E’ morto l’immobiliarista Salvatore Ligresti, negli anni ’80 fu anche editore di Telelombardia

salvatore ligresti

E’ morto all’ospedale San Raffaele di Milano, dove era ricoverato, Salvatore Ligresti. Nato a Paternò, in provincia di Catania, il 13 marzo 1932 da una famiglia di agiati commercianti, dopo essersi laureato in ingegneria arrivò a Milano per fare il servizio miliare in Aereonautica. Siamo agli inizi degli anni ’60 è la Milano del boom economico e dell’immigrazione dal Sud, Salvatore Ligresti decide di restare nel capoluogo ambrosiano: apre un studio di progettazione, instaura rapporti con  due compaesani arrivati a Milano: l’avvocato Antonio La Russa e con il finanziere Michelangelo Virgillito.  Complice il boom edilizio si arricchisce, alla fine degli anni ’70 Don Salvatore, come viene soprannominato, dichiara al fisco trenta milioni di imponibile. Ligresti quindi si getta negli appalti pubblici, negli anni della “Milano da bere” acquista anche l’emittente televisiva Telelombardia diretta da Paolo Romani. Quindi scala altri settori: finanza ed assicurazioni. Nel 1986 nasce la holding Premafin tramite una serie di acquisizioni di varie società, acquisisce una partecipazione di controllo della compagnia di assicurazione Sai. La Premafin viene quotata dalla Borsa valori di Milano è diventato uo degli uomini più ricchi d’Italia, è il re degli immobiliaristi tra appalti pubblici e affari nel terziario. Entra in società importanti come Gemina, Mediobanca e Pirelli.

Ma è prorio negli anni ’80 che hanno inizio le sue disavventure giudiziarie: nel 1981 subisce il sequestro della moglie Antonietta Susini (figlia del provveditore delle Opere Pubbliche della Regione Lombardia) sequestrata da un gruppo di mafiosi (liberata dopo un mese dietro il pagamento di 600 milioni) due dei tre autori del sequestro saranno successivamente assassinati, ne seguì un’inchiesta da parte delle Procure di Milano e di Roma per sospetti legami con la mafia da parte di Ligresti,  inchieste che si conclusero in un nulla di fatto.   Nel 1986 Ligresti è coinvolto nello scandalo delle “aree d’oro” che porterà alla caduta della giunta guidata dal sindaco socialista Carlo Tognoli. Nel 1992, coinvolto in Tangentopoli, Ligresti viene arrestato per alcune tangenti pagate per vincere appalti per la Metropolitana milanese e le Ferrovie Nord. Condannato a 2 anni e 4 mesi, ottenne l’affidamento ai servizi sociali presso un centro Caritas. Perse però i requisiti di onorabilità e i figli presero in mano sia Premafin (la finanziaria di famiglia) sia il gruppo assicurativo Fondiaria-Sai. Nel 2004 entra nel cda di Rcs MediaGroup, società editrice del Corriere della Sera e di altri quotidiani fra i quali City, nel 2011, su pressione di Mediobanca, Ligresti cede Fonsai e Milano assicurazioni fortemente indebitate ed esposte con la stessa Mediobanca. Nel 2013 viene nuovamente arrestato con le figlie. Sarà successivamente condannato a sei anni per falso in bilancio e manipolazione del mercato per Fonsai a Torino e a cinque anni per aggiotaggio in relazione alla vicenda Premafin.

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