IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA:
UN CLASSICO DELLA LETTERATURA PER L’INFANZIA
E L’ADOLESCENZA IN TELEVISIONE E IN TEATRO
di Massimo Emanuelli
Indice
1. Premessa
2. La scelta dell’opera
3. Destinatario e tempi
4. Prerequisiti
5. Articolazione del modulo
5.1 Prima lezione: Il Giornalino di Gian Burrasca
5.2 Seconda lezione: presentazione del Gian Burrasca in tv (versione di Lina Wertmuller) 2 ore
5.3 Terza lezione: lettura testo di Vamba e visione della prima puntata dello sceneggiato di LinaWertmuller
5.4 Gian Burrasca in tv (versione Rita Pavone 2002)
5.5 Gian Burrasca in teatro.
6. Finalità
7. Obiettivi
8. Verifiche
9. Percorsi di ricerca e approfondimenti disciplinari
9.1 La musica ne Il Giornalino di Gian Burrasca.
9.2 La scenografia
10. Incontro con l’attore. Enrico Beruschi
11. Bibliografia e allegati
11.1 Bibliografia su Vamba e Gian Burrasca
11.2 Bibliografia sui rapporti fra cinema, televisione, letteratura e scuola
11.3 Bibliografia sulla televisione e su Gian Burrasca in tv.
11.4 Bibliografia su Rita Pavone
11.5 Siti internet
11.6 Videografia
11.7 Scheda del film e musical teatrale
11.8 Alcune interviste
11.9 Rassegna stampa
11.10 Testo della canzone VIVA LA PAPPA COL POMODORO
1. PREMESSA
Questo modulo intende recuperare il testo attraverso l’immagine e promuovere la lettura come mezzo per accedere a più vasti campi del sapere. Il cinema e la televisione fanno ormai parte della nostra cultura, e proprio la scuola è il luogo ottimale per avvicinarlo, in modo costruttivo e non passivo, e per acquisire gli strumenti per comprenderlo. E’ un’osservazione scontata, questa, che non trovò per niente riscontro allorquando iniziai ad usarlo per fare lezione nell’ormai lontano 1995. Ero in ciò avvantaggio dall’essere un cinefilo, e per ragioni professionali (ho sempre unito l’attività di docente a quella di giornalista) e critico cinematografico e musicale. Come giornalista mi sono occupato di spettacolo, ho conosciuto e lavorato con parecchie personaggi del mondo dello spettacolo, ho inoltre condotto programmi radiofonici (altra media che stimola l’interesse dei giovani) e lavorato nella redazione di programmi televisivi, prima di esordire casualmente in video. Il mio essere “insegnante multimediale” è stato quindi facilitato dall’esperienza giornalistica. Avendo sempre vissuto fra mondo della scuola e mondo dello spettacolo inizialmente ho fatto involontariamente un po’ di confusione, assumendo un ruolo “professorale” in redazione, in radio e in tv, e un ruolo da anchor-man a scuola, quando mi sono accorto che catturavo maggiormente l’attenzione degli allievi, che vivevano (e vivono) il docente e i brani antologici loro proposti come uno spettacolo, ho evidenziato questo lato. Per parecchi anni ho insegnato in centri di formazione professionale, ove vi sono studenti per nulla interessati alla lettura e allo studio, mi sono quindi dovuto inventare il sistema di storia, letteratura e geografia con gli audiovisivi, e delle dispense, poi trasformate nel libro Cent’anni di storia italiana attraverso il cinema (prima edizione 1995, seconda edizione 1996) da me scritto.
Oggi molti libri di testo dotati di una sezione ove sono citati alcuni film,
anche in alcune antologie vi è una filmografia. Oggi inoltre in tutte le scuole c’è un videoregistratore, una videoteca (anche se non fornitissima), spesso sono ancora io a portare da casa i video da proporre agli studenti, facilitato dal fatto di essere un collezionista.
Un’ulteriore riflessione concerne il problema della motivazione, che è diventato, a mio parere, particolarmente pressante in una scuola che non può o non deve più dare per scontata la condiscenza degli studenti a un modello autoritario di trasmissione del sapere (“si studia perché si deve studiare”). Un simile metodo, in cui l’insegnante trasferisce i contenuti in una mente complessivamente passiva, non porta ad alcun successo, né per il docente, né per l’alunno.
Ritengo importantissimo per un insegnate (di qualsiasi scuola di ogni ordine e grado) aggiornarsi (leggere libri e giornali, vedere film e programmi tv, informarsi tramite internet), il docente deve trovare stimoli adatti e il modo adatto di proporli, per suscitare una volontà di scoperta e il desiderio di approfondire. Imparando ad usare internet e altri sistemi multimediali mi sono messo al passo con le nuove generazioni, se non l’avessi fatto sarei stato per gli studenti un “residuo del passato”.
Il mio interesse negli ultimi anni si è spostato verso la televisione, che ormai fa parte della nostra vita, ma a scuola viene vista come la peste. Sul rapporto fra intellettuali e televisione si è soffermato recentemente Stefano Zecchi nel suo libro L’uomo che guarda (la tv), ritengo che ci sia buona e cattiva televisione, che comunque bisogna educare i ragazzi alla visione della buona tv, e insegnare loro a un abusarne. La tv italiana ha contribuito all’alfabetizzazione, con i teleromanzi e programmi culturali ha innalzato il livello di istruzione dei cittadini. Ciò è stato nei periodi delle origini e nell’era di Bernabei, ma anche l’attuale tv generalista, propone, anche se raramente e in fasce orarie proibitive e su reti “minori” programmi culturali. L’oggetto dei miei recenti studi è stata proprio la tv didattica e culturale.
2. LA SCELTA DELL’OPERA
Un classico per la letteratura dell’infanzia che in questi ultimi anni non rientra nelle letture proposte all’interno delle scuole medie, ma che, a parer mio, è sempre attuale. La prima redazione de Il Giornalino di Gian Burrasca risale al 1907, pubblicato a puntate su Il Giornalino della Domenica fra il 1907 e il 1908, poco dopo uscì la prima edizione per i tipi della Marzocco, quella dalla mitica copertina verde, su una cui ristampa ho studiato anch’io da ragazzo.
Vamba era un giornalista mazziniano che prendeva in giro l’Italia degli adulti di allora, Giannino, pestifero rampollo nella Firenze formato famiglia piccolo-borghese della belle epoque timorata dal socialismo dei primi del secolo, da allora è sulla bocca di tutti i ragazzi. Giannino è un Peter Pan alla rovescia, che non ha fretta di fare l’adulto. Con la sua innocenza Giannino manda all’aria il perbenismo piccolo-borghese, i sogni matrimoniali delle sorelle, la carriera del cognato deputato socialista e mangiaprete, le baggianate pedagogiche del maestro, le sedute spiritiche dei tenutari forcaioli di un collegio.
Dietro le avventure del terribile ragazzino si prendono in giro le ipocrisie dell’Italietta di allora, la macchina ipocrita e oppressiva della famiglia e della scuola, i pregiudizi e gli interessi meschini della borghesia, la feroce stupidità quotidiana delle istituzioni.
Al termine delle disavventure del piccolo eroe Vamba lasciò insoluto il quesito se Giannino un giorno si sarebbe mutato o no in un rampollo moderno come l’ex burattino Pinocchio.
L’opera di Vamba (con Pinocchio di Collodi e Cuore di De Amicis) è stato uno dei classici della scuola italiana dell’età liberale. Relegati Vamba, Collodi e De Amicis, nelle antologie scolastiche del dopoguerra al ruolo di “veristi minori”, completamente, o quasi, dimenticata la lettura integrale o parziale nel secondo dopoguerra. Una ripresa della lettura de Il giornalino di Gian Burrasca si registra negli anni ’60 (io stesso ricordo di averlo letto alle scuole medie) con l’avvento della scuola media unica, e grazie alla televisione. Nel 1964 viene proposto dalla tv di Stato (programma nazionale, odierna Rai1) lo sceneggiato televisivo per la regia di Lina Wertmuller con Rita Pavone; fu un grandissimo successo che contribuì a far crescere vertiginosamente le vendite del libro, a riscoprirlo o a scoprirlo. Per la prima volta fu la scuola ad adeguarsi alla tv, fino a quel momento si era registrata l’operazione inversa. Il giornalino di Gianburrasca tornò ad essere letto a scuola e in famiglia, nel 1965 venne replicato dalla Rai. Poi nuovamente il silenzio, l’arrivo della contestazione rimandò in soffitta il caro e vecchio Giornalino. Soltanto nel 1975 la tv della Svizzera italiana propose una replica dello sceneggiato della Wertmuller, replica che la stessa Rai propose nel 1986 e nel 1995 (seppur a notte inoltrata nell’ambito del palinsesto notturno diretto da Gabriele La Porta). E’ con l’inizio del nuovo millennio che Giannino Stoppani ritorna attuale, in alcuni casi viene presentato come no-global. Dapprima la produzione e la vendita di videocassette prima (2001) e di dvd, poi (2003), edite dalla EllleUMultimedia, quindi una nuova versione televisiva questa volta su Mediaset (Canale5, a cura di Rita Pavone). Fra il 2005 e il 2006 viene proposto in teatro viene proposto il musical teatro con Marco Morandi, l’emittente cattolica Sat2000, manda in onda IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA versione Wertmuller. Il famoso sceneggiato della Wertmuller torna in onda su Rai5 a partire dal 15 dicembre 2012.
Dalla prima versione della Wertmuller ad oggi Gian Burrasca è molto cambiato, ma ha sempre uno spirito ribelle e anarcoide. Il Giornalino si è continuato a leggere anche dopo che le forme (ma forse non la sostanza di quel tempo) si erano dissolte.
Nella versione televisiva della Wertmuller Giannino pareva un ribelle, precursore del ’68, nel 2002 con la fiction per la regia di Pagnussat da un’idea di Rita Pavone, Giannino si modernizza. Ma è con il musical di Marco Morandi che si ha il Giannino più moderno ed attuale, con spunti interessanti che possono essere valorizzati dall’insegnante (come la stessa visione de Il Giornalino di Gian Burrasca del Wermuller) per catturare l’attenzione degli allievi.
In questo elaborato cercherò di progettare un lavoro che avvicini in modo meno tradizionale Il Giornalino di Gian Burrasca, letto non solo sulle pagine di Vamba, ma rapportato all’omonimo sceneggiato televisivo per la regia di Lina Wertmuller. Verrà proposta agli allievi anche la nuova versione del Giornalino andata in onda nel 2002 su Canale5 e al recente musical proposto in teatro da Marco Morandi.
Tale scelta risponde a diversi ordini di riflessioni. I ragazzi sono incuriositi dalle birichinerie di Gian Burrasca. Un ragazzino che frequenta la II media vive un momento di ribellione tipico dell’adolescenza. I ragazzi di oggi sono più svegli di quelli della mia generazione (figuriamoci di quegli degli anni ‘50-’60), vivono in un mondo multimediale. Lo sviluppo dei mass-media e delle tecnologie informatiche ha provocato oggi, e ciò è lampante nelle nuove generazioni, un radicale cambiamento dei modi di percezione. La comunicazione è sempre più veicolata da immagine. La visione cinematografica o televisiva di un’opera letteraria deve servire a stimolare la lettura. Questo fu l’effetto dello sceneggiato della Wertmuller che stimolò alla lettura molti italiani, anche in età non scolare.
3. DESTINATARIO E TEMPI
Il lavoro è rivolto ad una classe II media di 25 allievi (12 maschi e 13 femmine), si ipotizza la sua programmazione fin dall’inizio dell’anno. Il libro viene proposto come narrativa alternato a grammatica e a letture di brani antologici di altri autori. A metà anno scolastico vi sarà la visione di un episodio del Giornalino della Wertmuller, quindi della fiction di Pagnussat. Successivamente gli studenti andranno a teatro col docente a vedere il musical con Marco Morandi.
Sette sono le ore settimanali di italiano in seconda media, 3 saranno dedicate alla grammatica, 3 all’epica-narrativa, un’ora alla settimana sarà dedicata a questo progetto di lettura e visione de Il Giornalino di Gianburrasca. Si consiglia di fare vedere il filmato il sabato (quando i ragazzi sono stanchi), il video deve essere interpretato come un premio per il buon comportamento disciplinare e didattico durante la settimana, e come un incentivo alla lettura.
Ipotizzo di insegnare in una scuola media sperimentale a tempo pieno con rientri pomeridiani (sul modello di Rinascita) e con attività extrascolastiche. Pertanto si potrà proporre anche la visione di altre puntate dello sceneggiato televisivo nelle ore pomeridiane, quando gli studenti sono solitamente stanchi.
Il lavoro verrà svolto in 11 ore totali, più le ore di uscita didattica per vedere in teatro il musical.
4. PREREQUISITI
Per poter svolgere un simile modulo di lavoro, credo che i requisiti richiesti agli studenti non debbano essere eccessivamente numerosi, né troppo complessi. E’ senz’altro fondamentale, invece, che essi siano motivati ed interessati a procedere con il lavoro poiché, venendo meno questi due requisiti, il senso stesso del progetto cesserebbe di esistere e si andrebbe incontro più a difficoltà di gestione della classe che al perseguimento di obiettivi.
Sarebbe opportuno presentare l’attività degli alunni, così da effettuare aggiustamenti e “tarature” e correzioni delle ipotesi meramente teoriche, rispetto al contesto concreto e alle richieste di aspettative della classe. Inoltre in questo modo gli alunni disporranno anche degli strumenti per procedere ad un’autovalutazione in itinere e per individuare eventuali correttivi al proprio metodo di studio. La costruzione di un metodo di studio è, a mio parere, un fatto assolutamente individuale e nello stesso tempo essenziale per una buona riuscita scolastica. Ma, ancora, si tratta di un processo estremamente complesso. In una seconda media è quindi fondamentale che un insegnante fornisca consigli e aiuti in merito agli studenti e poi, successivamente, affineranno e perfezioneranno secondo le proprie caratteristiche e specificità un personale metodo di studio.
Il modulo vorrebbe cioè delinearsi attraverso una vera e propria “contrattazione” con gli alunni, che saranno in questo modo responsabilizzati rispetto al compito e motivati verso un raggiungimento degli obiettivi. In generale non si potrà prescindere dal possesso dei seguenti prerequisiti:
conoscere la struttura de Il giornalino di Gian Burrasca
conoscere il contesto in cui si situano gli eventi del Giornalino
conoscere lo sceneggiato e il contesto nel quale venne messo in onda
saper procedere almeno a una riflessione sul testo in immagini rilevandone gli elementi fondamentali
5. ARTICOLAZIONE DEL MODULO
5.1 Prima lezione. Il Giornalino di Gian Burrasca (2 ore)
Presentazione dell’autore, struttura del Giornalino, presentazione dei personaggi. Credo sia importanti non limitarsi a leggere il testo, ma cercare di contestualizzarlo nell’epoca in cui visse Vamba, e nell’epoca in cui andò in onda lo sceneggiato televisivo della Wertmuller. I ragazzi dovranno riflettere sulla caratterizzazione dei personaggi, eventualmente indirizzati attraverso domande:
chi è la voce narrante?
Sono presenti descrizioni che riguardano la fisicità dei personaggi?
Abbiamo indicazioni da cui dedurre il loro carattere?
Spiegherò l’origine del soprannome Gian Burrasca, così come è spiegata, è Giannino che parla in prima persona al suo giornalino, i disegni completano la funzione. Spiegherò ai ragazzi che un esercizio analogo può essere svolto facendo il diario.
Spiegherò che Vamba voleva condannare la società del tempo e gli adulti.
Sulla base delle osservazioni svolte i ragazzi tracceranno uno schema di riferimento sul proprio quaderno per i personaggi.
Nell’ambito della prima lezione farò inoltre anche alcuni riferimenti a Pinocchio e ad altri classici della letteratura per l’infanzia. Spiegherò ai ragazzi che un classico da sempre amato dai bambini (anch’io quando andavo alle scuole medie l’avevo letto con amore e passione).
Fin dalla prima lezione spiegherò ai ragazzi come la struttura portante del racconto rimanga sostanzialmente uguale negli sceneggiati e nel musical, pur attualizzata. Maggior spazio alla musica, ma Giannino è sempre un monello.
Contesto: aula
Strumenti: qualsiasi edizione de Il Giornalino di Gian Burrasca
Tempo: 2 ore
Metodo: lezione frontale e lettura con gli allievi
5.2 Seconda lezione: presentazione del Gian Burrasca in tv (versione di Lina Wertmuller) 2 ore
Inizierei a spiegare ai giovanissimi allievi “teledipendenti” che Il Giornalino di Gianburrasca venne trasmesso di sabato perché i bambini potessero dormire il giorno dopo. A quei tempi si andava “a letto dopo Carosello”, la televisione era limitata a due soli canali in bianco e nero, e dalle 17 alle 18,30, per poi interrompere le trasmissioni che venivano riprese alle 20 e terminate a mezzanotte. Oggi i giovani invece possono vedere la tv 24 ore su 24, e passano molte ore della giornata davanti al video.
Il Giornalino non fu un programma solo per bambini, la sua collocazione oraria (fuori dal canonico orario della tv dei ragazzi) la sua collocazione oraria dimostrava, invece, la volontà di rivolgersi anche a un pubblico adulto (per questo fu trasmesso in prima serata).
Il Giornalino della Wertmuller diventa una sorta di rivista musicale che accompagna per otto settimane i sabati sera degli italiani.
E la sua struttura era più solida, più impegnativa di quanto non fossero gli sceneggiati della tv dei ragazzi. Forse con I basilischi nel cinema, il Giornalino è l’opera migliore della Wertmuller. Il libro di Vamba viene immerso per essere riusato in un bagno di verità del tempo e gli episodi dell’esuberanza giovanile di Giannino Stoppani sembrano alludere, neanche troppo implicitamente, all’ansia di liberazione che i giovani mostravano, nel crocevia della metà degli anni ’60, basti pensare ai liceali del Parini e al loro giornalino La Zanzara.
La disciplina vessatoria del collegio Pierpaolo Pierpaoli, i trucchi del potere coercitivo, la loro bruttezza e volgarità, la cupezza dell’istituzione totale, raccontava di quella “claustrofobia” giovanile che Vamba aveva descritto ma che la Wertmuller rende, con le immagini, più fisica, più odiosa. Il collegio è scuro e Bice Valori (la Direttrice) cammina sulle ginocchia con le narici deformate e un succedersi di orripilanti irruzioni epidermiche. Dal collegio si deve fuggire, e fuori dal collegio c’è la libertà. Da pochi mesi è stato costituito il primo governo di centro-sinistra con la partecipazione dei socialisti al governo (Pietro Nenni è vice-presidente del consiglio e ministro degli esteri), e il Giornalino della Wertmuller è televisivamente tirato a sinistra e messo in sintonia con il disagio giovanile di quegli anni. Ha scritto Walter Veltroni: “negli anni del Piano Solo si può sentire un amico di Giannino Stoppani dire: questa volta le elezioni le vincono davvero i socialisti. Sono, è vero, i socialisti di prima della prima guerra mondiale, ma che il programma nazionale ne annunci la vittoria è segno di apertura ben maggiore di quella dimostrata nel 1974, dieci anni dopo, dai funzionari Dc che tagliarono, nella replica di Davide Copperfield, la frase: “se vuoi ti concedo il divorzio”.
E’ vero poi che dei socialisti Vamba e la Wertmuller, rappresentavano attraverso l’avvocato Maralli (Arnoldo Foà) un ritratto poco edificante, avvocati socialisti pasticcioni massimilisti (no Turati riformista), Giannino non capisce, ad esempio, perché l’avvocato, candidato alle elezioni dica di non essere mai andato in Chiesa se li si è sposato con sua sorella, perché mai racconti di avere rinunciato all’eredità di uno zio per darla ai poveri, quando lui ha visto quanto avesse maledetto il defunto. Giannino non conosce il rapporto inquinato fra verità e politica e il suo amico del cuore, Gigi Balestra, gli descrive con grande capacità anticipatrice: quel gioco di bugie l’avvocato lo faceva calcolando la pubblicità sull’elettorato. Espressione questa non di Vamba, ma della Wertmuller, che anticipa di molti anni la politica-spettacolo. Il Giornalino è strutturato come un’opera cinematografica, per qualità e prestigio degli attori, sono molto usati i “carrelli” e un’illuminazione intensa, espressiva. Ma ciò che più è rimasto nel tempo è la straordinaria di musica di quel genio che fu Nino Rota. Rota si trova fra le mani uno strumento che, anche per l’attenta presenza di Rita Pavone, assomiglia a quello di una commedia musicale. La colonna sonora che produce è, insieme, popolare e raffinata, popolare come Viva la pappa col pomodoro, che diventa così una hit parade, sarà in classifica per 15 settimane. Raffinata come la musica struggente dei titoli del programma che viene eseguita per la Cetra da Anton Karas che aveva legato il suo nome alle celeberrime, inquietanti, note del film Il terzo uomo. Quando Giannino sta per consegnare il suo giornalino all’autorità giudiziaria, nell’ultima puntata, sfoglia per l’ultima volta il diario e i ricordi, in un flash-back vengono racchiusi nelle canzoni di Rota. Così la Pavone canta canzoni stupende: Ma questo Salgari che passione o Tu sei la mamma, la mia mamma, o Nella fontana di piazza Navona, o Mi chiamo Gian Burrasca. Una colonna sonora di assoluta bellezza, ma anche di grande semplicità. Un po’ come era il programma, che non per caso è stato più volte replicato. C’è un tenerissimo Sergio Tofano, che ai bambini aveva regalato il signor Bonaventura, e c’è uno stuolo di magnifici caratteristi: Maranzana, Garinei, Bagnolini, e, a un certo punto, compare perfino Lino Banfi (molto amato dai giovani, e oggi identificato come Nonno Felice), ma questa è un’altra storia.
Vi è nel Giornalino della Wertmuller uno spirito surreale che ricorda Vitrac di Victor o i bambini al potere e, al contempo, qualcosa che anticipa il ’68, e La Zanzara del Parini. La verve toscana del libro viene evaporata nella versione televisiva.
Terza lezione. 3 ore (lettura testo di Vamba e visione della prima puntata dello sceneggiato della Wertmuller)
Lettura di delle prime pagine de Il Giornalino di Gianburrasca, corrispondenti al primo episodio dello sceneggiato per la regia di Lina Wertmuller (Giannino comincia a fare guai). La lettura sarà dapprima affidata alla voce dell’insegnante, successivamente, a turno, leggeranno gli allievi. Cedo che l’ascolto della parola narrante sia una tappa imprenscindibile per costruire l’amore per la lettura. Gli studenti saranno impegnati ad immaginare quanto vedranno poi in video, lavoreranno con la propria fantasia.
Dopo aver letto le prime sette pagine de Il giornalino di Gian Burrasca, si procederà alla visione del primo episodio dello sceneggiato televisivo per la regia di Lina Wertmller.
I ragazzi dovranno ritrovare in video quanto hanno letto, e approfondire, grazie all’audiovisivo la conoscenza dell’opera di Vamba.
Si procederà con la stessa modalità della lezione dedicata all’analisi del testo, ma questa volta si rifletterà sulla struttura narrativa dello sceneggiato televisivo. La visione avverrà senza alcuna interruzione da parte dell’insegnante, ogni riflessione e spiegazione verrà rimandata al termine della visione, anche per stimolare la curiosità degli studenti e per fare in modo che siano gli studenti stessi a dare vita a una lezione interagita.
Al termine della proiezione chiederò agli studenti se già conoscevano Il giornalino sia nella versione scritta che in quella televisiva, se ne avevano già sentito parlare, e in quale circostanza l’hanno incontrato per la prima volta.
Saranno infine scambiate idee, impressioni, sensazioni, facendo un confronto fra il testo scritto e quanto visto nelle sceneggiato. Lascerò che siano gli allievi a seguire liberamente il flusso delle loro considerazioni.
La versione narrativa e quella video saranno confrontate mettendo in evidenza analogie o diversità o cercando di chiarirne il significato. Non si fornirà una scheda già confezionata, ma si inciteranno gli studenti a lavorare autonomamente. L’insegnante cercherà di problematizzare la riflessione mediante domande e solleciterà i ragazzi a discutere in merito alle osservazioni svolte.
Vorrei inoltre che i ragazzi lavorassero sulla caratterizzazione dei personaggi de Il giornalino. Gli allievi dovranno dimostrare di avere colto l’aspetto fondamentale del personaggio, ad esempio l’avvocato Maralli, prototipo dell’avvocato socialista di inizio secolo, pasticcione e massimalista.
In generale vorrei che i ragazzi arrivassero a un confronto fra testo scritto e visivo analogo al seguente:
TESTO SCRITTO
VERSIONE TELEVISIVA
Illustrazioni
Illustrazioni riportate in video
Molte canzoni omesse nel testo scritto
Cambi di parole
Anni ’60 per la Pavone
Ad esempio, la parola “minchiona”,
contenuta nel testo di Vamba, venne censurata
dalla Rai democristiana
Contesto: aula video
Strumenti: videoregistratore, lettore dvd, videocassetta, dvd
Tempo: 2 ore
5.4 Gian Burrasca in tv (versione Rita Pavone 2002), 3 ore (1 di spiegazione, 2 di visione della fiction)
Visione integrale. Presentazione e visione dell’intera fiction. Fare un confronto fra le scene viste nella versione della Wertmuller che si ritrovano anche in questa versione moderna.
Quindi si effettuerà una visione integrale della fiction di Pagnussat facendo notare agli allievi che rispetto al testo scritto (e allo sceneggiato in 8 puntate della Wertmuller) la fiction di Mediaset sono tagliati (per ragioni di tempo) molti episodi. Ciò al fine di stimolare a casa la lettura degli episodi non rappresentati.
5.5 Gian Burrasca in teatro.
Preparazione degli allievi alla visione del musical teatrale Gianburrasca musical per un monello, libero adattamento teatrale del romanzo di Luigi Bertelli, detto Vamba. I ragazzi saranno poi portati a teatro ad assistere alla rappresentazione. Si spiegherà (in un’ora) agli allievi come lo spettacolo unisce grande divertimento e qualità artistica. Lo spettacolo ha recuperato la musica e le canzoni che compongono la colonna sonora dello sceneggiato di Lina Wertmuller. Ho portato quest’anno i miei allievi, anche se sono delle superiori, ad assistere a tale musical che hanno gradito.
Più di quarant’anni dalla prima rappresentazione televisiva e non sentirli. Che cos’ha questo Gian Burrasca e la gioventù del 2000? “Ce lo siamo chiesti spesso anche noi quando abbiamo pensato a questo personaggio. Non era facile pensare a un adattamento moderno per un ragazzo come lui, qualcuno ha addirittura parlato di un non global, ma penso non sia esatto. Gian Burrasca è soltanto uno che non si piega agli schemi della vita quotidiana, cerca sempre di uscirne con la sua spontaneità, vive sempre così com’è. E forse proprio in questo sta la sua vera modernità”.
Come nasce Marco Morandi attore di teatro e protagonista di musical?
“Nasce proprio come Gian Burrasca. Io non avevo mai vissuto l’esperienza del palcoscenico, ma in un anno di spettacoli ho davvero imparato tantissimo. Avevo fatto tanti concerti con la mia musica, ma questo mondo del teatro è davvero particolare e mi ha affascinato da subito. Nello stesso tempo mi sono trovato immediatamente a mio agio, forse perché ho a che fare comunque con la musica, sicuramente anche per la compagnia giusta che ho trovato. Fatto sta che posso dire di avere rischiato e mi è andata bene”.
41 anni dopo la celebre trasposizione televisiva di Lina Wertmuller, e due anni dopo il remake televisivo per la regia di Maurizio Pagnussat da un’idea di Rita Pavone, Il Giornalino di Gian Burrasca approda in teatro in versione musical per iniziativa dell’Artistica e di Marco Daverio che portano sul palcoscenico il celebre ragazzo e a suo modo rivoluzionario che già la stessa Pavone aveva magistralmente interpretato nel 1964. Tocca a Marco Morandi, trentuenne figlio d’arte di grandi capacità canore e immediata efficacia interpretativa a coglierne la pesante eredità. Il figlio di Morandi decide di debuttare con un musical in teatro e stranamente sceglie il ruolo reso leggendario dalla star che negli anni ’60 era la concorrente più agguerrita, diciamo pure “la nemica” di suo padre: Rita Pavone..
“Morandino” riesce nel modo giusto a dosare simpatia e bravura, partecipazione e grande senso della comunicazione. Lo spettacolo prodotto da Lorenzo Vitali ha l’indubbio pregio di recuperare musica e canzoni del grande maestro Nino Rota, appartenente all’indeminticabile serie televisiva firmata dalla Wertmuller. Non manca naturalmente la celeberrima Viva la pappa col pomodoro, simbolo ormai di un modo scanzonato e un po’ burlone di affrontare la vita e di prendersi gioco di stupide tradizioni e costumi di ogni epoca. Ma naturalmente il proposito di questo lavoro va ben oltre, spingendosi fino alle soglie del grande musical americano per efficacia coreografica e partecipazione canora dei protagonisti.
Un cast giovane e simpatico, dovuto al gruppo di ballerini e acrobati di prim’ordine, trasforma sul palcoscenico ogni ambiente in un pezzo di Brodway, con balletti che coinvolgono il collegio, la scuola, il salotto, nei quali quel ragazzo mingherlino un po’ burlone riesce sempre a mettere alla berlina i propri interlocutori. Per il giovane Morandi una bella e convincente una bella e convincente prova di maturità, per il teatro italiano un nuovo e importante passo sulla strada del musical di qualità. Era dai tempi di Garinei e Giovannini che non si vedevano tali musical. Seguendo le orme del padre Gianni, che alla stessa età ci provò con il musical Jacopone da Todi, anche Marco Morandi, con un tempismo teatrale divertito e divertente si afferma come attore-cantante. Al centro dello spettacolo ci sono le suadenti, bellissime musiche di Nino Rota, ora allegre ora malinconiche, campionario di note che trasmettono emozioni (ci sono anche motivi felliniani): il secondo joll è proprio in Morandi jr, il terzo nelle parti coreografico-musicali affidate agli estri non comuni di Stefano Bontempi, temperamento che orchestra con originalità i balletti in situazioni anomale, nel collegio, nella scuola, nel salotto. Ridotto nella troppo lunga parte in prosa rispetto al debutto, lo show acquista ritmo e simpatia oltre i limiti della storiella per ragazzi immortalata dal libro cult dalla copertina verde. Gian Burrasca oggi è come l’infanzia di un capo, un giovane disobbediente, quasi un no global, uno che rifiuta il fasullo delle convenzioni. Se Morandino (l’appellativo gli spetta ora anche per il suo look, porta infatti alla grande da trentenne i cartoni da dodicenne)
E’ un musical diverso e originale, in equilibrio fra opera buffa e comica finale, dove, anche per merito di Rota, vengono evocati Federico Fellini e Renè Clair, grazie anche al surreale impianto visivo. Non è un incartapecorita fotografia, ma tra revival e aggiornamento, nostalgia dell’operetta stile Brodway, si è dato il via al musical all’italiana.
Lo spettacolo dura circa 3 ore.
6. FINALITA’
In primo luogo tale metodologia ha l’ambizione di divertire e di interessare agli studenti così che, rientrati a casa dopo la scuola, abbiano voglia ancora di parlare ai genitori del lavoro svolto insieme.
Agli allievi sarà affidato il compito di scrivere un proprio diario.
Fra le finalità del progetto:
migliorare e stimolare le capacità inventive: un esercizio di scrittura creativa
affinare le capacità riflessive e critiche attraverso l’analisi testuale e dei personaggi
stimolare la curiosità propondendo una lezione alternativa
Trattandosi poi di un’attività che si propone di essere non solo teorica ma anche produttiva, sarà fondamentale che gli studenti sappiano rendere operative le conoscenze acquisite:
sapere quali elementi analizzare per operare un confronto fra sceneggiato e testo scritto (trama, personaggi)
Il lavoro di collaborazione con colleghi di altre discipline spera di poter rappresentare un modello di complessità per i ragazzi, e che, sappiano:
predisporre situazioni in cui lo studente possa interagire con materiali diversi, sentendosi libero di usarli a piacimento, esprimendosi secondo le proprie possibilità
imparare a mettere in contatto fra loro campi diversi del sapere: riconoscere quali legami si instaurano fra musica e parole, fra testo scritto e musica (lavoro di concerto con il collega di Educazione Musicale
comprendere gli obiettivi comuni e l’apporto specifico di ogni competenza in un lavoro d’equipe: un lungometraggio non è realizzato da un’unica persona ma da svariati specialisti
grazie alla trasversalità del tema, il modulo solleciterà la convergenza di competeneze e conoscenze, e, grazie ai laboratori e ai lavori di gruppo, verranno promosse e sviluppate anche abilità relazionali e affettive che rappresentano un aspetto assolutamente primario in una scuola media.
Articolare:
sapere ascoltare gli altri e comprendere i punti di vista
saper collaborare con gli altri per un obiettivo comune
sviluppare un senso di responsabilità verso gli altri e il lavoro svolto insieme
imparare ad integrare abilità differenti
incentivare le scelte personali e dell’organizzazione del lavoro
7. OBIETTIVI
Competenze
Saper gestire in modo competente risorse diverse (computer, dvd, internet)
Saper comprendere e operare con linguaggi diversi (arte, musica e narrativa)
Saper costruire un rapporto fra passato remoto (testo di Vamba), passato prossimo (sceneggiato della Wertmuller), e presente (sceneggiato di Rita Pavone e musical di Marco Morandi)
Utilizzare le diverse tecniche di lettura in relazione ai diversi scopi per cui si legge: per capire il testo, per fare un confronto fra linguaggi
Produrre testi scritti di diverso tipo, rispondenti alle diverse funzioni (un racconto, una sceneggiatura, un tema contenente riflessioni personali)
Individuare il legame fra parte musicale e parte parlate nello sceneggiato della Wertmuller e in quello di Maurizio Pagnussat nata da un’idea di Rita Pavone
Conoscenze
Conoscere la storia di Gian Burrasca dalla fonte letteraria
Sapere cos’è uno sceneggiato
Conoscere la storia di Gian Burrasca in tv, al cinema e in teatro
Sapere come si costruisce uno sceneggiato, un film e un musical
Sapere quali relazioni sussistono fra il testo di Vamba, i due sceneggiati e il musical di Marco Morandi
Conoscere la terminologia scientifica (story board, multiplane e camera)
Capacità
Sapere utilizzare e far riferimento ai testi e ai documenti a disposizione per argomentare un’opinione
Saper “storicizzare” il testo scritto di Vamba e la fiction della Wertmuller, collegandoli al rispettivo contesto storico
8. VERIFICHE
Gli allievi dovranno scrivere un paio di pagine sotto forma di diario, stile Giannino, nelle quali raccontano una loro giornata, con tanto di birichinerie.
Test a risposta aperta inerente la comprensione della fiction, del testo, dello sceneggiato o del musical.
9. PERCORSI DI RICERCA E APPROFONDOMENTI DISCIPLINARI
Il percorso si presta ad innumerevoli approfondimento e di riflessioni interdisciplinari, come avrò modo di analizzare in seguito, in particolar modo con l’Educazione Artistica, e con l’Educazione Musicale.
I saperi contemporanei si stanno sempre più separando, frammentando, specializzando. Da qui l’affacciarsi nei vari campi della ricerca e quindi anche nella trasmissione dei saperi, di un bisogno di integrazione, di raccordo, di confronto reciproco, di intersezione. Un bisogno di generalità e di trasversalità insieme, che colga le connessioni fra linguaggi e contenuti, le possibilità di collaborazione su temi comuni, il loro convergere ormai sospetti strutturali che li accomunano.
La scuola non può trascinare queste trasformazioni e deve, anzi, costituirsi in modello e mettere in pratica collaborazioni mutlidisciplinari e interdisciplinari che avvicinino gli studenti al senso della complessità.
Proprio la ricchezza degli stimoli rappresenta il punto di forza del progetto completo che ha, come scopo primario, la maturazione di una capacità di decodificazione, decostruzione dell’immaginario.
10. PERCORSI DI RICERCA E APPORFONDIMENTO INTERDISCIPLINARI
10.1. La musica ne Il Giornalino di Gian Burrasca
Approfondimenti specifici e dettagliati sull’argomento verranno coordinati con il collega di Educazione Musicale, e lasciati alla sua completa supervisione. Nelle due versioni televisive de Il Giornalino di Gian Burrasca, soprattutto nel musical, la musica rappresenta una fattore di coesione e di realismo importantissmo: nel musical non si interrompe quasi mai, ma anche nelle due versioni televisive molto spazio è dedicata ad essa. La musica contribuisce in modo evidente all’espressività della scena, accentua il carattere dei personaggi e favorisce un maggior coinvolgimento dello spettatore nella vicenda. Tutti i personaggi hanno una loro “canzone”: canta Virginia: “dell’avvocato Maralli io sono innamorata”, cantano anche Collalto e Ada, lo stesso Gian Burrasca “tu sei la mamma”, “Ecco il 1909“, Mi chiaman Gian Burrasca, Gian Burrasca”, e la mitica e celeberrima Viva la pappa col pomodoro.
Le lezioni svolte in classe avranno messo opportunamente in rilievo il ruolo della musica nella fiction, non si potrà trascurare quindi un approfondimento su Nino Rota.
Gli allievi meritevoli potranno partecipare al concorso La festa di Gian Burrasca, che ogni anno Rita Pavone organizza, un divertimento pedagogico-culturale per i giovanissimi verso le arti dello spettacolo, condotti per mano da Teddy Reno e Rita Pavone, subordinato ad un buon profitto scolastico.
10.2 La scenografia
La scenografia è punto di vista fondamentale nello sceneggiato della Wertmuller e nella fiction di Pagnussat, si lascerà l’approfondimento di questo aspetto al collega di Educazione Artistica, che metterà gli allievi in grado di discernere e distinguere le scene (ambienti interni, materiali della scenografia ecc…
11. INCONTRO CON L’ATTORE.Enrico Beruschi.
Enrico Beruschi dal 1992 è assente dalla tv per dedicarsi quasi completamente al teatro, con lui realizzo diversi incontri nelle scuole ove ho insegnato.
Nel 2001 Beruschi è riapparso sul piccolo schermo in Piccolo Mondo Antico per la regia di Cinzia Th. Torrini, nel 2002 è stata la volta de Il Giornalino di Gian Burrasca (nel ruolo dell’avvocato Maralli).
Beruschi parlerà con gli studenti e risponderà alle loro domande inerenti Il Giornalino di Gian Burrasca, il personaggio da lui interpretato e il suo lavoro d’attore.
12. BIBLIOGRAFIA e ALLEGATI
BIBLIOGRAFIA
12.1. Bibliografia su Vamba e Gian Burrasca
Diverse sono le edizioni uscite in volume de Il giornalino di Giamburrasca.
Il giornalino di Gian Burrasca, Bemporard-Marzocco di Firenze, vari ristampe (è l’edizione classica del giornalino). Edizione con la mitica copertina verde, che rimane nei miei ricordi d’infanzia.
Durante i miei anni scolastici (come studente e poi come docente) ho poi avuto occasione di esaminare altre edizioni, una volta scomparso Vamba, e passati i 75 anni necessari alla morte dell’autore per l’interruzione del pagamento dei diritti, le edizioni de Il Giornalino si sono moltiplicate.
Fra le successive edizioni ricordo:
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Salani Editore, 1981
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, edito dalla casa editrice Mursia, collana Corticelli, 1982, collana italiana che ha il privilegio di fare conoscere ai giovani in edizione integrale e in una veste elegante e sobria, testi classici e moderni di alto valore letterario. Rispetto all’edizione Bemporad-Marzocco tale edizione ha maggiori illustrazioni a colori.
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Rizzoli, 1977
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, EuroClub, 1979
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Giunti-Marzocco, 1984
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Fabbri, 1990
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Giunti-Marzocco, 1990
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Società Editrice Internazionale, 1991
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Atlas, 1993
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Editoriale Del Drago, 1993
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Mondadori Scuola, 1993
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, edizione Cartedit, 1994. Formato tascabile, non voluminoso, economico, unico difetto è quello di essere privo di illustrazioni.
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, De Agostini, 1995
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Mursia, 1999
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Bur, 2000
L.Vamba Il giornalino di Gian Burrasca, Giunti Editore, 2003
A.Savelli Il teatrino di Gian Burrasca: cinque copioni di teatro per ragazzi, un percorso editoriale per la biblioteca del Mediterraneo, Campi Bisenzio, Comune di Firenze, 2001
12.2 Bibliografia sui rapporti fra cinema, televisione, letteratura e scuola.
G.Nuvoli Storie ricreate. Utet, Torino, 1998
M.Emanuelli Cent’anni di storia italiana attraverso il cinema. Greco & Greco Editori, Milano, 1995
M.Emanuelli 50 anni di storia italiana attraverso la televisione. Greco & Greco Editori, Milano, 2004
Marignano Manuale dell’audiovisivo. Laterza, Roma-Bari, 1995
12.3 Bibliografia sulla televisione e su Gian Burrasca in tv
W.Veltroni I programmi che hanno cambiato l’Italia. 40 anni di televisione. Feltrinelli, 1992
A.Grasso Storia della televisione italiana Garzanti, edizione aggiornata del 2006
A.Grasso – M.Scaglioni Che cos’è la televisione? Garzanti, 2003
A.Ferrari – G.Giusto Milano città della radiotelevisione 1945-1958 Franco Angeli, 2000
S.Cortellazzo – D.Tomasi Letteratura e cinema. Edizioni Laterza, 1998
V.Di Dario Pippo, Mike e Raffaella. La televisione italiana dagli esordi ai nostri giorni, Sperling & Kupfer, 1992
J.Baroni Dizionario della televisione, Raffaello Cortina, 2005
G.P.Caprettini Totem e tv. Cronache dell’immaginario televisivo. Molteni, Roma, 2001
V.Giovannelli La tribù delle tv. Mursia, 2004
F.Monteleone Storia della radio e della televisione in Italia. Marsilio, aggiornamento 2003
G.Bechelloni Televisione come cultura. Ed.Liguori, 2000
U.Eco Apocalittici e integrati. Comunicazioni di massa e teoria della comunicazione di massa. Bompiani, 1994
M.Santoro Argomenti multimediali. Il Mulino, 2001
E.Menduini Televisione e società italiana. 1975-2000, Bompiani, Milano, 2002
P.Ortoleva Mediastoria. Il Saggiatore, Milano, 2002
M.Sorice Specchio magico. Linguaggi, formati, generi, pubblici della televisione italiana. Editori Riuniti, Roma, 2002
F.Battocchio La produzione televisiva. Carocci, Milano, 2003
G.De Chio Parenti Il manuale del telespettatore, Bompiani, Milano, 2003
F.Chiarenza Il cavallo morente. Laterza, edizione aggiornata al 2003
A.Bartolomei – B.Bernabei L’emittenza privata in Italia dal 1956 ad oggi. Nuova Eri, Torino, 1983
G.Barzoletti Il palinsesto, Franco Angeli, Milano, 1987
A.Bellotto Radiotelevisione Ottanta, Vita e Pensiero, Milano, 1978
A.Bellotto La televisione inutile, Edizioni di Comunità, Milano, 1972
G.Bettetini Questioni di storia della radio e della televisione, Vita e Pensiero, Milano, 1985
A.Bettetini Scrittura di massa, Rusconi, Milano, 1981
A.Bettetini La regia televisiva, La Scuola, Brescia, 1985
A.Grasso Lo specchio sporco della televisione. Divulgazione scientifica e sport nella televisione italiana. Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, 1988
A.Grasso Televisione: la provvisoria identità italiana. Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, 1986
A.Grasso Le televisioni in Europa, Garzanti, 1995
A.Bianco La videocrazia cristiana, Guaraldi, Rimini-Firenze, 1974
M.Buonanno Il reale immaginario, Nuova Eri, Roma, 1991
A.Campanile La televisione spiegata al popolo, Bompiani, Milano, 1989
F.Casetti Un’altra volta ancora. Strategie di comunicazione e forme di sapere nel telefilm americano in Italia, Rai, Eri, Torino, 1961
W.Lumbelli Indagine su alcune regole di genere televisivo, Fondazione Angelo Rizzoli, Milano, 1979
G.Cesareo Anatomia del potere televisivo, Franco Angeli, Milano, 1970
G.Cesareo La televisione sprecata, Feltrinelli, Milano, 1975
F.Chiarenza Il cavallo morente. Vent’anni di radiotelevisione italiana. Bompiani, Milano, 1978
I.Cipriani La televisioni. Editori Riuniti, Roma, 1980
F.Colombo Radio e televisione, SugarCo, Milano, 1981
V.Colombo Antenne: nuovo potere, Vallecchi, Firenze, 1979
A.D’Alessandro Lo spettacolo televisivo, Roma, 1957
A.D’Alessandro Lo scenario televisivo, Mursia, Milano, 1958
O.De Fornari Teleromanza. Storia indiscreta dello sceneggiato, Mondadori, Milano, 1990
O.Del Buono – L.Tornabuoni Album di famiglia della tv. Mondadori, Milano, 1981
F.Doglio Televisione e spettacolo, Roma, 1961
F.Doglio Il telegramma, Il Bianco e il Nero, Roma, 1963
U.Eco Fenomenologia di Mike Bongiorno Rizzoli, 1964
U.Eco Criteri e funzioni della critica televisiva, Eri, Torino, 1973
U.Eco Diario minimo, Mondadori, Milano, 1963
U.Eco Apocalittici e integrati, Bompiani, Milano, 1964
R.Faenza Senza chiedere permesso – Come rivoluzionare l’informazione. Feltrinelli, Milano, 1973
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G,Abate –B. Brunetto Oltre la TV Torino, 1996; SEI
M.Barbiero – C. Macchitella L’Europa delle Televisioni, Bologna, Il Mulino, 1992
P.Bourdieu Sulla televisione, Feltrinelli,1997
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· Caprettini, G.P. ; “La scatola parlante” ; Roma, 1996 ; Editori Riuniti
· Caretti P.; “Diritto pubblico dell’informazione”; Bologna, 1994; Il Mulino
· Detti, E., Maragliano R. (a cura di) ; “La tv di testo” ; Roma, 1992 ; Editori Riuniti · Dinelli S.; “La macchina degli affetti”; Milano, 1999; Franco Angeli·
Euvrand J., Hennebelle G.; “Le televisioni del mondo”; Milano, 1993;
Lupetti· Grasso, A. ; “Storia della televisione” ; Bologna, 1992 ; Garzanti Editore
Grasso, A. ; “L’enciclopedia della Televisione” ; Bologna, 1996 ; Garzanti Editore Losito G. ; “Il potere dei media” ; Roma, 1994 ; La Nuova Italia Scientifica Monteleone F.; “Storia della radio e della televisione in Italia”; Venezia, 1992; Marsilio
G..Cozzolino – C.Treanni Planet serial. I telefilm che hanno fatto la storia della tv. Aracne Editrice, 2004
C.Sartori, La grande sorella Mondadori, Milano, 1989
· Solarino, C.; “Per fare televisione”; Milano, 1995; Lupetti & Co.
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· Siano A.; “L’industria della fiction audiovisiva, evoluzione e concorrenza”; Padova, 1993; Cedam
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A.Levi Televisione all’italiana, Etas Kompass, Milano, 1969
C.Macchitella Il gigante nano, Nuova Eri, Torino, 1985
C.Mannucci Lo spettatore senza libertà, Laterza, 1961
P.Martini Tv, Sorrisi e milioni. Gei, Milano, 1985
A.Mattelart Multinazionali e comunicazioni di massa, Editori Riuniti, 1977
R.May Civiltà dell’immagini. Edizioni 5 Lune, Roma, 1957
M.McLuhan Gli strumenti del comunicare, Garzanti, 1986
F.Monteleone Storia della Rai dagli alleati alla Dc, Laterza, Bari, 1980
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P.Ottone La guerra della rosa. Longanesi, 1990
S.Pettinati Tivù. Cronaca della televisione. Sei, Torino, 1988
A.Pilati Il nuovo sistema dei media, Edizioni di Comunità, Milano, 1987
M.Pini Memorie di un lottizzatore. Feltrinelli, Milano, 1978
S.Zavoli Socialista di Dio (1981), Romanza (1987), Di questo passo (1993), L’Itaglia (1995), Credere non credere (1996), La trasparenza del mattino (1996), Rimetti a noi i nostri dubbi (1996), Ma quale giustizia (1997), La lunga vita (1998), Diario di un cronista. Lungo viaggio nella memoria (2002).
S.Pinto Il modello televisivo. Feltrinelli, 1980
S.Pinto Intellettuali e tv negli anni ’50, Savelli, Roma, 1977
S.Zecchi L’uomo che guarda (la tv). Mondadori, 2005
G.Barzoletti – V.Zagarrio Rai, la televisione presenta, Marsilio, Venezia, 1987
S.Pugliese Raccolta di drammi e commedie scritte per la televisione. Eri, Torino, 1956
C.Richeri Il video degli anni Ottanta, De Donato, Bari, 1981
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N.Rizza Costruire palinsesti. Modalità logiche e stili della programmazione televisiva fra pubblico e privato. Nuova Eri, Roma, 1989
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G.Ruggeri – M.Guarino Berlusconi, Editori Riuniti, Roma, 1986
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A.Sili Ad est di Dallas, Nuova Eri, Roma, 1988
G.Vacca Il video degli anni ’80, De Donato, 1991
W.Veltroni Io e Berlusconi (e la Rai), Editori Riuniti, Roma, 1990
Gian Franco Venè Vola colomba, Mondadori, Milano, 1990
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M.Boneschi Gli anni ’60. Mondadori, 1996
M.Wolf Gli apparati delle comunicazioni di massa, Guaraldi, 1977
R.Zaccaria Rai, la televisione che cambia, Sei, Torino, 1984
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J.M.Bigkham Come scrivere un racconto. Dino Audino Editore, 1999
Aldo Grasso Enciclopedia della televisione, Garzanti, edizione aggiornata al 2006
E.Menduni La televisione. Il Mulino, 2001
G.Bettetini – P.Braga – A.Fumagalli Le logiche della televisione, Franco Angeli, 2000
M.Emanuelli 50 anni di storia italiana attraverso la televisione. Milano, Greco & Greco, 2004
12.4 Bibliografia su Rita Pavone
R.Pavone Nel mio piccolo. Sperling & Kupfer, Rai, Eri, 1997
12.5 Siti internet:
http://www.storiaradiotv.it, in particolare il link TV E SCUOLA
http://www.ritapavone.communication.
http://www.ritapavone.it
http://www.ritapavonefansclub.com
12.6 Videografia.
Il giornalino di Gian Burrasca, otto episodi musicali liberamente tratti dall’omonimo lavoro di Vamba, edito da Bemporard-Marzocco di Firenze. Rete: Rai, Programma Nazionale, fascia oraria prima serata (dalle 21,05 alle 22 circa), otto episodi trasmessi il sabato dal 19 dicembre 1964 al 6 febbraio 1965 in bianco e nero.
Gian Burrasca da un’idea di Rita Pavone, liberamente tratto da Il giornalino di Gian Burrasca di Vamba, Canale 5, 2002
12.7 Schede dei film e degli spettacoli teatrali.
Giamburrasca film per la regia di Sergio Tofano (1943)
Il giornalino di Gian Burrasca, Rete: Rai, Programma Nazionale, fascia oraria prima serata (dalle 21,05 alle 22 circa), otto episodi trasmessi il sabato dal 19 dicembre 1964 al 6 febbraio 1965 in bianco e nero. Testi e dialoghi: Lina Wertmuller, musiche: Nino Rota, arrangiamenti e direzione d’orchestra: Louis Bacalov, scene: Tommaso Passalacqua, arredamento e costumi: Piero Tosi.
Regia: Lina Wertmuller
Interpreti: Rita Pavone (Giannino Stoppani detto Gian Burrasca), Ivo Garrani (il padre), Valeria Valeri (la madre), Milena Vukotic (Virginia), Pierpaola Bucchi (Luisa), Alida Cappellini (Ada), Elsa Merlini (Zia Bettina), Mario Maranzana (il signor Capitani), Laura Torchio (la cameriera Caterini), Enzo Guardini (il signor Luigi), Enrico Luzzi (Pierino Masi), Arnoldo Foà (l’avvocato Maralli), Paolo Ferrari (il dottor Collalto), Odardo Spadaro (il signor Venanzio), Francesco Aluigi (Carlo Nelli), Marisa Omodei (la signora Olga), Silvio Bagolini (il notaio), Andrea Chenier (Gigi Balestra), Sergio Tofano (il direttore del collegio, signor Stanislao), Bice Valori (la direttrice del collegio), Checco Durante (il cuoco), Gennarino Palumbo (il sottocuoco), Roberto Chevallier (Gino Balestra), Edoardo Nevola (Tito Barozzo), Carlo Croccolo (Gosto), Alberto Bonucci (Ambrogio) e con: Stelvio Cipriani, Lino Banfi.
I episodio: Giannino comincia a fare guai
II episodio: La girandola sul frac
III episodio: Il piumino nell’occhio
IV episodio: I razzi nel caminetto
V episodio: Giannino in casa Collalto
VI episodio: Giannino in casa Maralli
VII episodio: Giannino in collegio
VIII episodio: Addio giornalino!
Le birichinate di Giannino non sono semplici intemperanze infantili, ma smascherano le ipocrisie e i falsi moralismi di una società formalista e bacchettona. Gian Burrasca mette a nudo la malignità che le tre sorelle (Virginia, Luisa e Ada) riservano ai loro corteggiatore; sbugiarda le fandonie elettorali dell’avvocato Maralli e rende pubblici gli imbrogli del collegio Pierpaolo Pierpaoli diretto da un’odiosa direttrice, cui viene diminuita la statura facendola recitare in ginocchio, che propina sciacquatura di piatti anziché buona minestra ai piccoli ospiti. Attraverso Gianburrasca Vamba accusa il conformismo e il perbenismo dell’educazione borghese dei primi del Novcento: a sua volta la Wertmuller sottolinea gli aspetti più eversvi del personaggio. Notevole la cura formale con la quale la regista confeziona lo sceneggiato, ricorrendo di frequente ai carrelli e a un’lluminazione espressiva; al successo del teleromanzo contribuisce il cast prestigioso che annovera attori noti di teatro e televisione.
Ascolto medio: 13.600.000 (rilevato solamente nelle ultime due puntate)
Indice di gradimento: 64
Il Giornalino di Giaburrasca fu replicato dodici mesi dopo, alle 19 sul secondo programma (25 dicembre 1965) in occasione delle festività natalizie.
Gian Burrasca film per la regia di Pier Francesco Pingitore interpretato dal comico romano Alvaro Vitali (1982) sul canovaccio del romanzo di Wamba.
Gian Burrasca da un’idea di Rita Pavone, liberamente tratto da Il giornalino di Gian Burrasca di Vamba, Canale 5, 2002.
Scritto da Guido Clericetti, Adriano Carnevale, Giuseppe Zappa
Scene: Patrizia Ambrosini
Costumi: Rossella Bentivoglio
Arredamento: Agostino Rumi, Mariangela Romagnoni
Direttore della fotografia: Franco Fratus
Direttore di produzione: Gabriele Tagliabue
Produttore esecutivo: Fabrizio Dacoli
Regia di Maurizio Pagnussat
Interpreti: Rita Pavone (narratore), Giannino Stoppani (Duccio Ceccchi), Gerry Scotti (papà Stoppani), Katia Ricciarelli (mamma Stoppani), il signor Collalto (Roberto Ciufoli), Enrico Beruschi (l’avvocato Maralli), Ada (Alessia Mancini), Virginia (Antonella Elia), Luisa (Ambra Angiolini), Umberto Smaila (il signor Capitani), Zia Bettina (Wilma De Angelis), sora Matilde (Nadia Rinaldi), Ambrogio (Mirko Setaro), Zio Venanzio (Davide Mengacci), Gertrude (Rita Pavone), Stanislao (Sergio Dovì), il cuoco (Sergio Vastano).
La minicompagnia Gian Burrasca: Giacomo Arcelli, Dario Baso, Carla Bavaro, Emanuele Pilotta, Monica Tagliani, Viola Carinci, Camilla Colella, Elisabetta D’Alessio, Josephine De Sario, Rebecca Donzelli, Veronica Grasso, Andrea Lococo, Francesco Lubisco, Stefania Mancini, Roberta Masi, Andrea Nicosia, Fiorella Noris, Luigi Paolillo, Laura Ragni, Martina Ragni, Sara Renda, Lorenza Vicidomini.
Delegato di produzione: Marina Luisetti
Aiuto regia: Marina Signorelli
Assistente di produzione: Lucia Di Tria, Monica Gerardi, Tania Villa
Assistente coreografia: Claudia Rossi
Produzione musicale, ricerca e preparazione minicompagnia Gian Burrasca Villa Ricordi Associazione Culturale Ariccia, Roma
Progetto grafico: Enrico Verdoni
Ufficio stampa: Gaia Trotta
Consulenti musicali: Paolo Re, Umberto Losa, per La Cosa Coop
Assistente scenografo: Elena Crespi
Assistenti costumi: Cinzia De Vincenzi, Silvia Forte
Responsabile tecnico: Roberto Busi
Assistente di studio: Enrico Di Roma
Tecnico video: Fabrizio Campesan
Tecnici audio: Massimo Colpani, Valentino Sanvito
Mixer video: Cristiano Brienza
Operatori di ripresa: Gabriele Dotti, Stefano Guerrini, Marco La Delfa
Operatore steady cam: Ferdinando Luagelli
Operatore rvm: Giuseppe Sottili
Post-produzione: Paolo Casamassima, Rossella Gozzo, Luca Sconfietti, Audio Mirage srl
Capo elettricista: Umberto Salvò
Elettricisti: Doriano Alberini, Mario Rigoni, Pieto Rigoni
Capo macchinista: Vincenzo Paolella
Macchinisti: Max Giustinelli, Giuseppe Miano
Suggeritori: Graziano Gervasoni, Aldo Mosci
Trucco: Elisabetta Bossi, Lucia Braghini, Carmen Bruno, Francesca Piron, Anna Di Domenico, Rosanna Forte, Nicoletta Liantonio, Romana Marchesani, Cristina Rimoldi
Acconciature: Equipes Paracia
Sarte: Maria Grazia Bergamaschini, Mariangela Brambilla, Rosa Bruno, Gianna Fratus, Antonella Monella, Sandro Montini, Loredana Sangalli, Lucia Vigolo
Regia telepromozione: Gianfranco Giuliani
Programma realizzato da: Videotime s.p.a. Cologno Monzese
La prima novità visibile immediatamente ai giovani allievi è quella del colore, Viene inoltre inserita una telepromozione realizzata da uno degli attori protagonisti (Gerry Scotti nel ruolo del padre e testimonial del Riso Scotti), sono cambiati i tempi rispetto allo sceneggiato della Wertmuller.
La fiction si apre con il veglione di Capodanno del 1909 (fin dalla sigla), Gerry Scotti e tutti i personaggi cantano subito una canzone, canta anche Katia Ricciarelli (cantante lirica), i personaggi fanno un balletto. Brindisi al 1909, canzone Ecco il 1909, arriva la Pavone con in mano un volume del Giornalino di Gian Burrasca dalla mitica copertina verde, “c’è un fonografo che a mano va, e ci sta la ferrovia, c’è perfino l’elettricità, che bellezza, che bellezza…” La Pavone parlando presenta la famiglia Stoppani: “eh si siamo nel 1909, un anno che porterà tante tante novità in tutto il mondo e anche qui a Firenze, in casa della famiglia Stoppani che adesso voglio presentarvi”, in sottofondo Viva la pappa col pomodoro. Vengono presentati anche i pretendenti delle sorelle. La famiglia Stoppani è una delle tante famiglie borghesi dell’epoca però con una particolarità in più che la rende quasi unica, è la famiglia di Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca per le sue continue birbonerie, in realtà Giannino è un ragazzino simpatico, carino, sincero, generoso. Come dite? Come faccio a saperlo? Perché la sua storia mi è molto famigliare. Vedete questo è il suo giornalino dove lui scrive tutto quello che gli accade durante il giorno, credetemi ne ha qualche cosa da raccontare. Adesso Giannino non c’è probabilmente sarà in castigo, probabilmente ne avrà combinata un’altra della sue”. Il bimbo racconta di avere comparto due razzi e di avere acceso la girandolina dietro il frac del padre. Rita Pavone “Gian Gian Burrasca, mi chiaman Gian Burrasca”, il bambino dice “Gian Burrasca lei” indicando la Pavone che fa la voce narrante. Pavone come voce narrante racconta dell’episodio del giornalino letto dal signor Capitani, Gerry Scotti dice “dica a mia moglie come va, signor capitani, la sua azienda agricola?” La madre Katia Ricciarelli dice che voleva fare la cantante lirica. Giannino mangia la minestra di cappellini, canta canzone “sogna le braciole coi broccoletti e pure con gli spaghetti”, dopo la canzone di Giannino compare la Pavone vestita da cuoco che parla e canta. Si vede che la versione è più moderna rispetto a quella della Wertnuller. Le canzoni vengono cantate spesso dalla Pavone, Giannino va dalla zia Bettina sorella del padre che vive in città. Dittamo (scherzo) e l’anima del suo Ferdinando che era un garibaldino ed è morto nella battaglia dei Mille. Viene tagliata la scena della fuga in treno (così come il signor Tirrinanzi ed altre scene) anche per questione di durata. Gian Burrasca viene riportato a casa dal padre. Canzone fra madre e padre sull’educazione dei figli, molto moderna. Giannino riprende la scuola e la Pavone canta una canzone. Preoccupazioni in casa Stoppani per maritare le figlie. Scena di Luisa e Collalto sul divano. Parla poco Giannino, parla più la Pavone. Vengono riprese tutte le musiche usate dalla Wertmuller. Luisa e Collalto “fidanzamento segreto, tu sei il mio Romeo” (come nello sceneggiato della Wertmuller). Gian Burrasca è vestito da scolaretto. La Pavone commenta: “annunciare un fidanzamento nel 1909 voleva dire fare immediatamente nozze riparatrici, e così si sposarono”. La Pavone commenta: “siccome siamo nel 1909 la televisione ancora non c’è, niente varietà, niente Grandi fratelli, niente telequiz, come ci si divertiva? Mah in tranquille serate in famiglia”. Compare l’avvocato Gaetano Maralli, Giannino fa il gioco di prestigio ma invece di sparare alla candela ferisce Maralli (nella fiction 2002 abolito episodio signora Olga). La Pavone spiega che la madre una signora borghese del 1909 non poteva sopportare un libero pensatore, ateo e socialista, invece il padre lo sostiene perché è di idee più aperte e ritiene che possa fare una bella carriera in politica. Siccome la madre vuole il matrimonio in chiesa e Maralli il civile, si arriva al compromesso la mattina di nascosto ci si sposa in chiesa, poi in municipio (la scena non si vede, la racconta la Pavone, le nozze si sono svolte ieri, oggi ha avuto luogo il rito civile, e racconta lo scherzo di Giannino dei petardi). Giannino affidato a Luisa e al Collalto a Roma, durante le vacanza di Natale, ma per Giannino andare a Roma non è un castigo, ma un premio. Canzone sulla Befana cantata da Giannino. Giannino va in giro per piazza Navona, poi parla con Matilde (sorella del Collalto) che vuole sapere cosa faceva la sorella da bambina. Rita Pavone interviene e racconta cantando la birichinata del gatto, del canarino e dell’allagamento. Dopo la marachella del gatto Giannino è cacciato da casa Collalto, rispedito a casa interviene in sua difesa l’avvocato Maralli. Ambrogio assistente dello studio Maralli parla in napoletano, Giannino vuole fare regalo cartellina nuova chiede due lire al vecchio zio Venanzio, quando Ambrogio si ricorda di essersi dimenticato dei documenti a casa Giannino rimane solo in studio arriva il contadino, gli da consigli legali, mette un petardo nello scaldino di Ambrogio, poi scambia le lenti degli occhiali di Ambrogio e zio Venanzio. Maralli simula un’arringa, risate fuori campo. Ritorna Ambrogio accende lo scaldino e scoppia il petardo, Ambrogio dice di non vedere con gli occhiali, Maralli allo scoppio dello scaldino “hanno gettato una bomba, questo è un attentato contro di me, se credono di farmi tacere si sbagliano di grosso, sono pronto a morire per la libertà”. Rientra in scena la Pavone e dice: “Giannino suggerisce a zio Venanzio e Ambrogio di scambiarsi gli occhiali”, Maralli furioso cerca documenti altrimenti perde la causa, quando scopre che è stata bruciata vuole cacciare Giannino che viene difeso da zio Venanzio. Hai bruciato la mia cartella, sei Nerone dice Maralli. Canta la canzone di Nerone.
Il giornalino di Vamba festeggia l’inizio del ‘900 Belle Epoque, mentre la versione Wertmuller pur festeggiando l’inizio ‘900, sembra alludere mefaforicamente ai cambiamenti della società in atto negli anni ’60, mentre la versione della Pavone parla esplicitamente dell’avvento del nuovo millennio e alla degenerazione e alla perdita di valori. Idem il musical di Morandi.
Gianburrasca musical per un monello, libero adattamento teatrale del romanzo di Luigi Bertelli, detto Vamba.
Regia: Bruno Fornasari
Produzione: Lorenzo Vitali
Riduzione teatrale di Marco Daverio
Costumi: Franca Squarciapino
Balletti e coreografie: Stefano Bontempi
Supervisione artistica: Ezio Frigerio,
Orchestra diretta da Roberto Negri.
Scene: Giuliano Spinelli
Disegno e luci: Vinicio Cheli
Costumi: Elena Monti
Interpreti: Marco Morandi, Giacomo Valentini, Corinne Bonigna, Vittoria Romani, Cristina Maccà, Roberto Andreoni, Michele Radice.
12.8 Interviste
VI RACCONTO IL MIO GIANNINO – INTERVISTA A RITA PAVONE
di Gigi Vesigna (in Settimana Radio Tv, 1965)
“…io mi opponevo al progetto, ma Teddy Reno, un “frugoletto” di imprsario che ne pensa una e ne fa cento, architetto un piano ai miei danni… non conoscevo ancora IL GIORNALINO DI GIAN BURRASCA, non avevo letto il libro, non sono mai stata un tipo molto intellettuale, un topo di biblioteca, devo riconoscerlo… Avevo riso dalla prima all’ultima pagina, mi era divertita alle birbonate di Giamburrasca, ero insomma perdutamente e definitivamente innamorata del personaggio, il simpatico, terribile, ingenuo, malizioso, adorabile, detestabile, monello fiorentino. La trappola di Teddy Reno era scattata ed io c’ero ormai irrimediabilmente caduta dentro…”
INTERVISTA A MARCO MORANDI
di Massimo Emanuelli in L’Opinione 13/3/2006
Marco Morandi novello Gian Burrasca ha dato una prova con un testo importante che ha un po’ segnato la storia del musical italiano.
“Certo Gian Burrasca è uno di quei personaggi quasi intoccabili, un po’ come Pinocchio, personaggi che rappresentano addirittura la nostra memoria storica. Non ho avuto naturalmente la possibilità di vedere la prima rappresentazione televisiva ma poi l’ho visto diverse volte, e quando me l’hanno proposto ho accettato davvero con entusiasmo”.
Che cosa c’è di tuo in questo personaggio scanzonato e un po’ burlone, e nel suo modo particolare di affrontare la vita? Mah, direi sicuramente in modo tutto spontaneo che Gian Burrasca ha di affrontare le cose della vita. Da questo punto di vista mi sono riconosciuto molto in questo ragazzo, che fra l’altro in questa versione non è poi così burlone come ce lo ricordavamo. Direi che viene fuori più il lato puro del bambino che cerca di sopravvivere in un mondo di adulti che hanno magari una facciata e sono invece qualcos’altro. In questo rivedo molto il mio modo di guardare il mondo”.
ALLEGATI
RASSEGNA STAMPA
Ecco Gian Burrasca in tv di Antonio Lubrano in TV SORRISI E CANZONI n.50/1964
Vi svelo i retroscena dello sceneggiato di Rita Pavone in TV SORRISI E CANZONI n.50,51,52/1964, e 1,2,3,4,5/1965
Gian Burrasca: da Vamba alla Wertmuller in Radiocorriere Tv n.50/1964
Ma che bello il Giornalino in tv di Enzo Demitri in La Notte, 20 dicembre 1964
Grande successo per Gian Burrasca in televisione di Ugo Buzzolan in La Stampa, 20 dicembre 1964
Da Vamba alla tv: le avventure di Giannino Stoppani detto Gian Burrasca di Achille Campanile, in L’Europeo n.52/1964
Rita Pavone a 56 anni riparto da Gian Burrasca in Avvenire, 23/8/2001
Rita Pavone: ecco il nuovo Gian Burrasca in Corriere della Sera, 13/12/2001
E’ toscano il nuovo Gian Burrasca di Rita Pavone in Il Giorno 13/12/2001
Enrico Beruschi sarà l’avvocato Maralli nel nuovo Gia Burrasca in Corriere della Sera 6/1/2002
Mario Maranzana: 50 anni di cinema, teatro e televisione di Massimo Emanuelli, in L’Opinione, n.52/2004
Mario Maranzana: vi racconto il mio Gian Burrasca 40 anni dopo di Massimo Emanuelli in L’Opinione n.53/2004
Il Gian Burrasca “no global” di Morandi di Morandi jr. di Maurizio Porro in Corriere della Sera 23/2/2005
Un burrasca poco ribelle ma gradevole di Ugo Volli in La Repubblica 22/2/2005
L’antico giornalino di Vamba si trasforma in musical di Enrico Groppali in Il Giornale 22/2/2005
Gian Burrasca torna in formato musical in Libero 16 febbraio 2005
Torna Gian Burrasca il musical al Nuovo di Antonio Caprisa in Metro 16/2/2005
Marco Morandi sarà Gian Burrasca in Dipiù 27/9/2005
Morandi jr. fa il pavone: ed è subito Gian Burrasca di Ugo Ronfani in Il Giorno 24/2/2005
Morandi junior al Nuovo di Elisabetta Castiglione in Leggo 15/2/2005
Io mi sento Gian Burrasca di Valeria Crippa in Corriere della Sera 13/2/2005
Io Gian Burrasca 40 anni dopo di Elisabetta Castiglione in Il Giorno 11/2/2005
Gian Burrasca di Gianni Bergamini in La voce dei Navigli 11/2/2005
Morandino è Gian Burrasca di Daniela Zacconi in Vivimilano 10/2/2005
Su Rita Pavone
Vi saluto ho un futuro da Mina di Sandro Neri in Il Giorno 11/2/2005
Rita Pavone addio ai concerti di Alessandro Gandini in La Padania 11/2/2005
Rita Pavone: addio concerti farò come Mina di Anna Pedrinelli in L’Avvenire 11/2/2005
Sono proprio in formissima per questo voglio smettere di Simona Spaventa in La Repubblica 11/2/2005
Rita Pavone dice l’addio da cantante al Nuovo di A.G. in Metro 11/2/2005
Al Nuovo Rita Pavone dice addio alla musica in Leggo 11/2/2005
E la Pavone da l’addio in Vivimilano 10/2/2005
Rita Pavone: canto e chiudo di Elia Perboni in Corriere della sera 10/2/2005
Fonte (non dichiarata) dell’opera è A Bad Boy’s Diary (1880) dell’americana Metta Victoria Fuller (1831-1885)