Bravissimo cantante, autore di canzoni evergreen, Lorenzo Pilat è apparso in televisione (oltre che come cantante), sugli schermi di Canale5 in alcune edizioni del Festivalbar, e al Maurizio Costanzo Show. E’ stato ospite di trasmissioni televisive come La vita in diretta, Alle due su Rai1, Tg2 Dossier, e dovunque si parli della melodia italiana nel mondo. Cantante popolarissimo fra gli italiani all’estero (la sua popolarità arriva addirittura in Australia), Lorenzo Pilat si è esibito anche sulle tv locali Tele4 e Rtb RadioteleBarbara, è tornato in video grazie a Roberto Poletti, per lui scrive la canzone Piazza pulita, sigla dell’omonima trasmissione di Antenna 3 Lombardia.
Lorenzo Pilat nasce a Trieste il 24 giugno 1938: “sono nato in Via Fabio Severo, accanto non c’era niente, solo un cortile con le galline, da mamma triestina e papà friulano; poi abbiamo vissuto nelle case popolari in Via Paisiello. Quando mamma mi portava in braccio, appena sentivo la musica muovevo le braccia. Ho cominciato a cantare le litanie nella chiesa di Via del Ronco.” A sedici anni inizia ad esibirsi come cantante in alcuni spettacoli di varietà, diplomatosi perito elettronico, nel 1959 vince il primo premio alla Birreria Dreher di Via Giulia Lorenzo si trasferisce a Milano, la “palestra della musica leggera” dove conosce Vittorio Salvetti, anch’egli esordiente che lo propone alle case discografiche e lo fa entrare nel Clan Celentano, nel 1963 vince Pilat vince il concorso per voci nuove promosso dal Clan Celentano ed incide il suo primo singolo Ciao ragazzi ciao. Salvetti intanto pensa di lanciare un nuovo concorso canoro, il Festivalbar ” Vittorio aveva bisogno di uno sponsor, la ditta Moccia faceva la Sambuca, andavamo in un ristorante con i rappresentanti, suonavo la chitarra e si otteneva la simpatia dello sponsor. Da lì il Festivalbar è decollato con la prima edizione ad Asiago che ho vinto (sezione giovani”.Nnel 1964 Pilat partecipa anche alla prima edizione del Festivalbar che vince nella sezione Giovani con Ciao, il patron della manifestazione, Con lo pseudonimo di Pilade porta al successo il brano Non sono Frank Sinatra segnalandosi per la voce urlata, per l’ironia e la vis comica. Nel 1965 accompagna Adriano Celentano in una lunga tournèe nelle varie città italiana e alla tv svizzera, lancia poi la canzone Charlie Brown, nel 1966 con Ico Cerutti e Gino Santercole forma il Trio del Clan presentando al Festival di Sanremo Il ragazzo della via Gluck. Sempre nel 1966 incide La mia Ciccia (cover di “Summertime Blues”). Un trio di Trieste che si chiamava “I Selvaggi“, formato da Volteio al basso, Goran alla chitarra e Rino alla batteria, accompagnava il Pilade nei concerti. Il gruppo però aveva gusti musicali diversi da Lorenzo, non intendeva cioè produrre musica commerciale; Lorenzo quindi si staccò per intraprendere quella carriera di cantante che non lo lanciò mai veramente come avrebbe meritato, viste le sue splendide capacità canore. incide quindi Shenanoboah la valle dell’amore, colonna sonora del film omonimo. Canta anche Un po’ di vino (quest’ultima incisa in duetto con lo stesso Celentano), Amami un giorno soltanto, Angelino il camionista, Rosina, In tredici, Lei non può, Sono sicuro, D’accordo, Male e bene. Nel 1967 è di nuovo sulla cresta dell’onda con La legge del menga canzone lanciata al Cantagiro e censurata dalla Rai. Nel 1968 torna al Festival di Sanremo presentando in coppia con Nino Ferrer Il re d’Inghilterra. Il cantante inglese Tom Jones deve la sua popolarità anche a una canzone di Pilat: Love me tonight (Alla fine della strada, presentata al Festival di Sanremo del 1969) che negli Usa è tutt’ora un best seller. L’originalità dei testi di Pilat sta nel fatto che spesso trae dalle caratteristiche della propria terra natia gli elementi ispirativi, ad esempio Un po’ di vino del 1968 cantata con Celentano (non dimentichiamo che a Pilat piaceva e piace ancora il buon vino rosso e lo stesso dicasi di Volteio e Goran, caratteristiche che accomuna ancora oggi tutti i membri di quello storico gruppo).
Pilat continua a cantare e portare la sua musica in Italia e all’estero, ma la sua maggior fortuna deriva dal ruolo di compositore: infatti è tra gli autori di Nessuno mi può giudicare, la canzone che lancia Caterina Caselli nell’olimpo della musica leggera italiana il brano viene interpretato anche da Gene Pitney. Pilat si dedica all’attività di compositore per altri artisti firmandosi Pilat, scrive per Orietta Berti, Gigliola Cinquetti, Adriano Celentano, e brani composti con Daniele Pace e Mario Panzeri (il famoso trio Pace-Panzeri-Pilat). La sua canzone più famosa? Indubbiamente Fin che la barca va, portata al successo da Orietta Berti, una canzone che esprime bene la filosofia italiana. Autore di fama internazionale lega il suo nome a Pace e Panzeri con i quali per più di vent’anni scriverà le più belle canzoni della musica leggera italiana. Fra i brani scritti da Pilat ricordiamo: Come mai (per Caterina Caselli, 1966) Il re della speranza (per Armando Savini, 1967), Non c’è bisogno di camminare (per Maurizio Arcieri, 1967), La rosa nera (per Ggliola Cinquetti, 1967), Sole spento (per Caterina Caselli, 1967), L’attore (per Adriano Celentano, 1968), Emanuel (per Caterina Caselli, 1968), Alla fine della strada (per Junior Magli, Tom Jones e The Casual, 1969), La rivale (per Katty Line, 1969), Se ne va (per Orietta Berti, 1969), Volano le rondini (per Ggliola Cinquetti, 1969).
Nel 1970 incide due 45 giri: Ezechiele e Tacata. Nel 1971 con il nome di Lorenzo Pilat incide con i Calibro 45 il singolo 71/Settimo cielo che presenta a Un Disco per l’Estate. Altri famosissimi brani scritti da Pilat sono Non illuderti mai, Ritorna amore e Una bambola blu portate al successo da Orietta Berti, Quanto è bella lei (cantata da Gianni Nazzaro (vincitrice di Un disco per l’estate edizione 1972), Romantico blues per Gigliola Cinquetti e Bobby Solo, She per La Quinta Strada, Una casa senza nome per Umberto Lupi. Nel 1973 pubblica con il nome di Lorenzo Pilat l’album Trieste matta, quindi scrive Alle porte del sole per Gigliola Cinquetti (vincitrice di Canzonissima 1973 e portata al successo in America nella versione di Al Martino, The door of the sun). Pochi mesi dopo, il 6 aprile 1974, è il coautore con Daniele Pace, Mario Panzeri e Corrado Conti della canzone intitolata “Sì” che la stessa Cinquetti porta all’Eurovision Song Contest di Brighton ottenendo un lusinghiero secondo posto alle spalle del gruppo svedese degli Abba. Nel 1974 Pilat scrive per Gianni Nazzaro Vino amaro, brano dolce e malinconico che ottenne un grande successo in Germania ed è tuttora compreso nel repertorio di molte orchestre italiane. Pilat ha partecipato come autore allo Zecchino d’Oro scrivendo due canzoni: “Tutto questo per un chiodo” e “Se manca pane e vino cosa fai?”.
Durante un mio viaggio in Australia, ho incontrato degli italiani immigrati a Sidney negli anni ’70, che cosa ricordavano dell’Italia? Lui, Lorenzo Pilat… Cantante unico per la sua estensione di voce e per il suo modo carismatico con cui affronta il pubblico in ogni spettacolo, è un vincente in quanto oltre al tempismo nel proporre le canzoni offre un saggio di preparazione tecnica notevole nell’interpretare pezzi come Be bop alula, dove simula l’effetto eco, Mule skinner blues (Il blues del mandriano) dove per la moltitudine di suoni che escono dalla sua bocca sembra di sentire un’orchestra, Sixteen tons, dove da note bassissime passa improvvisamente a note altissime. Lo stesso vale anche per i brani The house of the rising sun e Unchained melody, dove tra voce e falsetto riesce a toccare ben 44 note del pianoforte!.
Nel 1975 Pilade ritenta la via della canzone come interprete presentando al Festival di Sanremo Madonna d’amore, il brano vince il premio della critica giornalistica come miglior testo, ma non ottiene un grande successo di vendita. Seguono altri 45 giri con il nome di Lorenzo Pilat: Matrimonio sbagliato e Mamma Boogie (1977), Buonanotte, buon Natale (1977), Finanziere e Rocky Lopi Boogie (1978), Pinocchio rock (1982), gli album La mula (1975), Io, Trieste (1978), Trieste mia (1981) in questi ultimi lavori riscopre le sue radici triestine, nel quale propone una serie di canzoni in dialetto: Mangiando il pess, Finanziere, La sagra della sardella), le musicassette Pilat Supercassetta (1982) e Pilat un artista in cartolina (1989). Fra gli altri suoi successi: Credi mama Giovedì, Adriana, Lassime star cussì, El pìe taià e Come te pol dimenticarte de Trieste. Amatissima dai giovani La cavala zelante.
Poi apparentemente il silenzio, ma Pilat continua ad esibirsi dal vivo con la chitarra, quasi sempre da solo, sono i media ad oscurarlo. Eppure è popolarissimo fra gli italiani all’estero. Negli anni ’80 vince il Grammy Award, uno dei più prestigiosi riconoscimenti degli Stati Uniti, per aver superato il milione di esecuzioni radiofoniche con la canzone “Love me tonight”. Pilat è apparso sugli schermi di Canale 5 nelle edizioni del Festivalbar nel 1986 e nel 1991 in due puntate del popolare programma “Maurizio Costanzo Show”. Inoltre ha partecipato a tutte le trasmissioni Rai dove si parla della sempre-verde melodia italiana.
Nel nuovo millennio Pilat incide i cd: Ghost, Pilade, Riccio di mare (2000), La cavala zelante. Canzoni triestine n.1 (2002), Torno a Trieste Canzoni triestine n. 2, Trieste piena de mar – Canzoni triestine n. 3, Viva la bora. canzoni triestine n.4 (2002). Pilat riscopre le proprie radici popolari esplode con vivacità e grinta tenendo banco un’ora e mezza circa in concerti nei quali coinvolge il pubblico in canti collettivi e battute spiritose riuscendo a polarizzare su se stesso l’attenzione per tutta la durata degli spettacoli che completa cantando le sue canzoni più famose come Quanto è bella lei, Vino amaro, Alle porte del sole, insieme a qualche pezzo di Celentano e ad alcuni brani di folcklore triestino. Si, il folk, proprio nell’ambito di un programma di folcklore in onda su Telelombardia condotto da Roberto Poletti, Lorenzo Pilat torna in televisione Soltanto un personaggio “stravagante” irregolare come Roberto Poletti poteva restituirci il mitico Pilat… Allorquando Poletti passa da Telelombardia ad Antenna 3 Lombardia sceglie Pilat come autore della sigla Piazza pulita, titolo anche della nuova trasmissione del giovane conduttore. Gli album incisi da Pilat negli ultimi anni sono: Cuore da bambino (2005), Come te pol dimenticarte de Trieste – Canzoni triestine n. 5, Sussurrando melodie d’amore, C’era una volta il Clan (2006), Canto le mie canzoni, I famosi del Clan (2007), Vojo far el sindaco (2011). In anni recenti ha registrato una nuova versione di Alla fine della strada e vari cd con rifacimenti moderni ed attuali, di composizioni proprie (anche in dialetto triestino). Inoltre ha racchiuso in sei cd tutta la sua discografia in dialetto triestino. Pochi sanno che la sua fama all’estero è legata alla composizione e all’arrangiamento di colonne sonore di importanti film. Ad Aprile 2010 appare in veste di identità nascosta nella trasmissione di Fabrizio Frizzi Soliti ignoti – Identità nascoste. Nel 2011 ha pubblicato il cd Voio far el sindaco . Lorenzo Pilat ha partecipato come autore a 23 edizioni del Festival di Sanremo (tre volte come interprete e venti come autore). Il 25 giugno 2018 il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha consegnato a Pilat, in occasione dei suoi 80 anni, la medaglia di bronzo quale segno di stima e di apprezzamento per la sua attività: “che sia un ricordo indelebile e grazie per quello che hai fatto per la nostra città. Hai portato in alto il nome di Trieste e ti voglio bene anche perché sei diventato un personaggio partendo dal niente”.