Lunedì 27 gennaio alle ore 17,30 su Radio Free Live ospiti della trasmissione radiofonica L’angolo della scuola saranno Paolo Pillitteri (giornalista, critico cinematografico, ex sindaco di Milano) e Daniele Scalese, giovane scrittore, autore del romanzo Le streghe, ambientato in viale Padova. Si parlerà di Federico Fellini, dell’immigrazione dei meridionali a Milano dagli anni ’60 ad oggi, di scuola, cinema e letteratura, e del romanzo di Daniele Le Streghe.
Massimo Emanuelli vi aspetta con Paolo Pilltteri e Daniele Scalese
Ascolta il podcast dell’intervista a Paolo Pillitteri
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Paolo Pillitteri è nato a Sesto Calende (Varese) il 5 dicembre 1940, arriva a Milano per la prima volta nel 1946, a soli sei anni. Nel capoluogo ambrosiano Paolo cresce, si diploma al liceo Berchet, dove conosce Rosilde sua futura moglie. Risalgono agli anni giovanili anche due passioni: quella per l’attivismo (è uno dei giovani che scarpinano per settanta chilometri in Inghilterra in una delle marce per la pace promosse da Bertrand Russel) e quella per il cinema. “Appena diplomato vidi La dolce vita di Federico Fellini, rimasi colpito da quel capolavoro, decisi allora che avrei fatto il regista, il critico cinematografico e che avrei dovuto conoscere Federico Fellini“. Mentre è ancora studente universitario (si laureerà in lettere moderne all’Università Statale di Milano), inizia a fare il giornalista come critico cinematografico ed è Presidente del Cucmi (Centro Universitario Cinematografico Milanese). Nel 1963 sceneggia e scrivi un documentario su Milano (Milano o cara) sui meridionali che arrivano a Milano, il filmato parteciperà alla Mostra Cinematografica di Venezia del 1963, si apre nella migliore tradizione del documento sociale: alla stazione Centrale arrivano i lavoratori del sud. Lo speaker (il critico di Cinema Nuovo, Lorenzo Pellizzari) dice: “vengono da una miseria antica. Li muove una speranza che si trasforma spesso in un’illusione. Non ci sarà un’Italia moderna senza un Mezzogiorno moderno…” Immagini di immigrati, sperduti nella metropoli, caseggiati popolari, cantieri, fango grigio… “Il cammino della speranza è lungo…” prosegue la voce dello speaker. Al filmato ha partecipato anche un allora poco
conosciuto assessore all’economato del Comune di Milano Bettino Craxi e un futuro sindaco della città, Carlo Tognoli. L’incontro con Craxi cambierà la vita di Paolo Pillitteri il quale si dedicherà sempre meno al cinema (anche se continuerà a scrivere articoli e libri e a frequentare Federico Fellini del quale è diventato amico e il gotha della storia dello spetacolo italiano del secondo Novecento, oltre a Fellini, Walter Chiari, Ugo Tognazzi, Vittorio Gassmann, Giorgio Stehler e tanti altri). Paolo inizia a fare politica, già nella seconda metà degli anni ’70 è consigliere comunale a Garbagnate Milanese, quindi è Presidente della Triennale di Milano, nel 1970 viene eletto consigliere comunale a Milano e il mitico sindaco Aldo Aniasi lo vuole assessore alle imposte di consumo, istruzione ed iniziative culturali, turismo, parchi e giardini. Soprattutto come assessore alla cultura il dinamico e intraprendente Pillitteri si fa notare: sarà sua l’idea di impacchettare statue e monumenti, è attivo nel rivitalizzare i circoli culturali milanesi,
porterà a Milano artisti internazionali del calibro di Andy Warhol, tanto per citarne uno… Nel 1973 si ha un rimpasto e Pillitteri viene nominato assessore all’edilizia e all’arredo urbano. Nel 1975 è rieletto consigliere comunale a Milano, il suo voto sarà decisivo per nascere la prima giunta rossa della storia di Milano, ed una delle prime in Italia, nel 1980 viene eletto consigliere della Regione Lombardia, sarà poi deputato, responsabile nazionale cultura e spettacolo del Psi, si occuperà anche di televisione. Paolo Pillitteri è anche il primo docente di storia del cinema e dello spettacolo a Milano precisamente allo Iulm, proprio allo Iulm, nel 1988, incontra un allora giovane Massimo Emanuelli al quale attacca il virus del cinema (prima di allora non avevo mai visto un film in vita mia…) e del giornalismo. Io allora non sapevo neanche chi fosse e cosa fosse il sindaco di una città, pensavo di parlare con
un prof., non con il sindaco della mia città… Nel 1986 Paolo Pilltteri era stato infatti eletto sindaco di Milano, carica che manterrà fino alla fine del 1991, sono gli anni della terza linea della metropolitana, dei mondiali di Italia 90, della moda, della pubblicità, della tv commerciale, sulla copertina del Times finisce Milano, la “Milano da bere” (come lo slogan creato per la Ramazzotti dal pubblicitario Marco Mignani), anni poi demonizzati da coloro che successivamente distruggeranno l’Italia… Nel 1992 Pillitteri torna in Parlamento, poi arriva “mani pulite”. A differenza di tanti socialisti che pur colpiti decidono per il suicidio di massa riciclandosi spudoratamente ovunque, Paolo chiude con la politca e torna al cinema, al giornalismo, alla scrittura di libri, all’insegnamento, non risparmiado l’ironia (e l’autoironia) verso il “nuovo che avanza”, in questo spalleggiato da un ormai adulto Massimo Emanuelli anch’egli docente e giornalista. Si passa dalla commedia all’italiana del centro destra alla farsa e tragedia della sinistra, per finire con gli incapaci del comico antipolitica diventati poi, come avevamo previsto, politici della peggior razza. Condirettore del quotidiano nazionale L’Opinione delle Libertà, direttore dell’edizione domenicale e della redazione milanese dello stesso quotidiano, Pillitteri torna ad occuparsi di critica cinematografica e televisiva, scrive nuovi libri (fra i libri giovanili e quelli del post politica ne ha scritti una quarantina, molti di più di quelli che l’italiano medio legge in una vita..), la politica è ormai un ricordo, anche se con il nuovo millennio Pillitteri sindaco sarà rivalutato e stimato da suoi antichi avversari quali, ad esempio, Vittorio Feltri. Che il vento stesse cambiando me ne accorsi allorquando eravamo in taxi
e stavamo andando in redazione. Domandai a Pillitteri se la via che percorrevamo era così caotica anche quando lui era sindaco, il taxista fermò l’auto e si voltò dicendo” lei è Pillitteri?” io pensai: “oddio, ora riprendono ad attaccarlo”, il taxista (gli autisti hanno in mano la città” disse: “guardi io ero arrabbiato con lei quando era sindaco, però mi creda i sindaci che sono venuti dopo di lei sono senz’altro peggio, io la rimpiango…” Paolo Pillitteri continua a fare il regista (ha girato due film, sta collaborando alla sceneggiatura di un’altra pellicola), il giornalista e il critico cinematografico.
Daniele Scalese nasce a Taranto nel 1988 (l’anno durante il quale Massimo Emanuelli incontra per la prima volta Paolo Pillitteri…), Daniele si diploma al liceo classico Quinto Ennio
di Taranto nel 2006, Daniele quindi consegue una laurea triennale in scienze politiche in quel di Lecce, quindi si trasferisce a Milano dove prosegue gli studi e lavora nel settore del marketing, della comunicazione e dell’editoria. Frequenta un master di scrittura creativa allo Iulm, ha come docenti Antonio Scurati, Marco Missiroli, Matteo Garrone, Gianni Canova (docente di storia del cinema, futuro Rettore dello Iulm), lo Iulm l’Università dove insegnò Pillitteri e dove Emanuelli conobbe Pillitteri, quando si dice il destino… Daniele scrive racconti per un magazine milanese, pubblica un libro I pasti notturni della luna, nel 2019 pubblica il romanzo Le streghe.
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