Piccola storia della radio italiana

LA STORIA DELLA RADIO

Radio storia. La Radio…folle amore!

IN DUE VOLUMI L’AVVENTUROSA STORIA DELLA RADIO ITALIANA

https://www.mondadoristore.it/avventurosa-storia-Radio-Massimo-Emanuelli/eai979128064910/

https://www.hoepli.it/libro/l-avventurosa-storia-della-radio-pubblica-italiana-vol-1/9791280649102.html

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Alcuni stralci l’opera omnia in due volumi con tanto di trasmissioni, conduttori, registi ed oltre 200 interviste a dj, attori, conduttori, registi e funzionari Rai 

 

 

vecchia radio

guglielmo marconiGuglielmo Marconi nel 1901 realizza il primo collegamento radio telegrafico transatlantico, tra un paesino della Cornovaglia e San Giovanni di Terranova, nel Canada. Già dalla fine dell’800 lo studioso italiano aveva ottenuto ottimi risultati con la scoperta del telegrafo senza fili, ma quell’esperimento segna un punto di svolta nella storia della comunicazione.   La radio come la si intende più comunemente oggi, ovvero un oggetto capace di trasmettere in ogni angolo del mondo voci e suoni, nasce nel 1919 negli Stati Uniti ad opera di John Flaming, un professore che inventa le valvole atte a captare le oscillazioni delle onde sonore e ad amplificarle. La radio ha uno strabiliante successo ed è subito chiara l’eccezionale importanza che offre possibilità di comunicazioni praticamente infinite. Il primo concerto trasmesso è quello eseguito nel 1920 nella stazione Marconi di Chelmsford dove la cantante Nellie Melba si esibisce per migliaia di ascoltatori lontani da lei molti chilometri, sparsi in varie parti del mondo. Vengono costruiti i primi grossi monumentali apparecchi di legno e dal design simile a quello di un piccolo mobile, perfettamente integrato con l’arredamento. La radio nel mondo raggiunge una grande diffusione. In Europa con la spinta dell’Inghilterra.
Anche l’Italia non è immune dalla “radiomania”. Nel 1909 per iniziativa dell’ing. Luigi Ranieri nasce a Roma il giornale parlato Araldo Telefonico, servizio di telefonia circolare (già sperimentato a Parigi, Budapest, Londra e New York) che si avvale di un apparecchio telefonico (inventato nel 1876) e di una cuffia. Attraverso il Regio Osservatorio del Collegio Romano un segnale acustico segnala ai suoi abbonati l’ora esatta ed indica l’inizio del radiogiornale gestito dall’agenzia Stefani. L’Araldo Telefonico nel 1910 si arricchisce di un palinsesto giornaliero (dando origine al broadcasting ovvero all’idea di distribuire simultaneamente ai propri abbonati la stessa sequenza di programmi predefinita) di notizie, spettacoli e contenuti editoriali. Tra questi ci sono: la rassegna stampa dei quotidiani, gli indici di borsa, la trasmissione di concerti, lezioni di lingue e il segnale orario. L’iniziativa si estende nel 1914 quando la piccola impresa attraverso la rete telefonica diffonde oltre che nella capitale anche a Bologna e a Milano programmi di musica, varietà, cultura e informazioni di diverso genere. Il servizio però s’interrompe per alcune difficoltà finanziarie e poi giuridiche nel 1917. Nel 1922 il Ranieri, unitamente al figlio Augusto, negli stessi locali dell’Araldo Telefonico di Roma da vita a Radio Araldo (ad oggi prima stazione radiofonica Italiana) che comincia a trasmettere su onde medie per alcune ore al giorno con una piccola stazione di soli 250 watt installata a Piazza S. Claudio. L’emittente diventa società il 14 marzo 1924 e con l’installazione di un nuovo trasmettitore della Western Electric Italiana apre di fatto la strada alla radiofonia in Italia. I Ranieri partecipano infatti alle trattative per la creazione dell’URI, poi EIAR, infine RAI, rimanendone però esclusi. Ma, la nascita e la diffusione del nuovo mezzo di comunicazione non causa la scomparsa del servizio di telefonia circolare. Il Radio Araldo di Bologna rimane ancora attivo durante la seconda guerra mondiale quando viene chiuso per volontà di Mussolini.
L’era della radiofonia italiana ha inizio il 3 giugno 1924, quando le società SIRAC (filiale commerciale della Western-Elettric Company), Radiofono e RadioAraldo danno vita, con la loro fusione all’URI – Unione Radiofonica Italiana che nasce il 27 agosto. Dall’URI – Unione Radio Italiana deriva poi nel 1928 l’EIAR – Ente Italiano Audizioni Radifoniche eiar inaugurazionecon sede in Torino via dell’Arsenale 21, che nel 1944 (26 ottobre, data della caduta del regime) assume la denominazione di RAI – Radio Audizioni Italia ed infine nel 1954 (3 gennaio), quando cioè inizia il eiar logoservizio televisivo con l’attuale denominazione RAI – Radiotelevisione Italiana. Le trasmissioni radiofoniche regolari hanno inizio  alle ore 21 del 6 ottobre 1924, dall’auditorio di via Maria Cristina 5 in Roma quando l’usignolo meccanico della radio incomincia ad annunciare con un trillo prolungato l’inizio dei programmi e la voce di Maria Luisa Boncompagni, per la storia la prima annunciatrice radiofonica del mondo, legge il primo messaggio agli ascoltatori: “Unione Radiofonica Italiana, stazione di Roma 1-RO, trasmissione del concerto inaugurale”. La stazione di Roma, con 1,5 kWh di potenza, inaugura i programmi con un concerto di Franz Joseph Hayddn e un notiziario. La prima canzone trasmessa dalla radio italiana è “Vivere”, che chiude le trasmissioni. E quel giorno gli apparecchi radio, un mobile di legno lucido con un ricevitore a cristalli di galena collegato a due cuffie grandi come quelle dei telegrafisti il cui ascolto è limitato a due persone,  sono poco più di 30.000. Nel 1923 era nata Radio Fiori, nel 1925 nasce Radio Posto Zero.     Radio Flori è il primo esperimento alternativo all’Eiar e alla radio monopolistica nasce nel 1923 a Milano come prima stazione radiofonica sperimentale per mezzo di Erminio Donner Flori che interessato a tutte le nuove tecnologie realizza nella propria casa un laboratorio sperimentale di radiotecnica. La stazione “Radio Flori”, assemblata con apparecchi industriali e completa di una grande antenna sul tetto, viene impiegata per trasmettere parole e musica suonata con un grammofono. Ancora non esistono emittenti pubbliche né compagnie private. Un decreto del regime fascista stabilisce che l’impianto e l’esercizio delle radiocomunicazioni sono riservati allo Stato: è dunque vietato trasmettere, ma anche possedere un semplice ricevitore per captare le emittenti straniere. L’iniziativa del primo vero e proprio pioniere dell’etere italiano viene immediatamente bloccata.  Radio “Posto Zero”  nasce il 5 maggio 1925 in via Santo Spirito a Milano. Viene attivata come prima radiostazione di broadcasting di Milano per mezzo dei radioamatori Boschetti, De Angelis, Pagliari e Pugliese guidati dall’ing. Eugenio Gnesutta (pioniere della radio italiana, che aveva fondato già nel 1923 il Gruppo Radiotecnico Milanese). Al termine della prima trasmissione serale l’annunciatore chiede agli eventuali ascoltatori di recarsi, di lì a una mezzora, in un bar del centro. Vi si ritrovarono oltre 50 entusiasti radioamatori. Ma entrambi i tentativi, Radio Fiori e Radio Posto Zero, finiscono e l’unica ad operare è l’Eiar.
Nel 1925 la stazione radiofonica Wpay di New Haven negli Usa irradia in modulazione d’ampiezza la prima trasmissione stereofonica senza fili usando due diversi trasmettitori in Onde Medie funzionanti su frequenze differenti.

Gli apparecchi radio in Italia arrivano a 40.000 nel 1927 quando viene compresa l’importanza delle comunicazioni ed una commissione speciale incaricata dal regime delibera un notevole potenziamento della rete e la costituzione di un nuovo ente concessionario (15 gennaio) ed arriva la pubblicità trasmessa negli intervalli dei programmi. Un apparecchio radio costa due anni di stipendio: 12.000 lire. Con 855 lire lo si può costruire da soli, comprando il materiale in scatola di montaggio.  Nel 1928, quando viene  trasmessa la prima radiocronaca di una partita di calcio, Italia-Ungheria gli apparecchi radio sono 61.000. 102.000 nel 1929. 162.000 nel 1930. 242.000 nel 1931 quando lo Stato decide di far pagare un canone di 75 lire l’anno. Iniziano i programmi di Radio Vaticana.
Altri esperimenti alternativi all’Eiar e alla radio monopolistica c’erano stati negli anni precedenti. La prima stazione radiofonica sperimentale era infatti nata a Milano nel 1923 per mezzo di Erminio Donner Flori, che, interessato a tutte le nuove tecnologie, realizza nella propria casa un laboratorio sperimentale di radiotecnica. La stazione “Radio Flori”, assemblata con apparecchi industriali e completa di una grande antenna sul tetto, viene impiegata nel 1923 per trasmettere parole e musica suonata con un grammofono. Ancora non esistono emittenti pubbliche né compagnie private. Un decreto del regime fascista stabilisce che l’impianto e l’esercizio delle radiocomunicazioni sono riservati allo Stato: è dunque vietato trasmettere, ma anche possedere un semplice ricevitore per captare le emittenti straniere. L’iniziativa del primo vero e proprio pioniere dell’etere italiano viene immediatamente bloccata.  Nel 1925 (10 maggio) viene attivata “Posto Zero”, la prima radiostazione di broadcasting di Milano per mezzo dei radioamatori Boschetti, Gnesutta, De Angelis, Pagliari e Pugliese. Al termine della prima trasmissione l’annunciatore chiede agli eventuali ascoltatori di recarsi, di lì a una mezzora, in un bar del centro. Vi si ritrovarono oltre 50 entusiasti radioamatori. Il 28 aprile 1928 in Slovenia nasce Radio Lubiana con un trasmettitore della potenza di 2,5 watt che nel 1931 passerà a 5 watt.  Nel 1941 il trasmettitore viene distrutto da un bombardamento tedesco. A seguito dell’occupazione italiana di Lubiana l’EIAR—Ente Italiano Audizioni Radiofoniche vi istituisce una propria nuova sede collegata con la rete radiofonica nazionale tramite la sede di Trieste e con un nuovo trasmettitore autoportato il 3 maggio 1941 riprende l’attività dell’emittente diffondendo programmi in italiano (alcuni dei quali ripresi dalla rete ed alcuni immessi in rete) ed in sloveno, fino all’8 settembre 1943. Occupata dal comando militare germanico, la stazione viene rimessa in funzione il 14 settembre 1943 con la nuova denominazione di Radio delle Forze Armate Tedesche a Lubiana.
Nel 1938 gli apparecchi radiofonici in Italia sono già oltre il milione ma per di più la radio è un “bene” pubblico di scuole, circoli nonché dei ricchi che la mettono con un certo esibizionismo a disposizione di tutti come poi successe quindici anni dopo per la televisione. La radio incontra nel pubblico esteso favore e con il tempo si sviluppano i programmi e gli impianti. La programmazione radiofonica italiana, prima centrata sui notiziari e sui comunicati del Governo, si arricchisce di nuovi eventi. Soltanto a un decennio dalla sua nascita sono funzionanti tre reti. Il “Giornale radio” delle 20 viene trasmesso contemporaneamente da tutte le stazioni. Tra i primi programmi: “Commenti ai fatti del giorno” dedicati alla politica internazionale; le trasmissioni in diretta delle “Cronache delle partite di calcio”, commentate da Nicolò Carosio; i programmi di “Musica sinfonica o da camera” trasmessi fino alle ore 23; “l’ora dell’agricoltore”; “l’opera e l’operetta”; “il concerto”; “il radiodramma”.  C’è anche chi, durante la guerra di Spagna, comincia ad inerpicarsi dalle onde medie dei normali apparecchi sulle onde lunghe, poi sulle corte, infine sulle cortissime: “Attenzione, attenzione. Qui trasmette una stazione clandestina di Palermo. Antifascisti italiani, antifascisti di Bari, Trieste, Palermo, Ancona, l’ora è giunta: quanto prima vi sarà in Italia un movimento rivoluzionario…”. I cospiratori dell’etere si dichiarano italiani ma trasmettono da emittenti straniere e non italiane. L’unica voce nazionale è l’EIAR che nel 1941 darà vita anche a Radio Zara.
Radio Zara, sede dell’EIAR—Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, inizia l’attività a Spalato il 5 maggio 1941 (appunto come Radio Spalato), ma poco dopo viene trasferita a Zara, dove riprende il servizio il 25 giugno 1941 con la potenza di 700 W, portata a 10 kW nel 1942. Data la mancanza di un collegamento con la rete radiofonica nazionale, l’emittente, a parte la messa in onda dei notiziari nazionali ricevuti via radio, diffonde rubriche generate localmente e registrazioni di programmi artistici di complessi dell’EIAR, delle quali è dotata. Soltanto nell’ultimo periodo la stazione può usufruire di un ponte radio di collegamento fra Ancona e Zara e trasmettere così direttamente anche programmi della rete nazionale. L’11 settembre 1943 viene occupata dai tedeschi e rimane inattiva fino al 13 ottobre 1943 quando riprende il suo servizio sotto controllo germanico. Il 2 novembre 1943 il suo trasmettitore viene  distrutto da un bombardamento aereo alleato e l’emittente cessa definitivamente la sua attività.

eiar fine delle trasmissioni

Poi la guerra…e ad il trillo prolungato dell’uccellino si interpone quello della sirena… Si può ascoltare solo la voce del regime: guai a chi è sorpreso a raccogliere i messaggi di “Radio Londra”. Quanto poi ad impiantare un sistema di ricetrasmissione, non solo non è permesso, ma ne va della vita.
Radio Londra inizia le trasmissioni in italiano il 27 settembre 1938. Il successo deriva dal fatto che il governo inglese invece di gestire in proprio la propaganda radio la affida alla BBC ente autonomo geloso della sua indipendenza redazionale. Nascono i Servizi Europei di cui la sezione italiana che trasmette per un quarto d’ora al giorno è una delle prime e più importanti componenti. Nel 1939 con lo scoppio delle ostilità le trasmissioni aumentano di numero e di ampiezza e il Servizio Italiano passa ad un’ora e mezza. Nel maggio 1940 cresce fino ad una punta di una ventina di trasmissioni al giorno. Nell’agosto 1943  per un totale di 4 ore e un quarto. La redazione trasmette le notizie prima degli altri e nella forma più esauriente possibile. Nel Servizio Italiano c’è un personaggio che si impone rapidamente all’attenzione degli ascoltatori: il Colonnello Stevens, soprannominato “Colonnello Buonasera” per la maniera che ha di iniziare i suoi commenti. Più che persona, in realtà, il famoso colonnello è un fenomeno creato dalla radio: perché se Stevens è la voce, le parole, il pensiero sono di Aldo Cassuto, un triestino che già ha lavorato alla redazione de “Il Piccolo”. La sua abilità consiste non solo nella superba dialettica dei suoi commenti ma nella capacità di redigerli in uno stile adatto alla “personalità” del Colonnello. E’ un tono pacato e ragionevole ben diverso dalla violenza verbale degli striduli commentatori fascisti: un tono carico di promesse implicite di un futuro roseo non appena l’Italia fosse rientrata negli schemi tradizionali. Col progredire della guerra in Italia si diradano i programmi variati e leggeri. Cresce invece a dismisura il numero di messaggi speciali, quelle comunicazioni enigmatiche e affascinanti: “il maggiore con la barba”, “la gallina ha fatto l’uovo”, “la vacca non dà latte” destinate alle forze della resistenza. Le funzioni di questi messaggi si riferiscono al paracadutare di viveri, armi e uomini, a spostamenti di unità, ad operazioni belliche quando i messaggi sono circondati dal segreto militare più assoluto. Li consegna in redazione una staffetta motociclistica del Ministero della Guerra. L’annunciatore ha giusto il tempo di dare un’occhiata al lungo foglio prima di darsi alla lettura di diecine e diecine di messaggi con il senso di compiere una mansione di vitale importanza. I messaggi da poco usciti da una telescrivente militare, spesso inviati da partigiani su una radio da campo, giungono sovente a destinazione scorretti e persino incomprensibili ed il povero annunciatore deve cercare di rimediare in qualche maniera con l’incubo che il suo operato possa causare una catastrofe.
In pieno conflitto bellico però molte voci si impadroniscono delle bande radio. Se notissima è Radio Londra vi sono però anche altre emittenti straniere e anche alcune clandestine.
Radio Milano, emittente comunista con l’inizio della guerra civile spagnola del 1936 vuole far credere di trovarsi in territorio italiano, trasmette invece dalla Spagna. Si ascolta in Italia a partire dall’ottobre 1936. Trasmette tra le 22,15 e le 23,00 e conclude sempre così le sue trasmissioni: “Compagni, amici, concittadini, uditori, la nostra emissione quotidiana è terminata. Compagni, amici ricordate ai vostri compagni, ai vostri amici, ai vostri vicini che tutte le sere alle ore 22,45 circa ha luogo l’emissione radiofonica del Partito Comunista d’Italia, Radio Milano, che emette su lunghezza d’onda di 28 metri. Fate conoscere a tutti gli italiani l’ora e l’onda della nostra emissione […] Organizzate in Italia l’audizione delle nostre trasmissioni. Poichè non possiamo darvi il nostro indirizzo fateci pervenire le vostre impressioni e i vostri consigli all’indirizzo della nostra rivista: “Stato Operaio”, Rue d’Alsace, 25, Paris, oppure scriveteci direttamente inviando lettere alla direzione di un partito comunista di un paese democratico.
Corsica Libera nasce nel gennaio 1939. Trasmette programmi rivolti a suscitare sentimenti antifrancesi che fanno parte di un chiaro disegno annessionistico dell’Italia che veniva abilmente tenuto nascosto per non toccare la molla dello spirito indipendentista del popolo corso.
Meno note le radio italiane libere che nascono per aiutare la liberazione nel 1943. Sono emittenti in contatto con il comando dell’Ottava Armata alleata di stanza a Bari costituite dal Partito d’Azione per creare un servizio clandestino di radiocomunicazioni che colleghi organicamente la resistenza armata in Italia. Le trasmissioni sono fatte da sedi sempre diverse per evitare la localizzazione. Tutti i giorni suggeriscono praticamente agli Alleati le azioni militari da compiere fornendo tutte le indicazioni necessarie. Tra queste: Radio Sardegna Libera fondata da Jader Jacobelli; Radio Co.Ra (Commissione Radio) di piazza D’Azeglio 12 a Firenze dell’avvocato Enrico Bocci; Radio Palermo avamposto dell’Italia liberata; Radio Bari; Radio Libertà del dicembre 1944 da dove Luigi Galleis trasmette ogni sera alle 21.30 alla lunghezza d’onda di 42.5 e 21.5 presso Case Trebbia di Callabiana (Biella); Radio Milano Libera; Radio Italia Libera; Radio Italia Combatte, ecc.
Un grande manifesto 140 per 100 esposto al Museo di via Tasso a Roma, con le annotazioni calligrafiche di un impiegato del Governatorato di Roma, Guglielmo Gatti, ci riporta nel periodo di guerra (1943-44), all’avanzata alleata e ad una secca ordinanza tedesca, a firma del maresciallo Kesserling, che a caratteri cubitali puniva l’ascolto di radio antitedesche. Sul retro, con calligrafia minuta e puntuale, le annotazioni sui fatti di quella lunga notte che va dall’autunno del ’43 al 5 giugno del ’44 con la liberazione di Roma, redatte attraverso l’ascolto di Radio Londra, la Voce dell’America, Radio Algeri e Radio Bari. E’ il racconto di quei mesi di occupazione tedesca a Roma e di avanzata degli Alleati attraverso il raro documento messo a disposizione del Museo dal figlio del Gatti, Giandomenico, perché vada ad arricchirne la dotazione. Con l’occasione ne è nato anche un volumetto “Ordinanza n.6, ascolto delle radio libere a Roma 1943-1944” che è disponibile presso la Casa della Memoria a Trastevere. La minaccia del manifesto è chiarissima: “Paragrafo numero 1: chi ascolta emissioni radiofoniche di altre stazioni che non quelle germaniche, fasciste e dei paesi occupati dalle truppe germaniche – si legge – o chi procura la possibilità di quanto sopra, viene punito con la reclusione, in casi più leggeri con la prigione e la multa o con una di queste punizioni”. Guglielmo Gatti, contravvenendo al divieto, usò proprio una copia di quel manifesto per annotarvi sul retro i successi dell’avanzata alleata. Scriveva: “Ho iniziato questi appunti per caso – scrive come premessa – una sera mentre ascoltavo le stazioni radio italiane (Bari, Napoli) e inglesi: per annotare alcune notizie presi il primo pezzo di carta che mi capitò tra le mani. Era questo: l’avevo avuto in ufficio, fra altri che mi pervengono per motivi di lavoro, e l’avevo portato in casa per ricordo e per affiggerlo presso il mio apparecchio! Segnato il primo appunto del 24 novembre, ho continuato tutte le sere ad annotare le notizie più importanti. Segno questi appunti normalmente fra le 22 e le 24, mentre sotto la finestra della stanza passano continuamente autocarri per via Merulana che si dirigono verso il Sud…Ogni tanto sorge una speranza, poi si ripiomba in ansietà e timori!”. Il 24 novembre, “Tunisi, ore 21,45: Vita sconvolta a Berlino. Case di Hitler, Goebbels e Ribbentrop devastata…Bombardate Alfedena e Sant’Angelo. Affondata petroliera a Livorno…”. Scorrono i giorni, il 2 dicembre: “Combattimenti a Lanciano, Casoli e Castelfrengtano”. Il giorno dopo: “Avanzata dell’VIII Armata verso San Vito. Lanciano è da prendere; oggi preso soltanto Castelfrentano”. Più avanti il 20 febbraio: “Ho nascosto questo foglio in un quadro per timore di perquisizioni, il terrorismo fascista è in aumento”. Non mancano annotazioni come questa del 6 marzo: “Botti in zona Ostiense. Terzo allarme alle 16,27. Sempre senza acqua e senza gas. Cucinato minestra in terrazza con la legna”. Fino alle notizie rosee di giugno. Il 3: “Tornata la luce, così ho saputo che la linea Kesselring èì stata sfondata”. E il 4: “Alle 21.15 vedo passare sotto casa mia una camionetta americana…”. Le annotazioni si fermano. Due giorni dopo, 6 giugno 1944, alle ore 13 Radio Roma avrebbe aperto le nuove trasmissioni con il ripetitore di Monte Mario, annunciando l’avvenuta liberazione dell’emittente passata sotto il controllo del PWB, dopo che i tedeschi in fuga avevano smontato gli impianti trasmittenti. I giornalisti ed i programmisti, fuggiti dopo l’8 settembre, che avevano in parte lavorato nelle emittenti del sud, potevano tornare a casa.
La radio mobile della Quinta armata americana, con sede in due camion militari (uno per trasmettere ed uno per ricevere) composta da una quindicina di persone tra personale tecnico ed annunciatori diretti da Harry D. Fornari, un ebreo romano, nacque in Italia nel 1943 sotto il controllo del Pwb – Psychological Warfare Branch, organo che si occupava dell’informazione e della propaganda per raccontare la liberazione passo passo con l’avanzata alleata dal sud al nord della penisola italiana. La stazione trasmetteva dalle città liberate (dalle quali la radio prendeva il nome) i notiziari, programmi di intrattenimento e rubriche. Al microfono della radio “da campo” c’erano Antonio Ghirelli che firmava i suoi commenti con lo pseudonimo “Lucrezio” (in seguito direttore del TG2 e capo ufficio stampa del Quirinale con il Presidente Pertini) e Tommaso Giglio (poi direttore dell’Europeo). Il 21 aprile del 1945 la radio fu in Piazza San Martino a Bologna e divenne Radio Bologna Libera. Con il giornalista Enzo Biagi, allora venticinquenne e redattore del Resto del Carlino poi Corriere dell’Emilia, responsabile dei programmi della stazione, annunciò la cacciata dei nazisti dalla città. Mentre alcuni ufficiali americani facevano propaganda anti-tedesca (la guerra in Italia era ancora in corso) assieme ad alcuni collaboratori, quali Vittorio Vecchi, Sandro Bolchi, Adriano Magli raccontò la rinata “voglia di vivere” e proposte anche trasmissioni di prosa. Dalla radio alleata nacque anche il gruppo di teatranti che fondò il teatro “La Soffitta” e il gruppo di redattori del settimanale “Cronache”, diretto sempre da Biagi. Dell’esperienza Antonio Ghirelli, scomparso il 1 aprile 2012, ebbe modo di ricordare: “Proclamavamo la democrazia e davamo l’annuncio della grande libertà. All’inizio stavo a Napoli, ma poi io e Tommaso Giglio decidemmo di seguire l’avanzata degli americani e ci stabilimmo ad Altopascio in Toscana in una fattoria. Avevamo due camion, uno per ricevere e l’altro per trasmettere: praticamente un’unità mobile. Siamo entrati a Bologna sui camion militari e siamo andati in piazza San Martino: lì avevamo la radio e nel palazzo di fronte ho preso una camera ammobiliata con mia moglie. Ricordo la straordinaria allegria della gente che si riversava in strada e che ci accolse benissimo: fu addirittura organizzata una partita di calcio con quelli che si trovavano in giro. Si tenne allo stadio Sterlino e lo scherzo della gente che stava intorno era gridare: “Arbitro fascista”. Eravamo quindici persone, tra personale tecnico e annunciatori, trasmettevamo i notiziari, ma anche programmi di intrattenimento: una sorta di sceneggiati che raccontavano la vita di Garibaldi e di Jefferson. Mia moglie conduceva anche una rubrica quotidiana intitolata “Buongiorno”. Ci chiamavamo Radio Bologna Libera ed era, ci tengo molto a dirlo, veramente libera: nonostante fosse la radio della Quinta armata e dipendeva direttamente dai militari non ho mai avuto un richiamo o una censura dal capo della stazione radiofonica, Harry D. Fornari, un ebreo romano. Eppure io e Tommaso Giglio eravamo dichiaratamente comunisti, avevamo pure la tessera e tutti lo sapevano: ma non ci fu alcuna censura!”.
Durante il secondo conflitto mondiale definito, per l’enorme utilizzo della radio, “guerra delle onde”, il regime mette in campo speaker dal piglio retorico e spettacolare per tenere viva la fede nel regime e nelle sorti della guerra, ma la credibilità della radio di Stato viene ben presto minata dai programmi di stazioni avversarie (la più celebre delle quali radio Londra) e, dopo l’8 settembre 1943, dalle emittenti clandestine partigiane. La graduale nascita di stazioni liberate nell’Italia del sud, è il segno inequivocabile dell’imminente fine della dittatura e del ritorno alla libertà d’espressione. Mentre la sede e gli impianti dell’EIAR di Roma vengono prima occupate dai tedeschi e poi trasferite al nord si diffonde il movimento delle “radio libere” che, sotto il controllo del PWB – Psychological Warfare Branch nascono nelle regioni via via liberate.  Il comando alleato “rileva” praticamente tutte le stazioni trasmittenti a Palermo, a Bari, a Cagliari, a Napoli. L’EIAR intanto crea speciali emittenti con funzioni propagandistiche a cui vengono dati nomi caratteristici quali: Radio Falco, Radio Tevere, Radio Soldato. La manovra coincide con una piu’ organica strutturazione del governo della Repubblica Sociale italiana e del centro radiofonico di Busto Arsizio. Abbiamo un EIAR del nord e una del sud. La Radio del nord finisce sotto il controllo della repubblica di Salò di Mussolini, mentre quella del sud in mano al Psicological Warfare Branch (PWB) dell’ottava armata britannica.  Inizia la concorrenza tra le emittenti che sono sotto controllo tedesco e  quelle della RSI.
Radio Fante trasmette il “Giornale Radio” dell’EIAR. Sotto controllo tedesco viene trasferita a Milano. Roma I trasmette in collegamento con l’emittente lombarda, mentre Roma II e’ adibita solo a trasmissioni per le forze armate.
Radio Tevere nasce il 10 giugno 1944 a Milano, sei giorni dopo la presa di Roma da parte degli Alleati, all’interno dell’EIAR del nord, come secondo programma “clandestino”. Affiancandosi all’unico canale “Nazionale” trasmette dalle ore 20.30 alle ore 01.00 (da un luogo rigorosamente segreto) esclusivamente musica jazz e notizie neutrali, quindi verosimilmente più veritiere di quelle “ufficiali” e si contraddistingue per l’impostazione goliardico/umorista e lo scopo dichiarato di divertire e alleggerire la terribile situazione della guerra.

Il successo ottenuto da questa stazione va ricercato anche nella poco allettante alternativa offerta, ovvero il programma Nazionale che trasmette notizie di parte, lodi spregiudicate e difesa del Fascismo. Ben presto però anche la neutralità di Radiotevere finisce. Dal settembre 1944 si assiste ad una progressiva fascistizzazione della stazione a causa del programma di corsivo politico il quale trasmette notizie chiaramente in difesa dell’ormai morente regime. Svolge un’attiva opera di propaganda e si distingue per gli accenti fortemente satirici e insolenti diretti contro i liberatori e contro il governo del Sud. Una stazione dedicata principalmente alla difesa delle “ragioni” dei fascisti di Salò che chiude le trasmissioni con l’allusiva canzone “Tornerai”. Mario Ortenzi è il direttore. Mario Ferretti partecipa ai programmi e ne è l’anima.   La sala di registrazione è situata in una scuola di Milano in Via Ripamonti. Lì vengono prodotti e registrati tutti i programmi, che poi sono inviati via cavo direttamente alla stazione radiofonica. I programmi iniziano con l’Inno a Roma e terminano con la canzone allusiva Tornerai. Mario Ortenzi è il direttore. Mario Ferretti partecipa ai programmi e ne è l’anima.  Gli annunciatori sono Carlo Baccarelli e Guido Oddo, mentre Gino Bo Della Rocca finge di essere il cronista americano Joe Parker, che trasmette in diretta dal fronte. Lo scopo dell’emitente, infatti, è quello di far credere che trasmetta come Radio clandestina dalle terre occupate dagli alleati. Ma il trucco della radio in territorio nemico ha vita breve. Alla parte musicale collaborano Gorni Kramer ed il Quartetto Cetra. Le rubriche di propaganda nazista in lingua inglese sono affidate a John Amery figlio del Ministro delle Colonie del Governo Churchill, mentre il prof. Ezra Pound,  poeta ed economista, viene impegnato contemporaneamente in rubriche su problematiche economiche e sull’approfondimento del confucianesimo. Dal settembre 1944 il programma di corsivo politico trasmette notizie chiaramente in difesa dell’ormai morente regime. Svolge un’attiva opera di propaganda e si distingue per gli accenti fortemente satirici e insolenti diretti contro i liberatori e contro il governo del Sud. E’ una stazione dedicata principalmente alla difesa delle “ragioni” dei fascisti di Salò. Verso le nove del mattino del 26 aprile 1945 la stazione passa di mano al Comando Piazza Partigiano e comincia a trasmettere verso le 12 col nuovo acronimo: Radio Alto Milanese.
Radio Soldato, Centro radiofonico della RSI viene trasferito in localita’ Stra’ Olgia’, nella campagna tra Busto Arsizio e Olgiate-Olona. La stazione ricetrasmittente opera sia in onde medie sia in onde corte. L’ufficio redazionale e’ composto, oltre al corpo dei giornalisti, da due auditori, una sala di registrazione, orchestre e cantanti. Tra i programmi le rubriche: “Radio sociale” e “Radio famiglia”.
Radio Palermo le trasmissioni comprendono notiziari dai vari fronti e commenti, musica e canzoni americane, messaggi in codice diretti ai partigiani. La prima trasmissione di “Italia combatte”, (che sara’ poi il cavallo di battaglia di Radio Bari), è messa in onda dall’emittente.
Radio Sardegna comincia a trasmettere, da Bortigali (Nuoro), l ‘8 settembre sera, data dell’armistizio. Lo studio e’ allestito su un camion del comando militare e successivamente celato in una grotta. Tra i pionieri, il maggiore Armando Rossini (futuro direttore generale della RAI) e il sottotenente Jader Jacobelli. La radio, che trasmette in onde medie e  corte, raggiunge anche la penisola. Notiziari, rubriche come “Da ieri a oggi”, conversazioni religiose del cappellano Paolo Carta (in seguito arcivescovo di Sassari) costituiscono l’ossatura dell’emittente. Fonti principali di notizie sono Radio Londra e Radio Algeri. Nel febbraio 1944 viene trasferita a Cagliari.
Radio Bari, è riattivata per iniziativa di giovani intellettuali. L’11 settembre 1943 trasmette  il primo notiziario “libero” con le prime parole agli italiani di Re Vittorio Emanuele III dopo la fuga da Roma in quella “zona libera del territorio nazionale”. Per circa una settimana l’emittente opera in modo autonomo. Successivamente affluiscono a Bari, portando il loro contributo alla nuova radio, personalita’ della cultura come Antonio Piccone Stella, Alba de Cespedes, Anton Giulio Majano, Pio Ambrogetti, Gabriele Baldini, Diego Calcagno, Ubaldo Lay.  Poi il controllo politico passa al PWB e l’emittente diventa organo del quartiere generale alleato. La potenza di 20 Kw consente di trasmettere oltre la linea di combattimento e di svolgere una preziosa funzione di sostegno per la resistenza. Diffonde ogni giorno quattro edizioni del “Giornale Radio” che, ascoltato anche in Germania, suscita la polemica di Radio Berlino. La rubrica piu’ affermata e “Italia che combatte” in precedenza diffusa da Radio Palermo. Informa i partigiani, propaganda la resistenza, guida l’affrancamento dai nazi-fascisti.
Radio Napoli. Vi collaborano, tra gli altri, Mario Soldati, Arnoldo Foà, Steno, Maurizio Barendson, Antonio Ghirelli, Leo Longanesi. La rubrica “Italia Combatte” viene trasmessa quotidianamente anche dall’emittente che funziona con attrezzature campali fornite dagli alleati.
Servizio radiofonico del comando generale dei CVL, corpo volontari della liberta’ inzia a funzionare con le sue trasmissioni, nel territorio occupato dai nazifascisti, il 14 marzo 1944. Comunica direttamente con gli alleati, diffonde bollettini di guerra della resistenza, le richieste di “lanci” di armi ai partigiani, i messaggi di carattere operativo. Nell’agosto 1944 la stazione radio di collegamento tra i comandi regionali partigiani, impiantata al nord dal comando generale del Corpo Volontari della Libertà, e’ scoperta dai nazifascisti. Il professor Vecchi, che la dirige, rimane ucciso.
Radio Roma apre le nuove trasmissioni il 6 giugno 1944 alle ore 13.00 annunciando l’avvenuta liberazione dell’emittente, passata sotto il controllo del PWB. I tedeschi in fuga hanno smontato gli impianti trasmittenti. L’emittente si organizza con quanto resta: funziona il trasmettitore di Monte Mario. Via via ritornano a Roma i giornalisti e i programmisti che, fuggiti dopo l’8 settembre, avevano in parte lavorato nelle emittenti del sud.
Radio Firenze il 4 agosto 1944 gli alleati sono alle porte di Firenze. Victor A.De Sanctis e Amerigo Gomez, operatori EIAR di Torino fuggiti nel capoluogo toscano, registrano la drammatica radiocronaca della guerra in città tra tedeschi, che distruggono tutto in ritirata, e partigiani e alleati. Utilizzano un registratore sonoro portatile costruito da De Sanctis, aiutati dai tecnici della radio che aveva cessato di operare il 17 giugno. Nel 1954 la RAI ritrasmetterà questo documentario radiofonico opportunamente rimontato.

La Voce dell’VIII Armata è la radio voluta a Pesaro dagli americani nel settembre 1944. Il complesso è reso operativo da italiani, americani e inglesi. Radio Partigiana nasce nel biellese nel dicembre 1944 ad opera del  Comando Raggruppamento Divisioni Garibaldi. I programmi iniziano con l’Inno di Mameli e comprendevano notiziari della guerra partigiana, direttive del comando generale, notizie sugli avvenimenti interni.  Le prime dieci note della canzone “Fischia il vento”, suonate da una chitarra scordata, aprivano ogni sera alle 21 le trasmissioni, irradiate da un apparecchio radiotrasmittente proveniente dall’aeroporto di Cameri: «Attenzione Radio Libertà, libera voce dei volontari della libertà. Si trasmette tutte le sere alle ore 21 sulla lunghezza d’onda di metri 21». All’annuncio veniva aggiunta una precisazione: «Non abbiano dubbi coloro che ci ascoltano, siamo partigiani, veri partigiani. Lo dice la nostra bandiera: “Italia e libertà. Lo dice il nostro grido di battaglia: Fuori i tedeschi, fuori i traditori fascisti. Ecco chi siamo: null’altro che veri italiani. Le nostre parole giungeranno, valicando pianure e montagne, a tutti i compagni patrioti della Liguria, della Toscana, del Piemonte, della Lombardia, dell’Emilia, del Veneto, a tutti coloro che combattono per la nostra stessa causa. Viva l’Italia! Viva la libertà!». Dal dicembre del 1944 al maggio del 1945, prima per mezz’ora, poi per un’ora al giorno, l’emittente cercò di convincere i giovani arruolati dalla Repubblica di Salò a disertare. Lo scopo era quello di cercare di smontare il più possibile il morale delle formazioni fasciste. Commenti, bollettini di guerra partigiani, notizie, lettere di partigiani o familiari, saluti, brani musicali e anche poesie. La radio trasmise fino a pochi giorni prima della Liberazione, messa a tacere dai fascisti nel corso dell’ultima offensiva, quella del 19 aprile.

Ci sono anche stazioni radio nazi-fasciste: Radio Monaco, Radio Baita di fede fascista, Radio Fante, Radio Soldato, Radio Patria. Radio Baita nasce a Biella alle ore 21 di mercoledì 11 ottobre 1944. Trasmette dal piano superiore di Villa Schneider. Manda in onda una serie di trasmissioni aventi lo scopo di creare un accordo tra tedeschi e garibaldini allo scopo di ottenere la cessazione dell’attività di guerriglia contro le truppe germaniche (ma non contro i fascisti, ritenuti “sacrificabili”) e la salvaguardia degli stabilimenti industriali locali. Ad alternarsi al microfono ci sono Franco Boggio che con lo pseudonimo di “Commissario politico Filarello” procede alla lettura dei discorsi politici, e il capitano delle SS italiane Gennaro Ruggero, “Marius”, a cui sono affidate le “stoccate”, rubrica di sarcastici commenti (quando non di veri e propri attacchi) sulle autorità biellesi e vercellesi della Rsi, sulle milizie repubblicane, sugli industriali, su coloro che ostentano un comportamento immorale e antinazionale.  Intorno alla metà di novembre “Marius”, costretto ad allontanarsi da Biella, è sostituito da “Pasquino”, capitano della GNR Antonio Sbicego. Il tenente delle SS italiane Antonio Beghetto inizia a partecipare alle trasmissioni con lo pseudonimo di “Marforio”. Molte le perplessità sull’opportunità, da parte dei comandanti partigiani, di intavolare trattative con il nemico. Il 10 dicembre Mussolini manifesta il suo disappunto su radio Baita, chiedendo all’ambasciatore Rahn “di fare cessare questo scandalo allontanando il tenente viennese Scheù che si presta senza sapere perché, al gioco”; le trasmissioni proseguono comunque fino alla fine di dicembre quando Franco Boggio, accusato di attività antinazionale e antifascista, viene arrestato e condannato a cinque anni di confino. Radio Baita riprende la sua attività il 1 gennaio 1945, sotto il totale controllo delle SS impiegata come mero strumento propagandistico di lotta antipartigiana.

Il 26 aprile 1945, dalla ceneri della vecchia Radio Tevere, nasce Radio Alto Milanese. Da questa emittente  alle ore 19 viene lanciato l’annuncio della liberazione. La radio prende sede in un locale delle Scuole Manzoni, a ridosso dei nuovo Comandi Militari Alleati, lì stabilitisi. L’ufficio stampa è gestito da Nino Miglierina, già collaboratore del foglio clandestino L’Idea e ad Ercole Faroni del “Corriere Prealpino”. Il palinsesto prevede corrispondenze dalle zone “calde” ancora in mano ai nazi-fascisti ma anche notizie di rese, rievocazioni di caduti, argomenti di carattere scientifico, letterario, religioso e sportivo e intrattenimento puro, condito da musiche e canzoni, perché si abbia cognizione che si ritorna alla vita. Le trasmissioni si susseguono con regolarità e professionalità tanto che per evitare abbinamenti di orari con altre emittenti ormai anch’esse libere, viene subito stabilito un orario ufficiale per i bollettini: dalle ore 10,00 alle 10,30; dalle ore 11,00 alle 11,30; dalle ore 15,00 alle 15,30; dalle ore 17,00 alle 17,30; dalle ore 21,00 alle 21,30. Con tale orario l’emittente funziona fino al 4 maggio 1945 per un totale di otto giorni. Dopo questa data, diventa una Radio a gestione autonoma denominata Radio Busto Arsizio. Trasmette autonomamente dalle 12,15 alle 14,00; dalle 14,15 alle 15,00 e dalle 21,30 alle 22,00 usando l’onda corta dimetri 35 e metri 47 notiziari riguardanti la zona; problemi di politica interna, esterna, sociali, giuridico-sociali, italiani, di letteratura estera, filosofici, scientifici,  religiosi;  musica vocale, strumentale, classica, leggera; Arte drammatica locale; Propaganda per la conoscenza nel mondo dei progetti locali; Pubblicità cittadina. Purtroppo la sua vita è breve. Sospende le trasmissioni il 23 maggio 1945 alle ore 21,30.

Il 3 dicembre 1945, con un trasmettitore di 5 kw, entra in funzione Radio Venezia Giulia, una stazione ufficialmente clandestina (ma segretamente ed indirettamente sostenuta dal Governo italiano) diretta con entusiasmo da un letterato istriano, Pier Antonio Quarantotto Gambini, per far giungere ai connazionali dell’Istria, del Carnaro e della Dalmazia che si trovavano sotto il giogo titino una voce di speranza, di conforto e anche di puntuale ed aperta denuncia dei misfatti compiuti a loro danno dalle autorità jugoslave. Esternazioni che nel delicato periodo di estrema debolezza internazionale dell’Italia non possano, ovviamente, essere affidate alle neutrali trasmissioni ufficiali della RAI. L’emittente cessa il servizio il 1° luglio 1949.
Radio Monaco è invece un’emittente utilizzata dal Governo della RSI di Mussolini il 18 settembre 1943. Trasmette in OM 801 kHz dagli impianti di Ismaning a nord di Monaco di Baviera. Il 1 novembre 1964 apre una redazione italiana al 12° piano del centralissimo palazzo della Bayerscher Rundlunk a Monaco di Baviera. Bayerischer Rundfunk è l’emittente regionale bavarese che produce i programmi radiofonici per la Baviera in italiano, greco e spagnolo. Il “Programma Italiano” è molto seguito e per quarant’anni è un punto di riferimento per gli oltre 700 mila italiani presenti in Germania. Alle 19 di ogni sera e per mezz’ora informa e racconta agli italiani ciò che accade in Germania. E’ seguito anche nel nord della penisola italiana. La redazione formata da 50 dipendenti di cui la metà italiani è guidata da Diego Vanzi.  Chiude nel 2003 seguendo la stessa sorte che è toccata alla fine del 1997 alla redazione italiana della Deutsche Welle di Colonia, dei programmi della lingua italiana al WDR (West Deutscher Rundfunk) di Colonia e a quelli di Radio Svizzera Internazionale da Berna.
Alla fine del 1945, da un impianto dell’Eiar (installato nel 1939), funzionò Radio Sanremo che trasmetteva ad onde medie. La stazione durò pochi mesi fino a quando la nascente Rai riuscì a ripristinare il proprio monopolio passata la confusione del dopoguerra. La sede era alla Madonna della Costa in una casa chiamata “Le Chateau”, speaker di punta Duilio Cossu, dirigente comunale, che fu amico e compagno di scuola di Italo Calvino (che ne fece un personaggio del suo libro “L’entrata in guerra”). Cossu raccontò di quella radio che, in onde medie, arrivava a paesi lontani da cui scrivevano molti ascoltatori.
Dopo la guerra c’è voglia di vivere. La gente si ritrova nei locali, le orchestrine impazzano, ci si diverte. Nel 1945 l’appassionato di radio Albano Moretti, assieme al figlio Franco, idea Radio Ferrara che dal 2 al 4 ottobre trasmette anche per Bologna, Modena e Mantova un processo dell’epoca. Alle 14 del 24 marzo 1946 sono annunciate via stampa altre trasmissioni sperimentali, il primo palinsesto passato alla storia: interviste, notizie, un programma sul cinema condotto da Adolfo Baruffi, musica e canzoni a richiesta. La radio viene chiusa immediatamente. Ma ecco come andò la vicenda.  Franco Moretti  nasce a Ferrara il 30/08/1920. Pioniere del radiantismo e della radiofonia nel 1934 quando ha solo 14 anni costruisce una radio trasmittente: l’antenna composta da un filo teso nel suo terrazzo situato al terzo piano della abitazione, l’alimentazione fatta con una discesa a 1/7 dal centro, la gamma di funzionamento quella dei 40 metri – 7 Mhz, il ricevitore un apparato commerciale con la gamma delle onde corte. La selettività è più che sufficiente per un modesto traffico ma la Polizia di Stato viene a conoscenza dell’attività e con una visita domiciliare trova la stazione e sequestra tutto mettendo in guai seri il padre con una salata contravvenzione. Finito il conflitto il 26 aprile 1945 a Guarda Ferrarese sull’argine del fiume Po trova materiale militare abbandonato e tra questo trasmettitori, ricevitori, materiale di ricambio, valvole, portatili veicolari e fissi. Con l’accumulato comincia a costruire il primo trasmettitore.  Quando nel settembre 1945 stanno per iniziare a Ferrara alcuni processi politici legati agli esponenti del regime fascista chiede alle autorità di installare una stazione radio nei locali del Tribunale per permettere al pubblico di seguire le fasi dei dibattimenti e per funzione di pubblica utilità ma le autorità non concedono l’autorizzazione in quanto le trasmissioni radio sono monopolio dello Stato e della Rai. Tre giorni al primo processo,  però, il prefetto di Ferrara dott Hirsh lo autorizza ad installare la trasmittente nella sala adiacente le udienze. I Vigili del Fuoco installano una antenna filare dalla chiesa di S. Domenico e il palazzo Bentivoglio sede del Tribunale e con una delle trasmittenti prelevate sul fiume Po di fabbricazione tedesca con la potenza di 30 watt e con microfoni di fortuna effettua la trasmissione sulla lunghezza d’onda di 230 metri. Il tutto dura tre giorni. Visto il risultato il prefetto richiede di preparare una nuova trasmittente più potente in grado di servire tutta la Provincia per un secondo processo molto più importante a carico dell’ex prefetto di Ferrara dott. Altini da svolgersi nell’aprile 1946. Al proposito prepara una “vera” stazione radio con la potenza di circa 100 watt con un telaio metallico con generatore a cristallo, separatore e stadio finale con la ottima valvola 813, un amplificatore da 50/60 watt, un trasformatore di modulazione da 1000 watt che ha come secondario 2X500 volt, la tensione per i filamenti delle valvole attorno ai 4 e 6 Volt e il primario per la rete a 110 volt, gli altoparlanti intorno ai 15/20 ohm. Le prove risultano perfette. Usa gli avvolgimenti a 6 volt come ingresso dall’amplificatore di BF e i secondari come alimentazione della tensione anodica di 1500 volt alla valvola 813 finale di potenza a RF, i microfoni li realizza usando l’involucro di un fanale di bicicletta “radium” inserendo all’interno capsule microfoniche costituite da auricolari di cuffie americane magnetodinamiche, una reticella metallica sostituisce il vetro anteriore del fanale: 6 i pezzi realizzati di cui due a colonna utilizzando delle piantane per lampadari. Il servizio interno del tribunale costruisce una piattaforma in legno di circa due metri di altezza e provvede a fare un foro nella parete dell’aula del Tribunale chiuso con vetro di isolamento per permettergli di osservare l’interno e comandare i vari microfoni. Il mixer autostruito con valvole 6SN7, doppi triodi con uscita a bassa impedenza sul catodo inviato all’ingresso dell’amplificatore di bassa frequenza. Il processo comincia prima della data prevista il 14 marzo alle ore 9.00 e termina l’11 aprile 1946. Durante il periodo di funzionamento viene aiutato dalla sorella che fa da annunciatrice e da alcuni amici che provvedono alla stesura dei testi e alla trasmissione nei giorni festivi di programmi musicali eseguiti dall’orchestra Orsatti in un appartamento adiacente al palazzo del Tribunale. Si alternano ai microfoni vari giornalisti e in particolare Don Bedeschi, cappellano militare dell’VIII armata inglese, che parla delle varie vicende legate al conflitto recentemente concluso. Nei primi giorni di funzionamento si presentano alla porta della stanza alcuni finanzieri in divisa per sequestrare la stazione in quanto “illegale” ma due carabinieri dislocati dalla Magistratura a protezione del complesso impediscono l’attuarsi del sequestro. Fino al giorno della chiusura del dibattimento puntualmente si presentano per eseguire l’ordine ricevuto. Il processo finisce alle tre di notte e quando tutti lasciano l’aula i due carabinieri con cacciaviti e tronchesini procedono alla demolizione della stazione. Posti in una cassa i vari componenti  vengono caricati su un auto e portati nel negozio del radio amatore alle 5 della mattina del 15 aprile 1946. La mattina seguente davanti alla porta del negozio una carovana di auto: Polizia, Carabinieri, Finanza, RAI. Radio Ferrara, nei fatti la “prima radio libera italiana autorizzata” viene posta sotto sequestro. Aperta la saracinesca Moretti indica loro la cassa con il relativo contenuto, che contiene quello che era la radio Ferrara da loro richiesta. La soluzione non è ben accettata dai presenti convinti di poter trovare una stazione radio, come descritta dai vari giornali, e funzionante. Il comandante dei finanzieri fa buon viso a cattivo gioco e richiede al Moretti di esibire la autorizzazione alla gestione. Lui  presenta la lettera con l’ordine del prefetto di Ferrara che gli ordinava di allestire una stazione radio per diffondere il processo Altini evitando la ressa del pubblico nell’aula del Tribunale. La parte burocratica però termina con la firma da parte dell’organizzatore della prima radio libera italiana di un verbale di ben 14 pagine sottoscritto anche dal comandante dei Carabinieri e dai delegati della RAI. Così finisce la storia di Radio Ferrara che aveva dato la grande soddisfazione di creare, senza nessun scopo di lucro, un pubblico servizio dimostrando che i radioamatori potevano essere di grande utilità alla comunità. Il pioniere che ha segnato la storia muore il 22 giugno 2008.
Nel 1946 la radio di Stato si riorganizza: dalle ceneri dell’Eiar nasce la Rai (Radio Audizioni Italiane) due sono i canali: Rete Rossa (la futura Radiouno) e Rete Azzurra (la futura Radiodue).
Nel 1946 nasce per iniziativa di Giuseppe Toniolo e Giorgio Carrozzo Radio Fiera Vicenza, un’iniziativa coraggiosa che ha lo scopo di promuovere e supportare la Campionaria dell’Industria, dell’Artigianato e dell’Agricoltura. I vicentini, per la prima volta, girando le manopoline della radio, ascoltano una voce nuova. La stazioncina, messa in piedi a supporto della Fiera campionaria che si tiene ai Giardini Salvi. E’  un’esperienza breve ma subito rinominata ‘La’ Radio Vicenza. Si ha così la consapevolezza delle potenzialità economiche e di comunicazione via etere, anche a livello locale prima che scoppiasse la febbre delle radio libere negli anni ’70.  Nel 1948 a Castelmassa (Rovigo) ennero diffuse trasmissioni sperimentali da due appassionati della radio (padre e figlio), l’antenna di trasmissione posta sul campanile della chiesa. Un funzionario governativo resosi conto dell’iniziativa non agì con tempestività ma alla richiesta dei due concesse un altro paio di giorni  prima dello smantellamento.
Nel 1950 a Praga (Cecoslovacchia) nasce un’emittente clandestina: Radio Oggi in Italia, per iniziativa del Partito Comunista Italiano, con l’aiuto di un gruppo di transfughi italiani, ex partigiani e personalità tra cui il giornalista Sandro Curzi. Trasmette in italiano notizie di attualità anti governativa che riguardano l’Italia. Dato il tono pesantemente polemico, l’emittente attira da subito l’attenzione del governo italiano che la contrasta in quanto radio illegale e “lesiva per gli interessi del Paese”.  Ma la radio si perfeziona,  allaccia rapporti con la redazione dell’Unità ed istituisce una sorta di agenzia di stampa in costante polemica con la Rai. In redazione ci sono: lo stesso Sandro Curzi, Carlo Ripa di Meana, Stella Amici e Aroldo Tolomelli (caporedattore). E’ il primo organo d’informazione a dare notizia dei fatti di Ungheria nel 1956, ad anticipare la Rai nell’informare dell’accordo tra Kennedy a Krusciov sui missili di Cuba, a dare per prima l’annuncio che la “Legge truffa” del ’53 non era scattata. Acquisisce grande popolarità ed ascolto: oltre 4 milioni di affezionati seguono la sua programmazione.  Chiude le trasmissioni nel 1968 per volontà dell’Unione Sovietica dopo l’invasione di Praga per aver palesato posizioni pro-Dubcek. La radio scomoda perseguitata dal governo italiano che invece fu chiusa da quello sovietico rivive ai nostri giorni in un film documentario di Claudia Cipriani “La guerra delle onde: storia di una radio che non c’era”
L’1 ottobre 1950 nasce Radio 3, terzo canale della Rai, rete culturale, il suo obiettivo è quello di rendere popolare qualcosa che lo era poco, allargare ma senza svilire nulla né sperare di coinvolgere ogni ascoltatore.
Verso la metà degli anni cinquanta un piccolo numero di stazioni americane mostra un rinnovato interesse per la stereofonia  facendo esperimenti con trasmissioni simultanee in modulazione di ampiezza ed in modulazione di frequenza.
Nel 1958 la Rai inizia il servizio di filodiffusione. Tre canali: IV, V, VI che tramite un apparecchio collegato al telefono trasmette una serie ininterrotta di musica: leggera, sinfonica o classica. Nell’estate alcuni gruppi dell’Europa Settentrionale: Danimarca, Olanda, Inghilterra, quasi per gioco acquistano delle navi pronte per il disarmo, vi istallano delle potenti radiotrasmittenti e le ancorano fuori dalle acque territoriali nel Mar del Nord. Nascono le prime radio pirata. Ben presto l’Europa tutta viene invasa dalla musica leggera e dalla pubblicità e specialmente dalle notizie di prima mano e non censurate di queste radio pirata, di lì a poco ricevibili anche in Italia, che fanno una forte concorrenza a quelle ufficiali di Stato nonché un favoloso bilancio e per questo subiscono da giornali e periodici che si vedono sottratta la pubblicità, e più che altro dai ministeri competenti, leggi atte alla cessazione delle trasmissioni. La prima in assoluto è Radio Merkur (Danimarca) che trasmette in VHF da una carretta con bandiera sudamericana.
Nel 1960 a Viareggio vengono trasmesse a circuito chiuso prime cronache audio di partite di calcio in diretta attraverso il cavo del telefono. L’esperienza nasce sul successo della Filodiffusione nata nel 1958 che porta la musica attraverso il telefono e della popolare trasmissione della Rai “Tutto il calcio minuto per minuto” nata ufficialmente il 10 gennaio 1960 per mezzo di Alfredo Provenzali che racconta il calcio alla radio. L’idea viene all’appassionato di radiocomunicazioni  Graziano Giannessi, figlio di Oreste, proprietario del locale storico della Passeggiata “Nettuno”. Diventa fattibile attraverso la collaborazione delle società (o di privati cittadini) che mettono a disposizione la linea telefonica. La domenica pomeriggio il pioniere segue in trasferta la squadra cittadina di calcio. A tutti gli effetti è il primo cronista italiano non Rai che trasmette in diretta audio da chilometri di distanza per ben tre campionati: 1960/61, 1961/62, 1962/63 le partite del Viareggio Calcio. La prima  da Arezzo l’11 dicembre 1960. Tutto nasce da una telefonata di sondaggio effettuata nei giorni precedenti la gara atta a sapere se nello stadio o nelle immediate vicinanze ci sia un apparecchio telefonico e, cosa più importante, se la società nulla ha in contrario alla diffusione della partita. Nessuno boicotta l’iniziativa. Anzi, le società sono incuriosite della novità e chiedono informazioni. La domenica mattina Giannessi e gli amici Giancarlo Cinquini, Giuseppe Lombardi e Vincenzo Lazzeri partono per la trasferta. Portano con loro prolunghe da 25 metri di cavo l’una e naturalmente un apparecchio telefonico. Nessun problema quando la linea è vicina al campo di gioco: basta aprire la spina, aggiungerci i cavi di prolunga in parallelo, arrivare in tribuna e alla fine del filo inserire il telefono (in pratica un duplex, lasciando l’apparecchio al suo posto per lasciare l’uso nell’intervallo ai legittimi proprietari). Dopo qualche diretta, però, alfine di evitare possibili interferenze e rimanere unica voce viene scollegato un cavo. Ma alle volte capita che non ci sia il telefono (ricordiamo che negli anni ’60 è considerato un bene di lusso e non è ancora diffuso nella stragrande maggioranza degli italiani) e per questo c’è da collegarsi con uno più vicino. Il problema più grande arriva proprio da Arezzo. Lo stadio è nuovo, la trasmissione è la prima e non c’è stata la telefonata informativa perché la risposta sembrava scontata, cioè positiva. L’unico telefono è presso un distributore che dista oltre 150 metri dallo stadio, per di più al di là della strada. Non ci sono ne alberi ne piloni dove far passare il cavo dall’alto. L’unica possibilità è stenderlo a terra. Ma le macchine in transito sono un problema. Gli amici non sanno più come fare. E’ lo stesso Giannessi che decide di andare al Comando della Polizia Municipale della città a chiedere aiuto. Di fronte al Comandante dei Vigili dice chi è, cosa vuole fare, spiega la situazione. Questi, in silenzio, lo lascia parlare e lo ascolta incuriosito. Poi si presenta. Viene riconosciuto come “Pupporina” ex giocatore dei tempi d’oro della serie B. Tra gli amici è subito festa: il Viareggio gli è rimasto nel cuore. Non ci sono problemi. La cronaca ci sarà. Immediato parte l’ordine di bloccare la strada al traffico. Per quasi due ore il corso che costeggia lo stadio viene interdetta ai veicoli. A presidiare il piccolo cavo telefonico steso per terra e a difenderlo da probabili tagli delle ruote ci sono due vigili urbani. Il cuore va oltre le barriere. E’ la potenza della diretta. Le cronache corrono sul filo. Giannessi viene chiamato da Viareggio (tassa a carico) e dal campo parla verso la postazione fissa d’ascolto ubicata nel locale dove si ritrovano a mo’ di piazza paesana gli sportivi bianconeri per vivere minuto per minuto le gesta dei loro beniamini, soffrire anche perché non sempre tuto va per il verso giusto. Lui (o alle volte qualche suo amico) ad intrattenere gli avventori che seguono le dirette attraverso alcuni altoparlanti. Quando tutto ha inizio c’è un’aria di festa tra chi inganna il tempo giocando ai tavolini. Lasciano i tavoli verdi anche gli abituée del ramino, di teresina, di quadrigliato. Le bocce del biliardo si fermano come d’incanto. C’è qualcosa di più importante da fare, c’è da ascoltare in diretta la cronaca della partita. Nella sala un silenzio quasi religioso rotto di quando in quando da esclamazioni di esultanza o di rabbia. Alla fine l’attesa per i risultati degli avversari, i commenti, la smentita di certi risultati o di episodi accaduti sul campo. L’occasione di partecipazione collettiva si ripete e migliora negli anni. Due grossi altoparlanti vengono collocati al di fuori delle entrate principali del locale sulla Passeggiata a mare per conto della ditta Berti e rendono possibile l’ascolto anche ai numerosi passanti che ignari si ritrovano coinvolti in quell’happening. Ricordiamone alcune: da Trino (8 ottobre 1961), Tortona (29 ottobre 1961), Aosta (26 novembre 1961), Asti (10 dicembre 1961), Pavia (31 dicembre 1961) con ben 25 minuti di sospensione perché un tifoso strappa dalla mano del Giannessi la cornetta del telefono ed attacca una serie di ingiurie: il cronista che sa di essere ascoltato sulla passeggiata rischia il linciaggio perché ha la sfrontatezza di battergli la cornetta sulla fronte, Borgomanero (14 gennaio 1962)… L’esperienza, unica in Italia, fa riesplodere l’entusiasmo intorno alla squadra, esempio per tutti il derby con la Lucchese seguito da dodicimila spettatori. Incoraggiato dall’appoggio dei gruppi di sportivi che si ritrovano al Nettuno o al Bar Eden cuore e cervello del tifo bianconero l’operato del Giannessi prosegue e anzi cerca lo sviluppo anche con riprese su pellicola super 8. Il pioniere anticipa di gran lunga la nascita e lo sviluppo delle emittenti libere.
Nel maggio 1960 si fa avanti Radio Veronica (Olanda), trasmette in onde medie sui 557 kHz e si può ascoltare anche oggi in Italia dove è molto seguita. All’inizio trasmette da un ex nave-faro tedesca ancorata davanti alla costa dell’Olanda ed ha una vita estremamente avventurosa: subisce assalti all’arrembaggio a mano armata da parte di concorrenti invidiosi, persecuzioni da parte dell’autorità e persino un uragano che la fa arenare. Nel 1961 è la volta di Radio Nord (Olanda) ancorata di fronte a Stoccolma. Mentre Radio Antwerpen  (Olanda)  trasmette in fiammingo dal 1962.  Radio Luxembourg (Inghilterra).  Alle 18.30 manda in onda dei notiziari per gli immigrati italiani. Le notizie arrivano via cavo da Roma a Lussemburgo dove vengono irradiate. Ha stretti rapporti con la Rai che in pratica affitta l’antenna estera per trasmettere un programma che può benissimo irradiare da sola.  Nel 1961 per mezzo della Federal Communications Commission viene realizzato il “Sistema Stereo Fcc” che decodifica entrambi i due canali e partono oltre oceano le prime trasmissioni Fm stereo, un valido mezzo per trasmettere musica di ottima qualità. Nonostante lo scetticismo dei dirigenti che non credono in questa nuova tecnica nel 1962 anche la Bbc inizia la sperimentazione di trasmissioni radiofoniche in stereofonia nel Regno Unito. Gli stessi radiofonici inglesi si ricredono, cinque anni dopo, nel 1967, quando devono affrontare sul loro terreno quello della musica pop, le emittenti private e off shore che dall’Europa e dal mare assediano con programmi di musica presentati in inglese perché proprio grazie alla stereofonia la Bbc riusce a tener testa alla concorrenza.
Dal 1963 sulla Rai va in in onda “Il discobolo” con Vittorio Zivelli, il primo deejay italiano che nel tempo sarà copiato da tutti, poi ancora “PopOff” e la coppia Arbore-Boncompagni. Emittente per potenza di trasmissione oggi seconda al mondo dopo Radio Montecarlo.   Nel 1964 Radio Caroline che irradia sulle coste sud orientali della Gran Bretagna e Radio Atlanta nata in concorrenza (e sulle stesse frequenze) ma che ben presto si associa alla più importante emittente, Radio London da un ex dragamine ed altre emittenti nate sulla terra ferma come Radio Hatch e Radio Invicta. Nasce Radio Montecarlo.
Quando nel 1964 finalmente in Italia anche la Rai inizia le trasmissioni stereofoniche in Modulazione di Frequenza viene verificato che nelle zone con ricezione troppo debole o soggetta a troppe riflessioni il segnale stereofonico è distorto. Per portare la stereofonia anche a questi ascoltatori allora viene usato il VI canale della Filodiffusione come vettore del segnale “differenza”.
Nel 1965 partono: Radio Nord Sea, Radio Essex, Radio Shannon, Radio 390. Non manca neppure un caso che fa scalpore. Nel 1966 quando nella sola Inghilterra le radio pirata sono già una decina, la stazione King Radio dichiara stato indipendente l’isola dalla quale trasmette. La prima trasmittente inglese con il maggior numero di ascoltatori è però Lord Sutch. A seguire Man X Radio-Broadcasting House Douglas che trasmette dall’Isola di Man, Radio Geronimo, Radio Tower, Radio Channel, Radio Caesar. Nella primavera  nel Principato di Monaco iniziano le trasmissioni in italiano di Radio Montecarlo: “Questa è… Radio Montecarlo, la trasmision italo française di Noel Coutisson!” cita lo stacchetto del tempo. Le note arrivano dal Principato di Monaco, all’inizio per due ore poi nel giro di poche settimane a 13, fino alle sette della sera quando la sigla: “Ciao a domani… sicuramente sarai con noi!… Ci sentiremo, per stare ancora insieme a te!.. Per ora chiudiamo… a Radio Montecarlo!”, decreta l’arrivederci al giorno dopo. Diventerà l’emittente più potente del mondo grazie all’antenna installata sul Col de la Madone a copertura di tutta l’Italia.
Il sogno dei giovani è Radio Montecarlo. Poi Radio Vaticano, dello Stato Città del Vaticano una colonna sonora per lo più di notizie e programmi religiosi e poche altre radio estere che cominciano a trasmettere per l’Italia in certe zone, come Radio Capodistria, Rsi Radio della Svizzera Italiana (Radio Monteceneri). Dal Nord Europa già da tempo partono programmi da barconi clandestini, tra tutte c’è Radio Luxemburg ma la ricezione è difficoltosa e bisogna possedere apparecchi molto potenti come il cofanetto apribile della Emerson. Con un semplice apparecchio radio girando una manopola si possono ascoltare nel panorama radiofonico i programmi Rai: Radiouno, Radiodue, Radiotre, Canale IV, Canale V, Canale VI della Filodiffusione (per chi ne era provvisto), i programmi esteri ma in italiano di: Radio Vaticana che diffuse il suo primo messaggio dalla voce di Guglielmo Marconi il 12 febbraio 1931, SSR-Società svizzera di radiodiffusione-RadioSvizzera nata nel 1935  e Radio Monteceneri della Svizzera Italiana, Radio Capodistria dalla ex Jugoslavia, Radio Montecarlo, quelli dei grandi paesi  con programmi diffusi in italiano tra cui Radio Malta, Radio Scopje e Radio Belgrado della ex Jugolsavia, Radio Somalia, Radio Tunisia, Radio Praga-Cecoslovacchia, Radio Monaco, Radio Cairo-Egitto, Radio Bucarest-Radio TV Romana-Romania, Radio Argentina, Radio Budapest-Ungheria, Radio Berlino International-Germania Est, Radio Pechino-Cina, Radio Polonia, BBC-Britisch Broadcasting Corporation-Radio Inghilterra, Service Suisse des ondes courtes-Radio Svizzera, Transradio Chilena-Radio Cile, Deutsche Welle-Radio Germania Ovest, Radio Sofia-Bulgaria, Emissora Nacional-Radio Portogallo, Radio Tirana-Albania, Radio Budapest-Ungheria, Nippon Hoso Kyokai-Radio Giappone, Transword Radio, Radio Mosca-URSS, Radio Libia, ORTF-Radio Francia Radio Francese, Radio Australia, ORU-Radio Belgio, ecc., ma in varie zone d’Italia, anche timidi messaggi di libertà. Ci sono già le emittenti televisive private italiane ma la radio è ancora sogno. Per trasmettere in fondo bastano un buon ripetitore, un’antenna, un microfono e un giradischi. L’idea di trasmettere nasce nella mente di molti. Anche per la radio è arrivato il tempo di emettere il primo vagito. Cominciano quasi per gioco poi si lasciarono prendere dall’entusiasmo contagiando chi ascolta. E nasce un lungo romanzo.
Nel 1968 è la volta delle emittenti Olandesi  RNI – Radio Nordsee International  che però trasmette per soli otto mesi, e la più recente Wold Music Radio. Negli Stati Uniti Radio Free America, in Svizzera Radio Mebo. In Italia, all’indomani dell’iniziativa di Radio Ferrara, ci sono prove tecniche di una stazione radio dei fratelli torinesi Judica-Cordiglia, ex radioamatori e nell’estate da un’ipotetica emittente radio installata su una piattaforma – stato indipendente nel Mar Adriatico di fronte a Rimini col nome Isola delle rose (l’ingegner Sergio Rosa ideatore dello stato ha sempre negato l’esistenza) che però riesce a trasmettere soltanto per un raggio limitatissimo e per pochissimi giorni. A dare una spinta che travolgesse i controlli e la legalità ci pensano in molti. A Massa, un giovanissimo appassionato, Andrea Lazzoni, con un impianto autocostruito alimentato a batterie, inizia le prime prove di trasmissione di una stazione radio in fm che trasmette musica: Radio Attiva Massa. L’antenna è posizionata sul tetto di un condominio. Il raggio di trasmissione che raggiuge è di circa 800 metri. Una conquista.
L’anno dopo 1969 il Lazzoni modifica un surplus militare dell’ultima guerra, l’apparato cosiddetto “portatile” Collins) del peso di una trentina di chilogrammi e inizia a trasmettere sulla fm. Il segnale arriva a coprire un raggio di un paio di chilometri dal centro della città. Inizia con delle vere trasmissioni radio trasmettendo qualche ora al giorno. Solo musica e qualche chiacchera. La Polizia Postale comincia così ad occuparsi della prima radio cosiddetta “libera”. L’ antenna oltretutto è posizionata ad un centinaio di metri dalla Questura. Ascoltatori probabilmente una decina. In quel periodo iniziano ad essere messi in vendita apparecchi radio completi di ricezione in FM. L’iniziativa del Lazzoni viene  bloccata. Nello stesso periodo iniziano ad essere messi in vendita apparecchi radio completi di ricezione in FM.
Nei primi anni ’70, mentre il canale di Stato prosegue con le trasmissioni sperimentali, solo per poche ore al giorno ed apprezzabili soltanto dai pochi ascoltatori che investono in costosi sintetizzatori stereo ed utilizzabili per ben poche trasmissioni, Radio Vaticana inizia la programmazione stereofonica con il programma “Studio A” di musica classica. E’ ancora un toscano, Luigi Lugnani (Scienza) un esperto di radio e comunicazioni nato nel 1953, a fare un esperimento pionieristico nel 1970, fondando, a soli 17 anni, a Massarosa Radio Ronco.  L’emittente (prima in Italia in Am) ha sede in via Ronco 6 a Massarosa (Lucca) sulle alture fra l’autostrada A1 e i colli delle Alpi Apuane. La fonda un esperto di elettronica Luigi Lugnani (Scienza), con la collaborazione di altri due amici: Bei e Walter Lombardi (che la descrive anche su Massagrausi, giornalino della chiesa). Trasmette musica e parlato per molte ore del giorno, principalmente la sera dopo cena fino alle 3 di notte saltuariamente con 500 watt in uscita in AM su 1470 KHz pari a 204 metri (poco vicino a Radio Montecarlo) e indagini d’ascolto confermano la presenza a La Spezia in Liguria a Pisa ed a Empoli. La stazione dispone dei trasmettitori a valvola realizzati dal pioniere, un giradischi di plastica della geloso con un piatto, un mangianastri a cassetta, un mixer fatto in proprio con due tre canali, due microfoni metallici della geloso, antenna di 20 metri con un circuito accordato. Dura circa tre anni fino al 1973, forse qualcosa di più. Poi l’oblio.

Alle 19.30 del 25 marzo 1970 Radio  Libera Partinico (Radio Sicilia Libera) di Terrasini (Palermo) inizia a trasmettere illegalmente per dare voce alle popolazioni della Sicilia colpite dal terremoto del Belice. Il sociologo Danilo Dolci si barrica con due operatori nel palazzo Scalia e in FM e OC per ventisei ore consecutive presenta la straziante situazione con un SOS continuo. Una voce che si sente per poco più di una giornata, che ha le proprie trasmissioni bloccate dai Carabinieri in completa tenuta da guerra con i mitra spianti alle ore 22 del 26 marzo.

Tra la fine del 1970 e l’inizio del 1971 i Gap Gruppi d’Azione Patriottica o Partigiana si procurano un certo numero di radio modificate per interferire sui canali delle reti nazionali Rai incoraggiando altri raggruppamenti al loro impiego. In tale prospettiva tengono stretti accordi di collaborazione con aggregazioni locali in varie città: Trento, Genova, Torino e Milano. I pirati dell’etere intendono interferire sulle frequenze della televisione di Stato e portare anche perturbazioni sul video con vari trasmettitori dalla potenza da 2 a 150 watt. Dal 16 aprile 1970 al 18 febbraio 1971 per sette volte nel corso di alcuni mesi interrompono le trasmissioni del Programma Nazionale Rai. Alle 20.33 del 16 aprile 1970 per la prima volta una voce si inserisce nel telegiornale, proprio mentre Tito Stagno illustra il rientro della sfortunata missione degli astronauti dell’Apollo 13 e l’interferenza viene chiaramente ascoltata in alcun zone di Genova, particolarmente a Marassi, Sampierdarena e Cornigliano. Gli autori dell’operazione si presentano con un testo trasmesso che ha la caratteristica dello slogan: “Questa e’ Radio Gap, del gruppo XXII Ottobre. Qui Gap. Il fascismo e’ risorto. Ricordiamo i fatti del luglio 1960 (Tambroni). Prepariamoci a scendere in lotta. Morte ai fascisti e ai padroni”. Il messaggio ha come sottofondo le note di “Bandiera rossa”, mentre la voce clandestina invita ad impedire che il sabato successivo si svolga una manifestazione a Genova del segretario del Movimento sociale italiano, Giorgio Almirante. Alcuni mesi dopo si fanno risentire con un secondo nuovo sabotaggio via etere: il  23 settembre 1970 interferiscono sui canali tv con slogans contro una visita di Nixon in Italia. Nel dicembre dello stesso 1970 si rifanno vivi altre tre volte il 22, 24 e 30  per annunciare un attentato contro un autocarro della Nato, uno dei Carabinieri e un sequestro. Il 6 ed il 18 febbraio 1971 i “tupamaros” del gruppo XXII Ottobre si assumono la paternità di due attentati ad impianti industriali. Il Mistero di Radio Gap e dei sabotaggi tv viene svelato alla fine di marzo quando nelle indagini sulla morte di un fattorino di Genova ucciso durante una rapina dal fondatore del circolo XXII Ottobre (poi arrestato), la polizia trova nel magazzino di alcuni estremisti due radio ricetrasmittenti adattate per inserirsi sui canali televisivi. La banda maoista di Radio Gap, comunque, torna a farsi sentire con un registratore, montato su un traliccio, poco fuori le mura del carcere di Genova  nell’ottobre 1972, dopo la morte di Giangiacomo Feltrinelli. Per oltre un minuto in molte zone di Genova una voce lancia il messaggio di solidarietà: “Questa e’ Radio Gap del gruppo XXII Ottobre. Compagni, unitevi perche’ l’ora della liberazione e’ pronta. Vendicheremo Feltrinelli, Viva Feltrinelli, viva il XXII Ottobre”.
Nel 1971 a Potenza Bonaventura Postiglione alle 22 trasmette in modo saltuario e piratesco da un veicolo in continuo movimento saltellando sulla FM in modo da non essere intercettato dai Carabinieri. Nel giugno  Franco Romano, Giovanni Chianese ed Enzo Limaro, tre amici di Napoli che  possiedono un laboratorio di riparazioni per apparecchiature elettroniche, iniziano prove tecniche di trasmissione con piccole trasmittenti da loro stesse costruite. Sempre nel 1971 nasce a Nola (Napoli) quasi per gioco Radio Onde San Paolino, per iniziativa di Tony Napolitano, trasmette in onde medie.  Nel gennaio 1973 la svolta. E’ l’inizio del sogno!  Postiglione continua a trasmettere prove tecniche e iscrive provocatoriamente alla Camera di Commercio di Potenza Radio Diffusione poi Radio Potenza Centrale, Napolitano a Nola trasmette con la sua emittente (ribattezzata Radio Nola Uno) dagli fm. Ad Ancona Sergio Emmanuele Anastasio inizia con prove tecniche di trasmissione con Radio Emmanuel. La sera dell’8 aprile 1973, in località Sacromonte (Varese) parte Radio Sacro Monte Fm 103.4, nasce con un trasmettitore Lanzoni da radioamatore modificato della potenza di 20 watt ed un complesso sistema radiante costituito da un dipolo e si sente distintamente sino a Parma. Il 3 luglio 1973 inizia Radio Fiemme 104 con sede a Tesero (Trentino Alto Adige) in via Socce, promotore ed ideatore dell’emittente Teserana è il popolare “paròn” Tarcisio Gilmozzi. Accanto a lui il figlio Giuliano esperto di elettronica che costruisce la prima trasmittente di onde radio con nemmeno un watt di potenza. Il primo disco trasmesso è “La Gazza Ladra” di Gioacchino Rossini, destinata subito a diventare la sigla dell’emittente che trasmette per una diffusione circoscritta al paese per un paio d’ore alla domenica pomeriggio. Elio Diogene a Crotone crea Radio Crotone International. Sempre nel 1973 a Torino Luigi Brandais e Giuditta Dembech trasmettono i primi esperimenti (di quella che dal maggio 1975 sarà Radio Torino Alternativa) con un apparecchio portatile e  si spostano in continuazione per sfuggire agli agenti della Escopost che a bordo di un furgone li cercano con il radio-goniometro.
Nel maggio 1974 la casa editrice Jean Frey AG richiede l’autorizzazione per una radio privata in Lichtenstein ma le autorità bocciano il progetto. Prime emittenti clandestine che servono, tra l’altro, a lanciare appelli a raduni e manifestazioni giovanili iniziano a trasmettere nella seconda metà degli anni ’70 in Svizzera. Nel 1975 Radio International trasmette da Üetliberg (Zurigo) ma viene subito smantellata dalle autorità elvetiche. Il 26 febbraio 1977 è la volta di Radio Atlantis, creata da Peter Käppeli: in meno di 24 ore le autorità svizzere individuano la postazione di emissione e disattivano il segnale. La radio riprende nel mese di settembre 1977 da postazioni diverse a garantire la copertura della regione di Zurigo. Non potendo andare oltre, nel giugno 1978 viene trasferita in Italia con l’intenzione di  diffondere il proprio segnale su Zurigo: alcuni esperimenti di trasmissioni vengono effettuati dal Pizzo Groppera sopra il lago di Como ma il progetto non va avanti per motivi economici. Il 15 luglio 1977 nasce Radio-Aktiv Freies Gösgen emittente di protesta contro la Centrale Nucleare di Gösgen. Nonostante le pressioni delle autorità svizzere e gli interventi della polizia italiana il giornalista ribelle Roger Schawinski riprende il progetto italiano e alle 17 del 17 novembre 1979 apre a Cernobbio, Radio 24, che trasmette in lingua tedesca dal Pizzo Groppera sopra il lago di Como verso la regione di Zurigo. Le trasmissioni vanno avanti fino al 1 febbraio 1980 quando l’emittente subisce il sequestro delle apparecchiature trasmittenti per presunta violazione dei regolamenti internazionali delle radiocomunicazioni.  Il monopolio radiofonico della Srg Sssr idée suisse è in bilico. Soltanto nel 1983, però, il governo accorda le  prime concessioni ad una trentina di stazioni private tra le quali Radio 24 diventata emittente elvetica a tutti gli effetti. Le radio libere in Francia nascono embrionalmente a Parigi nel 1978 con la formazione della Federazione Internazionale delle Radio Libere istituita dall’incontro “Alfredo” tra l’Associazione per la Liberazione delle Onde Radio (ALOR) e della Federazione de Radio Emitenti Democratiche (FRED), circa trecento delegati intervenuti da Italia, Francia, Germania e Spagna. Trasmettono: Radio Trottoir (Tolone) e Radio-Allarme.  Il 1 settembre 1981 lo sviluppo con Radio Libertaire di MontMartre che trasmette da un’umida cantina dalle 18 alle 22 sui 89.6 Mhz. In Spagna prime esperienze di radio libere si hanno in Catalogna nel 1978 con trasmissioni di Ona Lliure dapprima da Santa Maria de Corco, e poi da Barcellona (attualmente dal Centro Civico nella Calle de Blay en Poble Sec).

Nell’aprile 1974 parte l’avventura di Radio So in quel di Solarino (Siracusa) per iniziativa di Carmelo Barbagallo, Salvatore Gibilisco e Gianni Tito, nell’agosto 1974 presso il Tribunale di Voghera viene segnata come “giornale audio visivo” Radio Voghera, inizia a trasmettere saltuariamente prove tecniche di trasmissione. La ideano Gino Orsi ed Eugenio Grandi che aveva lavorato alla Tv svizzera. L’avvocato Eugenio Porta di Genova il 14 ottobre 1974  fonda a Viareggio l’Anti – Associazione Nazionale Teleradio Indipendenti, che cerca di tutelare i diritti delle ventiquattro emittenti televisive che già si sono formate  e di quelle radiofoniche in via di sviluppo. Alle 15. 30 del 7 novembre 1974 con prove tecniche di trasmissione parte Radio Valle Camonica FM 101.500 che ha sede ad Ossimo Superiore. Il primo brano trasmesso da un emozionantissimo Mauro Fiora, fondatore dell’emittente assieme al fratello Stefano, è “Viva l’Inghilterra”. Alle 11 del mattino del 23 novembre 1974 un gruppo di amici di Bologna guidati dal regista Roberto Faenza tra cui Rino Maenza , Elda Ferri, Mario Bortolini, Pier Giorgio Righi, Pier Luigi Franzoni, l’avvocato Giorgio Pizzi formano una piccolissima emittente Radio Bologna per l’Accesso Pubblico che ha sede in una roulotte posta sulla collina dell’Osservanza, sovrastante la città e con i cavi elettrici allacciati ad una casa colonica, irradia il segnale registrato su nastro sui 100.800 mhz. Da voce agli esclusi. Servizi registrati su cassetta arrivano da ogni parte d’Italia, specialmente da fabbriche, scuole, luoghi di lavoro dove si sta portando avanti una lotta. Dal dicembre 1974 sono in onda:  Radio Parma (alle 11 del 1 gennaio 1975 con i programmi regolari) programmazione modello Rai, notiziari locali, posizione di centro sinistra, a tutti gli effetti definita erroneamente la prima radio privata italiana via etere, prototipo di centinaia di radio che da lì sarebbero sorte come funghi su tutta la penisola, Radio Gerace (oggi chiamata Promoradio Network),     a Milano trasmette Radio Press Milano poi Radio Milano Palmanova dal quartiere di Lambrate fondata da Matteo Fernando Gildone (Zio Teo), che tra le sue file annovera anche il giovanissimo Massimo Emanuelli  oggi “pozzo di storia” del sapere radiotelevisivo, ancora in onda sul web con L’ANGOLO DELLA SCUOLA e STILE ITALIANO, e curatore del nostro portale, Radio Oreb di Lisiera di Vicenza. Sono attive anche Radio Massa 103, Radio X Napoli, Radio Borgomanero, Radio Montegrappa Vicenza, Radio Prato, Radio Marche Ancona,  Radio Diffusione Pistoia, Radio Super di Bargnano con Corzano (Brescia), Rda Radio Diffusioni dell’Agro di Nocera Inferiore (Salerno) e Radio Salerno City.   Nascono le radio. Ogni giorno una nuova, quasi per gioco di un gruppo di amici, desiderosi di conoscersi, divertirsi e di guadagnarsi un pezzettino di popolarità nell’ambito locale. Ragazzi. Giovani pieni di entusiasmo che più per hobby che per lucro, mettono su una stazione radio, spesso con pochi mezzi a disposizione. Qualche centinaio di mille lire, risparmiate a fatica, messe insieme magari vendendo la motocicletta. Due giradischi, un registratore, qualche microfono, una consolle casalinga, un trasmettitore comprato cissà dove. Voci. Al’inizio impacciate e titubanti con gli errori che si fanno alle prime armi dell’inizio della nuova carriera, poi sciolte e normali, senza formalità: si sente che ce la mettono tutta! Prima in mono poi stereo anche dolbizzato per quelle che si ascoltano fortissimo. Solo musica 24 ore su 24 oppure informazione, sport, cultura, compagnia e divertimento. Questi gli ingredienti conditi dalla fatidica pubblicità, l’anima del commercio, determinante per l’esistenza e la continuità delle emittenti. La banda di emissione la Modulazione di Frequenza (FM) dagli 88 Mhz ai 104. Per ascoltarle basta una radio di poche migliaia di lire e cercare con la manopola la sintonia giusta. E così, dopo il boom delle televisioni private via cavo (prima) ed etere (dopo), scoppia quello delle radio private. Ne funzionano già alcune, sparse in tutta Italia, mentre moltissime altre stanno per iniziare le trasmissioni. Nascono come funghi pertanto ci sarà sempre qualcuno che dirà: “Io c’ero prima”, magari di un giorno o di un ora. Sono piccole emittenti organizzate alla buona in una stanza o in una soffitta, che utilizzano spesso apparecchiature militari recuperate e riadattate. Programmi realizzati in economia, ma quasi sempre di buon livello qualitativo. Alcune, alla data della loro nascita, evitano per scelta precisa di occuparsi di cronaca, di politica, di attualità, mandano in onda programmi quasi esclusivamente musicali, altre limitano i dischi al minimo indispensabile, trasmettono soprattutto notiziari locali, commenti, bollettini. Tutte però hanno in comune una cosa: l’entusiasmo. La ricezione è limitata a poche decine di chilometri e non dovunque è perfetta. Caso strano di una radio che viene ascoltata ad oltre 100 km di distanza, mentre non arriva ai piani bassi di alcuni quartieri della zona di emissione. La collaborazione è generalmente aperta a tutti ma sulla base del più gratuito volontariato. Nessuno dei collaboratori prende una lira, ma anche perché i proventi della pubblicità  bastano appena per il rimborso di alcune spese vive. Alcuni annunciatori usano in trasmissione il solo nome di battesimo o uno pseudonimo, gli indirizzi ed i numeri di telefono delle stazioni emittenti sono però di pubblico dominio, anzi vengono trasmessi spesso, sollecitando lettere e telefonate degli ascoltatori. Ma è dura. Si trasmette per qualche giorno, e poi si viene chiusi a forza dalle autorità. La forza, la voglia, l’amore però sostiene l’idea ed il cammino prosegue e va avanti.
A Milano il 10 marzo 1975 (anche se trasmissioni sperimentali partono  dal febbraio) per mezzo di Nino e Piero Cozzi e Rino e Francesco Borra  nasce Radio Milano International FM 101 oggi R101.  La prima radio professionale d’Italia. Lo studio ricavato da una camera dell’appartamento elegante nel centro nella città della famiglia Borra in via Locatelli 6. Copertura del segnale 24 ore per l’intera regione. Tra i primissimi collaboratori: Claudio Cecchetto, Fausto Terenzi, Pino Beccaria. Una voce: “Qui Radio Milano International” e  un brano degli Who. Frequenza 101, One O One. Un mese sul filo. Poi il 14 aprile l’Escopost, la polizia postale, mette i sigilli, sequestra gli impianti. E’ fuorilegge trasmettere in FM. Dodici giorni di panico. Poi la liberazione. Il 26 aprile il pretore di Milano, Cassala, definisce legittima l’attività di trasmissioni radiofoniche fino a quando non si determinano interferenze che possono nuocere o disturbare le emittenti di Stato. La sentenza della liberazione spiana la strada alle radio private in tutta Italia.   Eugenio Finardi canta: “Amo la radio/ perché arriva dalla gente/ entra nelle case/ ci parla direttamente/ se una radio è libera/ ma libera veramente/ mi piace anche di più/ perché libera la mente”. Nascono ed arrivano a circa 6.000 ma poi come le foglie cadono e rimane il ricordo.  La radio era formata da una cooperativa di ragazzi, fra i quali c’ero anch’io. Dicevamo quello che volevamo, facevamo quello che volevamo e passavamo i dischi che ci pareva. Un’esperienza fantastica, irripetibile, come il primo bacio o la prima volta che fai l’amore. La radio era, è sempre stata, l’imbuto finale attraverso cui tutte queste cose che tu raccoglievi  potevano passare, potevano amplificarsi. E stata una risorsa; un’opportunità, un canale, una risorsa gigantesca. Questa è stata una scuola sulla tua pelle, in tempo reale, più unica che rara. Il nostro portale che dal 2006 è “il barattolo della memoria” aveva il dovere nel nuovo aggiornamento delle News delle Radio di ripercorrere tutto questo. Dall’inizio ad oggi… e scusate se per le radio libere italiane sono già passati quarant’anni!
Con l’avvento delle radio libere in Italia dal 1976 vengono avviate le prime trasmissioni in stereofonia da Radio Milano International, ben presto seguita da migliaia di emittenti sorte un po’ in ogni dove nell’intera penisola.
L’8 novembre del 1982 segna l’inizio delle trasmissioni ufficiali in stereofonia della Rai (su tre canali) sulla modulazione di frequenza, restando con il palinsesto tradizionale sulle onde medie. Fino all’inizio degli anni ’90, però, girando la manopola del cursore è ancora abbastanza facile incontrare emittenti sprovviste della famosa “spia rossa” che indica la ricezione stereo. Attualmente sono davvero poche le radio che non trasmettono in stereofonia: quasi tutte le stazioni ormai diffondano le proprie trasmissioni con il segnale stereo; restano in mono le emittenti, anche nazionali, che si distinguono per le trasmissioni non musicali, ma caratterizzate soprattutto da dibattiti e informazione.

L’avventurosa storia della radio pubblica italiana. Da Maria Luisa Boncompagni a Luca Barbarossa

 

QUALE E’ STATA LA PRIMA RADIO PRIVATA IN ITALIA?

Esistono molti tentativi di costituire una stazione radio alternativa a quella di Stato, il primo in ordine cronologico è quello di Radio Posto Zero di Milano (1925), cui farà seguito Radio Ferrara (1945) ideata da Albano Moretti e dal figlio Franco. Bisogna poi attendere il 1968 (si, proprio l’anno della rivoluzione) per assistere ad un altro tentativo di emittente alternativa alla Rai: la Radio Massa Attiva toscana ideata da Carlo Andrea Lazzoni,  nel 1970 è la volta di Radio  Libera Partinico. Fra il 1971 e il 1975 esistono tantissimi pionieri che iniziano ad operare (seppur non in maniera continuativa) che si contendono il primato: Bonaventura Postiglione in quel di Potenza che effettua prove tecniche di trasmissione per un’emittente che poi sarà denominata Radio Potenza Centrale,;   Franco Romano, Giovanni Chianese ed Enzo Limaro in quel di Napoli;   Tony Napolitano con Radio Onde San Paolino; quindi Roberto Faenza e Rino Maenza con Radio Bologna; Sergio Emmanuele Anastasio con Radio Emmanuel. A questi tentativi seguono quelli di  Radio Sacro Monte, Radio Fiemme 104, Radio Crotone International, Radio Voghera, Radio Valle Camonica, Radio Milano Palmanova dal quartiere di Lambrate fondata da Matteo Fernando Gildone (Zio Teo), Radio Gerace, Radio Massa 103, Radio X Napoli, Radio Borgomanero, Radio Montegrappa Vicenza, Radio Prato, Radio Marche Ancona,  Radio Diffusione Pistoia.
Questo dovrebbe essere l’ordine cronologico esatto (allo stato attuali degli studi e delle ricerche) ma dobbiamo metterci d’accordo se possiamo considerare emittenti radiofoniche prove tecniche di trasmissione e/o emissione di programmi per qualche ora senza continuità, oppure se dobbiamo considerare emittenti radiofoniche soltanto quelle che hanno iniziato a trasmettere con continuità e con un palinsesto.  In quest’ultimo caso la paternità sarebbe di Radio Parma, cui farà seguito Radio Milano International.
La caccia al primato della primogenitura è all’ordine del giorno, noi di http://www.storiaradiotv.it riceviamo una mail al mese di emittenti che dichiarano: “siamo stati i primi a trasmettere”. Al fine di poter stabilire una volta per tutte le primogenitura invitiamo pionieri ed emittenti a mandarci supporti documentali (atti costitutivi, giornali dell’epoca, registrazioni audio ecc.)
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Dalla fine degli anni ’70 anche in Italia iniziarono a trasmettere diverse emittenti pirata sulle onde corte. Più che altro, si trattava di stazioni amatoriali che operavano durante il fine settimana con mezzi di fortuna. Gli appassionati iniziarono a trasmettere illecitamente  nella porzione di frequenze che vanno da 27,405 a 27,990 MHz in SSB (assegnate a livello internazionale al servizio mobile marittimo) per effettuare comunicazioni a lunga distanza, in stile radioamatoriale. Altri operarono su quelle comprese fra 6,5 e 6,7 MHz (45 metri di lunghezza d’onda, adibite istituzionalmente al servizio mobile aeronautico civile per le comunicazioni a lunga distanza con gli aeroporti) ma furono prontamente bloccati dai vari ispettorati territoriali del ministero delle comunicazioni, con il supporto della polizia postale e denunciati sia per violazione del codice delle comunicazioni elettroniche, sia per interruzione di pubblico servizio e attentato alla sicurezza della navigazione aereonautica. I più trasmisero musica sui 2182 kHz (frequenza di emergenza in onde corte per la navigazione marittima). Al giugno 1996 erano attive circa una ventina di stazioni pirate trasmittenti nella penisola in onde corte: Radio Italia Internazionale, di Spoleto, Radio Spoleto International 101 MHz e 7040 Kw da piazza Garibaldi 17 a Spoleto, Radio Studio X di Pistoia, Radio Speranza, di Modena, stazione animata da un padre cappuccino che  ritrasmetteva prevalentemente i programmi della Radio Vaticana, Radio Mistero Ghost Planet (nacque ufficialmente nel marzo 1976 in Piemonte, ad alcuni km. ad est di Torino, con il nome di “Radio Mistero” sugli FM – 88 MHz – potenza 10 Watt – trasmettitore auto-costruito, con trasmissioni registrate, in onda alla mattina, ed in diretta durante la sera fin oltre la mezzanotte. Il tutto durò circa 1 anno, poi smise causa l’occupazione delle frequenze in FM e l’aumento delle potenze da parte delle sempre più numerose nascenti radio libere). Nel 1979 utilizzò frequenze appena al di sotto della banda cittadina degli 11 mt. senza soddisfacenti riscontri di ascolti, quindi terminarono dopo circa tre mesi di trasmissioni irregolari. Nel 1995 rinacque come radio pirata in onde corte, col nome di “Radio Mistero Ghost Planet”. Lo staff era costituito da 3 ragazzi (Captain Ghost, Riff Raff e  Casper) e 2 ragazze (Jasmine e Magenta); ma nel 1996  rimasero solo Captain Ghost e Jasmine. Le prime trasmissioni di questo nuovo periodo furono effettuate sui 41 e 48 mt.. con musica italiana e straniera anni 60 – 70 – 80. e diversi contatti via etere con operatori di altre “free radio”.  Nel 1997, in agosto, Radio Mistero Ghost Planet fu presente al 25° DX-Camp di Merchweiler, (Germania) luogo di raduno delle radio pirate d’europa, con molti altri  DJ di “free radio” . Da qui nacque una grande amicizia con il DJ Chris di Radio Wonderful (Germania) che portò ad una collaborazione fra le due radio con alcuni programmi insieme ed un nome unico solo per queste trasmissioni come: Swing Wave Radio , Nel novembre 1997 la prima esperienza di Radio Mistero Ghost Planet con programmi registrati ritrasmessi da IRRS, Milano. Ultima trasmissione di  R.M.G.P. di  questo periodo, con proprio trasmettitore, risale al 23 aprile 2000. Dal 1° gennaio 2012 dopo 12 anni di inattività è stata ascoltata ancora in onde corte, con alcuni test di trasmissione seguiti da alcune trasmissioni musicali. Italian Broadcasting Corporation di Saverio Masetti, da via Davanzati 8 a Milano iniziò a trasmettere dal 3 luglio 1979 su 11.585 kHz con un trasmettitore militare di 10 W di potenza, poi potenziato fino a 200 W. Sul finire degli anni ’70 e per i primi anni ’80 la IBC fu piuttosto famosa tra i cultori del radioascolto. Dal 1 aprile 1984 su 7105, 71140 e 12585 K. Radio Europe di Alex Bertini, da Pioltello (Milano) nel 1979 trasmetteva solo alla domenica mattina su 7.306 kHz con 500 watt. Una stazione divertente (soprattutto quando riprendeva le irriverenti goliardate di Dario nel programma curato da Play DX), che continuò a trasmettere con regolarità fino a circa il 2000.
Italian Radio Relay Service di Filippo Giannetti, nel 1979 ritrasmetteva su 3.985 e 7.125 kHz i programmi di diverse stazioni estere.
Radio Amica, nata il 1° luglio 1988, trasmise dalle colline alla periferia sud est di Bologna musica anni 70/80 sino al 4 agosto 1990, quando chiuse per mancanza di fondi, per poi riaprire nel 2009 con programmi limitati al fine settimana prima su 6.270 kHz e poi su 7610 kHz. L’emittente diede grande spazio al radioascolto ed irradiò rubriche tematiche di ufologia e mistero, anche se nel palinsesto non mancarono programmi informativi autoprodotti.
Radio Alpen Adria, di Treviso
Radio Mariquita di Treviso nata nei primi anni ’80, dall’aprile 1994 su 3.925, 3.915, 3.900 e 3.885 kHz.
Radio Good Fun, di Treviso
Radio Marconi International, di Bologna
Play DX Music, da via Davanzati 8 Milano
Radio Silver “Only Rock ‘n Roll”, da via Davanzati 8 Milano, (sede anche di Radio Europe. Play DX Music e naturalmente della Italian Broadcasting Corporation)
Radio Paperina
Radio Star, di Vicenza
Radio Pirata 2001 nata nei primi anni ’80.
Radio Viviana, musica al femminile condotta da una ragazza di 14 anni, nata nei primi anni’80.
Pirate Music/Power FM, trasmetteva nel 2007 da una località vicina a Milano su 6.878 kHz. Power Fm è anche una Web radioche fa capo a una piccola società di Milano, nel quartiere settentrionale di Dergano.
Radio Mystery, spesso presente sui 6.220 kHz
Radio Internazionale 7500 Khz

Radio Strike, Sicilia
Radio Marconi International
Radio Sanluchino

IN DUE VOLUMI L’AVVENTUROSA STORIA DELLA RADIO PUBBLICA ITALIANA

https://www.mondadoristore.it/avventurosa-storia-Radio-Massimo-Emanuelli/eai979128064910/

https://www.hoepli.it/libro/l-avventurosa-storia-della-radio-pubblica-italiana-vol-1/9791280649102.html

https://www.librioltre.it/biblioteca/store/comersus_viewItem.asp?IdProduct=3591

 
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