicato il live In Tour, nel 2003 torna al cinema nella commedia di Ambrogio Lo Giudice Prima dammi un bacio, cui segue nel 2004 un altro live, Concerti, dal quale vengono estratti i singoli Metti in circolo il tuo amore, Senor, Messico e nuvole. Altro singolo del 2004 è L’amore, non contenuto in alcuna raccolta. Nel 2005 Fiorella viene nominata Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Gli album della fine del decennio sono: Onda tropicale (omaggio alla musica brasiliana, 2006), Canzoni nel tempo (doppia raccolta del 2007 con le cover di Dio è morto e Io che amo solo te), Il movimento del dare (2008), Il ssognatore (2009). Nel 2009 si esibisce al concerto Amiche per l’Abruzzo, quindi esce L’amore si odia nel quale duetta con Noemi, altri duetti con Claudio Baglioni. Nel 2010 esce il doppio live Il tempo e l’armonia, nel 2012 nuovo album si inediti, Sud, ispirato al libro di Pino Aprile Terroni. Nel 2012 partecipa al concerto per la raccolta fondi in favore dei terremotati dell’Emilia, esce quindi un nuovo live, Sud il tour. E’ del 2013 La casa in riva al mare, tributo a Lucio Dalla, nel 2014 è ospite al concerto di Zucchero tenutosi al Madison Square Garden di New York, quindi esce l’album antologico Fiorella contenente l’inedito Le parole perdute e una serie di duetti con Laura Pausini, Massimo Bubola, Adriano Celentano, Franco Battiato, Claudio Baglioni, Dori Ghezzi, Ligabue, Tiziano Ferro, ecc. Nel 2015 torna al cinema i 7 minuti per la regia di Michele Placido, nel 2016 è autrice della colonna sonora del film Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, esce l’album Combattente. Nel 2017 partecipa al Festival di Sanremo con Che sia benedetta, arrivando al secondo posto, quindi conduce su Rai1 Un, due, tre Fiorella nel corso del quale presenta il nuovo singolo, I pensieri di Zo, scritto con Fabrizio Moro. All’inizio del 2019 esce il singolo Il peso del coraggio scritto da Amara e MariaLuisa De Prisco, partecipa quindi come ospite dal Festival di Sanremo duettando con Claudio Baglioni sulle note di Quello che le donne non dicono, ed è standing ovation del pubblico del Teatro Ariston. Nel novembre 2020 esce l’album Padroni di niente. L’album, composto da 8 tracce, nasce dalle riflessioni scaturite durante il primo lockdown del 2020. Anticipa il disco il singolo “Chissà da dove arriva una canzone” scritta da Ultimo. Il 15 e 22 gennaio 2021 torna su Rai1 con La musica che gira intorno, show che porta il titolo della canzone di Ivano Fossati, dal 25 ottobre 2021 conduce su Rai3 La versione di Fiorella.
ONDA TROPICALE”, IL NUOVO ALBUM DELLA MANNOIA CON 11 CANZONI BRASILIANE
IL BRASILE DI FIORELLA
Con lei ci sono i più grandi artisti carioca. «Ci ho messo cinque anni a farlo», confessa, «ma ne valeva la pena».
di Gigi Vesigna
Una bella signora per la quale il tempo sembra non passare mai e una cascata di riccioli rossi e naturali come quando l’ho conosciuta, nel 1972, in una strana serata in cui la Rca presentava i suoi “pulcini”: c’erano Claudio Baglioni che proponeva timidamente Questo piccolo grande amore, Riccardo Cocciante che precorreva i tempi del Gobbo di Notre Dame con la sua opera Mu e il duo Mannoia-Foresi, lei prorompente di vitalità, lui quasi nel ruolo di moderatore accanto a una personalità tanto spiccata. Il successo pieno lo portò via Baglioni, ma fu Fiorella Mannoia quella che colpì la fantasia dei cronisti. Romana, 18 anni, destò il nostro interesse soprattutto perché di mestiere faceva la stunt-girl, cioè la controfigura delle attrici nei film dove c’erano scene pericolose. Fu lei a prendere la scarica di sberle da Alberto Sordi, che si scopriva tradito da Monica Vitti in Amore mio aiutami. «Ero brava come cascatrice», ricorda con un sorriso quasi nostalgico Fiorella, «tanto che mi feci praticamente tutti gli “spaghetti western” che erano di moda allora e fui chiamata in Spagna da una produzione americana per “sostituire” Candice Bergen in The hunting party, che venne tradotto in Il giorno dei lunghi fucili. Cascavo, facevo a botte, ma in un angolo del cervello qualcosa mi diceva che mi sarebbe piaciuto cantare». L’esordio, quello che la propose al grande pubblico, avvenne nel 1981 a Sanremo, dove presentò Caffè nero bollente.Quella rossa aveva tanta grinta e una voce che la rendeva inconfondibile. Ancora oggi, se capiti per caso su una radio che trasmette una sua canzone, anche se nuova di zecca, la riconosci subito. Sanremo non la vide mai vincitrice, ma sempre protagonista, con tre canzoni che sono diventate dei classici: Come si cambia scritta da Renato Pareti, Quello che le donne non dicono di Enrico Ruggeri e Le notti di maggio di Ivano Fossati. Pietre miliari nella storia di una manifestazione che, dice Fiorella, «adesso non ha più ragione di esistere, non serve alla musica».
Oggi ci siamo incontrati per parlare di un altro sogno che finalmente hai realizzato, incidere un disco con sole canzoni brasiliane, questo Onda tropicale, al quale stai pensando da cinque anni e ormai ritenevo che avessi definitivamente rinunciato…
«Sì, sono stati proprio cinque anni per pensarci, di cui due per mettere insieme i più grandi della musica brasiliana, da Gaetano Veloso a Milton Nascimento, da Chico Buarque a Gilberto Gil, da Lenine a Jorge Ben Jorge».
Sono 11 canzoni, non tutte popolarissime: come mai hai scelto queste?
«Perché non volevo fare un disco da cartolina, per allontanarmi dalla moda del latino-americano e soprattutto perché sono belle, danno il colore, il sapore, la gioia di un Paese ricco di contrasti, proprio il contrario dell’Italia dove siamo statici e diffidenti. I brasiliani hanno i loro guai, ma riescono a essere molto più spensierati, aperti al futuro».
Come sei riuscita a mettere d’accordo tutti i più grossi nomi della musica brasiliana per il tuo disco?
«Se ti dicessi che sono venuti tutti a titolo gratuito, ci crederesti? Eppure è così, quando ho visto arrivare in studio, e senza scorta, Gilberto Gil, che è il ministro della Cultura brasiliano, ho capito che ce l’avevamo fatta».
Quel plurale va soprattutto al tessitore dell’operazione Onda tropicale, quel Piero Fabrizi che da tanti anni condivide con Fiorella la vita privata e la passione per la musica. È lui che ha convinto tutti, lui che, come un commissario tecnico ha “fatto” la formazione. La chiave di lettura dell’album sta tutta nella prima delle “perle” che Fiorella canta, un po’ in italiano e un po’ in portoghese, in coppia con gli artisti brasiliani, Canzoni e momenti, che dice: «Ho canzoni e momenti, io non so come spiegare, in cui la voce è uno strumento che non posso controllare, lei si leva all’infinito e accarezza tutti noi e c’è un solo sentimento nella platea e nella voce. Ma io so che c’è un momento che si unisce alla canzone e di questo matrimonio vive la mia professione».
Un’altra canzone, 13 di maggio, ricorda il giorno del 1888 in cui la principessa Isabella decretò la fine della schiavitù; Dois Irmaos sono le due montagne di Rio separate in cima ma unite alla base, proprio come due fratelli che si somigliano; Un grande abbraccio è stata scritta da Gilberto Gil la notte prima di partire per l’esilio in Inghilterra durante la dittatura: è un festoso saluto a Rio de Janeiro, e si capisce che l’autore non lo considera un addio. Infine Mas, que nada, talmente popolare che già dalle prime note puoi continuare a cantarla.
Fiorella, parlando con te del Brasile e della sua musica mi sembra che tu ti senta più vicina a quell’immenso Paese che alla nostra Italia…
«No, davvero non è così, il Brasile è una carica di dinamite che ti entra nel sangue, l’Italia è la mia terra. Solo che ogni mattina, prima di svegliarmi, sogno di aprire la finestra e di trovarmi in un Paese normale. Invece, di normale c’è rimasto davvero poco!».
LA MUSICA PER CONOSCERE I POPOLI
Molto tempo fa sono entrata con umiltà e curiosità in un mondo che non conoscevo e che ora sento, invece, appartenermi per sempre. La musica rimane il mezzo più importante ed efficace per avvicinarsi a culture diverse dalla propria: se soltanto si sa ascoltare e si ha voglia di capire, si può scoprire molto di un Paese e di un popolo dai propri suoni. Ho ancora molta strada da fare, ma quello che so del Brasile l’ho imparato soprattutto dalla musica degli artisti che ho amato e la loro presenza in questo disco è il più bel regalo che abbia mai ricevuto. Un grazie di cuore, perché con la loro disponibilità mi hanno permesso di realizzare questo progetto che rimarrà l’esperienza più esaltante della mia vita. Obrigada Brazil.
Fiorella